”In Usa molti esperti hanno plasmato la narrazione a favore di un conflitto senza fine in Ucraina
FACEZIE DI GUERRA
In Usa molti cosiddetti esperti con titoli dal suono importante e legati a entità accademiche o para accademiche hanno plasmato la narrazione a favore di un conflitto senza fine in Ucraina e questo in maniera totalmente gratuita rispetto alla realtà delle cose, ma tutt’altro che gratuita riguardo alle loro finanze: si è scoperto che l’85 per cento di loro viene pagato dall’industria bellica attraverso una serie di think tank alimentati da un fiume di danaro – parliamo di miliardi di dollari – dei soliti noti. Ma adesso si può vedere che la macchina della menzogna comincia ad entrare in sofferenza e cerca disperatamente di fare marcia indietro senza che però questa manovra venga notata: quindi il linguaggio rimane sempre lo stesso, la russofobia da cretini la medesima, ma applicata in retromarcia. E bisogna dire che è uno spasso. Per esempio il Washington Post di venerdì scorso, dopo aver spiegato che i servizi segreti non credono più che gli Ucraini possano riconquistare Melitopol, sostiene che questa valutazione deriva “dalla brutale competenza della Russia nel difendere il territorio occupato attraverso una falange di campi minati e trincee”. Cosa si aspettavano gli idioti del Washington Post che una linea di difesa sia un posto dove si spara gentilmente? Però almeno i russi ora sono competenti in qualcosa, mentre prima non lo erano in nulla, il che è già una grande concessione da parte di queste capre americane.
Ma siccome ormai pare il caso di scendere a patti il Newsweek ci offre una sorta di modalità innovativa per indurre i propri lettori a credere che una storica sconfitta sia in realtà una grande vittoria: la tesi è che la continuazione ad oltranza della guerra favorisce Putin e non l’occidente, dunque porre fine al conflitto lasciando alla Russia ciò che ha conquistato è un grande successo. Uno si chiede chi è l’imbecille che dice queste cose e si scopre che si tratta del deputato democratico Tom Malinowski, il quale ha elaborato un pazzesco piano per sconfiggere Putin e far vincere i democratici alle elezioni del prossimo anno. Basta aspettare la nuova riunione della Nato il prossimo anno e in quell’occasione concedere ai russi il territorio che si sono presi e che non saranno riconquistati da Kiev e dichiarare l’ingresso nell’alleanza di ciò che rimane dell’Ucraina. Ma ammesso e non concesso che per ipotesi sia una strada praticabile perché non imboccarla subito Il fatto è che il prossimo concistoro della Nato arriverà a ridosso delle elezioni Usa e che tutto questo dovrebbe favorire il partito democratico e fare di Biden un eroe invece di un presidente corrotto e preda dell’Alzheimer. L’unico piccolo problema è che nel frattempo l’Ucraina potrebbe implodere.
E mentre un altro mezzo rimbambito che però in Italia viene ritenuto il non plus ultra della geopolitica, ovvero Luttwak, dice che l’Ucraina deve dichiarare la guerra totale come fece Goebbels dopo Stalingrado e mobilitare tutti gli uomini disponibili, il New York Times conferma l’ipotesi del mezzo milione di morti, ma – come stanno facendo da un anno e mezzo a questa parte – attribuisce gran parte di queste perdite alla Russia, nonostante la stima sia fatta sui cimiteri ucraini, tenendo conto che poi gli ucraini dispongono anche di crematoi mobili. Del resto dall’inizio della guerra viene attribuito alla Russia il computo delle perdite ucraine che i servizi segreti di Kiev compilano, ma non rendono certo pubblici. La cifra fornita dai giornali sulle supposte perdite russe ricalca cose pedissequamente quelle ucraine che viene da chiedersi che teste abbiano questi redattori di fesserie. E del resto sono proprio le testimonianze dei soldati americani alias mercenari che parlano di strage nell’esercito ucraino.
Il fatto è che tutte queste sciocchezze possono essere dette perché l’impressione generale è che la guerra sia in stallo, creando dunque le condizioni per sparare qualsiasi assurdità. Ma questo è molto lontano dalla realtà: i russi stanno distruggendo attivamente ciò che resta dell’esercito ucraino che ancora si sta immolando per la controffensiva perdendo qualcosa come 700 uomini al giorno. Inoltre molti hanno un’idea della guerra tipo quelle coloniali in Irak o Afghanistan oppure pensano al secondo conflitto mondiale, ma nel contesto attuale dove tutte le mosse del nemico vengono seguite da satelliti e droni di ogni tipo, la guerra è in un certo senso più simile al primo conflitto mondiale e ciò che conta è la densità delle truppe, la capacità delle artiglierie e il numero dei colpi sparati. Ora non c’è dubbio che in questo la Russia abbia un grande vantaggio, anche perché può fabbricare tutto in casa e ha saputo moltiplicare la sua produzione mentre l’occidente fatica enormemente a tenere il passo. Ultima facezia questa volta non scritta, ma iscritta nella realtà delle cose: gli Usa non producono più esplosivi in particolare il tritolo e debbono importarli, ma uno dei suoi maggiori fornitori si trovava proprio nel Donbass. Si aspetta perciò l’inverno nella speranza che i combattimenti diminuiscano di intensità per recuperare le scorte. Ma credo che la Russia non darà affatto la tregua sperata e continuerà a tempestare il regime di Kiev. Sempre che non intervengano gli F16 ad animare la situazione, mostrando con quanta facilità sanno cadere, ma anche qui tra Rutte e Zelensky c’è stato di che ridere, perché è stato detto che l’Olanda fornirà 42 di questi aerei, ma poiché ne possiede solo 42 è probabile che un giorno, forse, ne arriveranno 24.