Gli atlantisti impongono sanzioni a chiunque non si allinei agli interessi di Washington

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GLI ATLANTISTI SANZIONANO, LE MATERIE PRIME

NON ARRIVANO, L’EUROPA CHIUDE


Catena di approvvigionamento. È il nuovo parametro su cui basare le opportunità di investimento. Si è passati dalla forza motrice delle acque a quella dell’elettricità, dalla quantità di manodopera alla qualità dei collaboratori (formula ipocrita ma strausata), dalla qualità della vita nelle località di insediamento alla disponibilità di giovani talenti. Per poi tornare sostanzialmente alla casella di partenza: le materie prime. Che si tratti di energia, di metalli, di prodotti alimentari da trasformare. O anche elementi già trasformati da utilizzare per altri prodotti. Basti pensare ai microchip.

Dunque, è comprensibile la strategia delle multinazionali europee che vogliono spostare le attività in America del nord. Mentre nessuno ha interesse ad investire in Europa, soprattutto in quella occidentale. La demenziale politica dei maggiordomi di Biden ha trasformato l’Europa nell’area meno competitiva del globo terracqueo. Mancano le risorse naturali in grado di soddisfare le necessità delle attività economiche e delle famiglie europee. Il gas deve essere acquistato, il petrolio pure, le fonti rinnovabili sono insufficienti, anche il nucleare dipende dalle importazioni.

E tutto il mondo si sta ribellando alle logiche coloniali che facevano tanto comodo agli imprenditori europei. I Paesi che dispongono del litio, ad esempio, hanno deciso di commercializzarlo dopo averlo lavorato. Dunque, con un maggior valore aggiunto che si traduce in un aumento del prezzo ed in una riduzione dei posti di lavoro in Europa.

Nel mondo dell’auto le esportazioni di vetture made in China hanno superato quelle giapponesi. E se si vuole diffondere l’auto elettrica in Europa è inevitabile favorire l’acquisto di auto cinesi o indiane che hanno prezzi più bassi di quelle europee e statunitensi.

AUTO ELETTRICHE? SÌ, MA TRA 11 ANNI FINISCE IL COBALTO PER LE BATTERIE. QUINDI TUTTI A PIEDI

Ma è l’intera economia che sta cambiando radicalmente. Gli atlantisti impongono sanzioni a chiunque non si allinei agli interessi di Washington, ma poi protestano se la Cina mette al bando un produttore nordamericano come risposta alle limitazioni decise dagli Usa. E vale in ogni settore. Si frigna se i Paesi Non Allineati utilizzano le loro valute invece del dollaro per gli scambi commerciali. Si frigna se la Banca dei Brics sostituisce le istituzioni controllate dagli statunitensi. Si frigna se la Turchia permette alla Russia di inviare il grano in Africa. Si frigna se Cina e India acquistano sempre più gas, petrolio e materie prime dalla Russia.

Si limitano gli scambi con la Cina, per ubbidire ai diktat di Biden, e poi si frigna se la Cina minaccia di ridurre le esportazioni verso l’Occidente delle Terre rare (2) di cui l’Occidente non dispone. Asia ed Africa si stanno dotando delle infrastrutture per facilitare il transito delle merci ed i maggiordomi europei si lamentano perché asiatici ed africani sono cattivi e aiutano Putin.

Di fronte al cambiamento epocale, come reagisce l’Italia? Favorendo l’immigrazione per poter avere nuovi schiavi che facciano diminuire salari e diritti. In modo da aumentare la competitività. Peccato che il ministro cognato sia rimasto fermo ad un passato in cui il problema degli approvvigionamenti non esisteva. Ma tra 10/15 anni ci arriverà anche lui. Sempre che l’ambasciata statunitense glielo permetta.

ALA.DE.GRANHA

 

 

 

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(2)

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