La storia non è quella che ci hanno raccontato. Dietro la facciata della lotta ai totalitarismi, c’era un disegno di potere ben preciso. E i burattinai non erano dove pensiamo.

FINZIONI E FOLLIE D’EUROPA
il Simplicissimus
Non è più una congettura, ma una realtà documentata: i fascismi europei non nacquero spontaneamente, né furono una deriva isolata, ma vennero coltivati, finanziati e spinti dall’impero anglosassone, sotto la regia congiunta di Washington e Londra. Una verità rimossa, nascosta dietro il mito della “difesa della democrazia”, mentre in realtà si costruivano scenari di dominio e di guerra. Finzioni e follie d’Europa smonta la narrazione ufficiale e svela gli intrecci di potere che hanno segnato la storia del continente, gettando un’ombra inquietante sul presente. Perché la Storia non è mai davvero passata: chi ha mosso i fili allora, continua a farlo oggi.(f.d.b.)
All’inizio del secolo scorso divenne popolare una forma di filosofia neokantiana chiamata del Come Se(1) (Als Ob in tedesco) nella quale si assumeva il carattere di finzione delle concezioni che strutturano la vita umana, ed è questo che mi ha fatto venire in mente la manifestazione di ieri dei pro guerra a piazza del Popolo, anche se ovviamente non c’entra nulla con la filosofia e probabilmente nemmeno con la politica se si vuole ancora dare un senso alla parola. Quella variegata chincaglieria alla quale si sono ridotti tutti o quasi gli elementi di quella che ancora ama chiamarsi sinistra, sembrava piuttosto una sfilata di sbandieratori e balestrieri per l’immancabile giornata medioevale dove portare i bambini. E poi tutti a casa davanti alla televisione paghi di una inconsueta messa in scena, ma ben contenti di tornare alla realtà, ovvero alla finzione televisiva. Peggio ancora sembravano trofei di caccia della finanza internazionale, esibiti come quelle orrende teste di cervo sulle pareti delle ricche magioni dove si fabbrica il denaro. Ma la cosa interessante è stato il tentativo di nascondere le ragioni della guerra dietro un fumoso ritorno all’autonomia dell’Europa rispetto al grande fratello americano, come se, dopo oltre un secolo di sostanziale colonizzazione a partire dal primo conflitto mondiale e concretatasi poi in occupazione militare alla fine della seconda, fosse un piccolo particolare. Insomma, un discorso tutto giocato sul “come se” la realtà non esistesse.
Non è più un mistero, bensì una realtà documentale che i fascismi europei furono incoraggiati e finanziati dall’impero anglosassone, sotto l’allora bicipite conduzione di Washington e di Londra, perché facessero argine al possibile contagio comunista e in seguito fossero la base di partenza per la distruzione dell’Unione Sovietica. È una storia complicata di cui ho già parlato diverse volte, ma ad ogni buon conto chiedere ora questa autonomia in vista di un conflitto armato ed economico contro la Russia – ovvero con il maggior fornitore di beni energetici e minerari a basto costo – e nello stesso tempo andare contro gli Usa per il loro tentativo di disingaggio dalla guerra ucraina e infine chiudersi alle nuove realtà multipolari, è un assurdo tentativo da parte delle colonie di spingere il padrone ad un conflitto globale e di assumere un ruolo – quello patologico di salvatrici dell’impero – che l’Europa non è assolutamente in grado di sostenere. Ecco perché il richiamo a più Ue, lasciando perdere la natura di questo costrutto sempre più antidemocratico e autoritario, è semplicemente una follia oppure assai più concretamente una finzione dettata dai poteri grigi che dominano incontrastati sul continente.
Basterebbe semplicemente guardare le “torte” che mostrano il confronto attuale tra i Brics e il G7, dal quale tuttavia occorre estrapolare l’apporto degli Usa e del Giappone per rendersi conto della schizofrenia di Bruxelles e dei manifestanti che l’appoggiano.
Di fatto, senza Usa e Giappone le cifre europee sono grosso modo il 50 per cento della fetta già molto ridotta delle economie occidentali e sono dunque una realtà minore rispetto al complesso dell’economia e della demografia mondiale. Le prospettive sono peraltro quelle di perdere ulteriormente terreno per crescita altrui e decrescita interna. Tutto ciò, tra l’altro, mostra che il tentativo piuttosto disorganizzato di Trump di usare il bastone e la carota per riavvicinare la Russia al G7, che così ritornerebbe ad essere G8, è destinato a fallire perché questa prospettiva è meno attraente rispetto a quella di essere il fulcro assieme alla Cina di un nuovo e più grande scenario economico. Inoltre Putin ha enormemente diminuito l’influenza degli Stati Uniti e della City di Londra in Russia, rendendo difficile una conquista dall’interno o comunque un’influenza decisiva sulle scelte di Mosca.
Così appare ancora più allucinante il tentativo Ue di convincere le popolazioni assediate dalla narrazione del Putin imperialista, già scomparsa negli Stati Uniti, accompagnata per giunta dalla psichedelica illusione secondo la quale l’Europa potrebbe vincere militarmente contro la Russia quando questa prospettiva è fallita con il pieno appoggio degli Usa. Forse è per questo che il volto della manifestazione pro-guerra è stata affidata a un ex umorista che ora vuole passare al genere drammatico. Tuttavia, le persone sono così abituate al dominio occidentale che non si rendono conto delle stronzate che dicono i rappresentanti del globalismo, che lavorano con la falsa identità del progressismo, ai quali non è stato fatto ancora sapere che la ditta è già fallita e che le liquidazioni non verranno pagate.

(1)
La frase “Come se” (In sintesi) La filosofia del come se ci mostra che molte idee fondamentali della nostra esistenza (scientifiche, morali, sociali) non sono necessariamente “vere” in senso assoluto, ma sono strumenti pratici che ci permettono di vivere e comprendere il mondo. Esempi: La morale si basa su valori assoluti (come se fossero dati oggettivi), anche se sono costruzioni umane. Il diritto e la società funzionano come se esistessero concetti come “giustizia” o “Stato”, sebbene siano costruzioni umane e non leggi della natura.