Gli europei non amano la von der Leyen e la sua UE
GLI EUROPAGLIACCI
Li leggi, li ascolti, li vedi, tutti lì in coro, i Signori e signorini dell’Europa, i loro paggi e i loro altoparlanti, che ripetono: ma che errore, signora Meloni, non votare Ursula Von Der Leyen, isolare l’Italia, mettersi contro l’Europa, uscire dalla comitiva. E i più perfidi, aggiungono: lo vedi? si è tradita, è sempre la stessa fascivendola, sintesi di due insulti. Non ha seguito il fratello buono, Tajani, ma il fratello cattivo, Salvinacci (salvini+vannacci).
Ora, so che è inutile perché dove non arriva l’idiozia arriva la malafede, ma provo a ragionare. Dunque veniamo da anni di conflitti politici tra l’establishment e le forze di opposizione. L’Europa è spaccata, soprattutto tra vertice e base. Gli europei non amano la von der Leyen e la sua UE, lo confermano pure gli ultimi sondaggi. Abbiamo votato di recente avendo almeno due idee antagoniste sull’Europa: Ursula rappresentava la continuità con quell’Europa che la Meloni, i conservatori, i patrioti, i sovranisti, insomma le opposizioni, volevano contrastare. Finite le votazioni, i lorsignori, inclusi i famigerati tecnocrati nostrani, pretendevano che tutti – centro, sinistra, verdi, destre, conservatori e liberali – votassero compatti per la Signora Uscente. Come dire, finita la pagliacciata delle urne, il teatrino politico, la finzione dei ruoli, ora si torna tutti compatti alla Regola, e si sfila compatti, meno gli Sgraditi (detti estremisti, sovranisti, nazionalisti, insomma fascionazisti).
Ma che idea avete della politica, che senso avete della serietà, del rispetto del popolo sovrano? Pensate che sia tutta una manfrina ma poi quando si va alla conta, si rientra nelle tabelline?
Pensate che pena se la stessa maggioranza che ha votato Metsola alla presidenza dell’Europarlamento, e che da noi comprendeva Fratoianni, Bonelli, Salis e la Meloni, la destra, ecc. avesse votato pure, compatta, per mantenere Ursula alla presidenza della commissione europea. Sarebbe stata una pagliacciata, un insulto, un raggiro che avrebbe incoraggiato anche la metà votante dell’elettorato a dire che ha fatto bene l’altra metà a non andare nemmeno a votare per questo eurocarnevale.
C’è gente che confonde la politica con la partita del cuore dove la Schlein abbraccia non solo Renzi ma pure Larussa, e tutti si vogliono bene, da Conte e Fratoianni ai leghisti e ai meloniani. Finché si gioca va bene, ma l’Europa è su un altro piano, non deve vedersela con la nazionale cantanti… Giusto rispettarsi, non insultarsi, ma senza smettere di riconoscersi avversari.
Se invece vogliamo fare un discorso realista, ai limiti del cinismo, avrei capito anche la giravolta, il cambio di alleanze, la sostituzione dell’ala sinistra verde con l’ala destra dei conservatori. È una cosa che non condivido, perché il problema non sono solo i verdi ma è proprio il blocco di potere tecnocratico-politico di centro-sinistra; sul piano tattico avrei capito, sarebbe stato un risultato importante spostare il baricentro più a destra. Ma se invece devi votare Ursula senza essere condizionante, senza incassare una svolta o quantomeno una correzione di linea, se devi votarla insieme a tutti i tuoi avversari, solo per farti includere, per essere un ingrediente minore, comunque non rilevante del Pappone, allora meglio di no. Il potere contrattuale che avrebbe avuto la Meloni diluita dentro quel minestrone, o meglio nella periferia laterale della coalizione, non sarebbe stato certo maggiore o migliore di quello che ha restando all’opposizione.
Qui vorrei riprendere un discorso che feci qualche giorno fa. Sul piano politico ci sono forze divergenti, c’è una linea di maggioranza e una o più d’una di opposizione, c’è un centro-sinistra come formula permanente alla guida dell’Europa e ci sono forze, soprattutto sul versante destro, che non possono convergere sui primi. Ma sul piano istituzionale, l’Europa non si riduce alle posizioni politiche delle forze in campo, è un’Unione di Stati. E l’Italia è pure un socio fondatore dell’Europa. Quindi pur avendo posizioni politiche divergenti non si può non tener conto di un paese che è tra i più importanti dell’Unione Europea sotto vari punti di vista, non solo economico: dopo Francia e Germania è il terzo in ordine d’importanza, al più ex-aequo con la Spagna, su ventisette Paesi. Dunque non c’è bisogno di far parte dell’orchestrina di Ursula per contare; è l’Italia che conta, non può non contare. E poi, non dimentichiamolo, il mondo non finisce a Bruxelles, le posizioni dei singoli stati relativamente allo scenario internazionale possono assumere inclinazioni diverse rispetto a quelle dell’UE. I soggetti in campo sono tanti: gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, i BRICS, e tanti altri paesi. Quindi sarebbe un errore per l’establishment dell’UE se lasciasse un paese ai margini perché avrebbe più margini di manovra all’esterno.
Insomma, la Meloni ha fatto bene a votare contro Ursula, ha rispettato il mandato ricevuto dai suoi elettori e la coerenza con le cose che ha detto fino a poco tempo prima, che l’hanno mandata al governo; e soprattutto si è sottratta all’europagliacciata a cui era invitata a partecipare dalle allegre comari nostrane. In futuro si vedrà. Intanto, se dovesse vincere Trump negli Stati Uniti quest’Europa bellicosa al traino di Zelensky dovrebbe mordersi le mani…