Il Tg5 sta iniziando a prendere le distanze dalla protesta degli agricoltori

GLI AGRICOLTORI NON PIACCIONO AL TG5 (E A FORZA ITALIA)


Il Tg5, organo (semi)ufficiale di Forza Italia, sta iniziando a prendere le distanze dalla protesta degli agricoltori. Il senso è chiaro: con tutti i soldi che Bruxelles regala al mondo dei campi, i blocchi stradali non sono comprensibili e tantomeno tollerabili. Perché l’Italia che vota per la destra fluida, e per il centrodestra che di destra non ha nulla, deve lavorare e non può essere bloccata. Solo i pendolari, a causa di servizi ferroviari indecenti. Ma i pendolari sono come i palestinesi: non contano per i giornalisti di Mimun.

Una montagna di letame scaricata di fronte agli uffici statali. Si sente anche qui la puzza!

D’altronde la posizione del Tg5, e di conseguenza di Forza Italia, è comprensibile. Dare ragione agli agricoltori significherebbe dover spiegare che i rincari che affossano il settore sono la diretta conseguenza delle sanzioni contro la Russia. Non solo per quanto riguarda il carburante, ma anche per i fertilizzanti. Bisognerebbe ammettere che le scelte fatte per ubbidire a Biden sono state un disastro, una iniziativa alla Tafazzi.

E poi bisognerebbe raccontare che, nell’Europa dell’Est, le proteste degli agricoltori sono dirette contro la concorrenza sleale della banda Zelensky. Dunque, l’Europa finanzia, con denaro pubblico, un bandito che penalizza i contadini europei. Geniale. E i media italiani esultano perché Bruxelles regalerà altri 50 miliardi di euro a Zelensky.

Per Mediaset, però, i problemi vanno oltre. Perché dar ragione agli agricoltori significherebbe dare torto alle grandi catene della distribuzione organizzata. Cioè le stesse che inondano di pubblicità i programmi delle reti dei Berlusconi. Significherebbe prendere posizione contro la moltiplicazione per 5/6 volte, ed anche più, del prezzo pagato al contadino prima di posizionarlo sugli scaffali. E bisognerebbe spiegare questi aumenti al consumatore finale.

Certo, si potrebbe anche provare a spiegare a coltivatori ed allevatori che essere piccoli e isolati non aiuta a creare un sistema logistico alternativo. Che il rifiuto ostinato di fare sistema non favorisce la commercializzazione dei prodotti ad un prezzo remunerativo per i produttori ed accessibile per i consumatori.

Troppo complicato. Meglio iniziare a sobillare i telespettatori contro gli agricoltori. Preparandoli all’invasione di grilli e larve forniti dalle multinazionali.

Andrea Marcigliano
Ala.de.granha

 

 

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