Il loro motto è: armiamoci e partite

GUERRAFONDAI, MA DISERTORI


Nonostante gli Stati Uniti e i suoi alleati della Nato stiano esaurendo le loro scorte militari a un ritmo vertiginoso in una guerra per procura contro la Russia e nonostante Mosca abbia mostrato temibili poteri militari e una superiorità acclarata in alcuni comparti decisivi come quello missilistico, sia in fase di difesa che di attacco, gli americani – secondo un sondaggio YouGov- rimangono ancora ottimisti su qualsiasi ipotetica guerra contro Russia e Cina. Se dovesse scoppiare un conflitto mondiale in cui gli Stati Uniti e i loro alleati si trovassero a combattere contro la Russia, la Cina o entrambe, in piccola maggioranza gli americani sono propensi a ritenere che gli stati membri della Nato vincerebbero, qualunque cosa questo voglia dire questa frase. Ma si sa non si può cavar sangue dalle rape. E in Gran Bretagna dove non si riuscirebbe a mettere insieme un solo reggimento   corazzato, un sondaggio simile condotto sempre da YouGov, mostra il livello di cecità  cui sono approdati gli inglesi: solo il 21% degli adulti ritiene che le forze occidentali perderebbero contro Cina, Russia e i loro alleati in caso di guerra mondiale.

La terza guerra mondiale probabilmente nei prossimi 5-10 anni, pensa la maggior parte dei britannici

Tuttavia a questa ottusità di fondo che deve ancora pagare pegno alla realtà delle cose, si contrappone quello che in altri tempi sarebbe stato considerato uno spirito decisamente disfattista: se dovesse scoppiare una conflagrazione globale che coinvolgesse gli Stati Uniti, solo il 6% degli americani afferma che si arruolerebbe per il servizio militare,  il 9% dice che non si offrirebbe come volontario,  ma presterebbe servizio se richiamato, mentre  il 13% afferma che si rifiuterebbe di prestare servizio se chiamato. Nel frattempo, un enorme 60% afferma che le forze armate non tenterebbero di arruolarli a causa dell’età o della disabilità. Tuttavia, nel caso in cui gli Stati Uniti si trovassero sotto l’imminente minaccia di un’invasione del territorio statunitense, la percentuale di persone che si offrirebbe volontaria per il servizio militare aumenterebbe al 16%, ma il 47% afferma che, anche in circostanze così estreme, pensa – in realtà spera – di non essere arruolato a causa dell’età o di disabilità varie.

Insomma, armiamoci e partite, il che dà l’esatta misura della confusione che regna in occidente dove, peraltro, gli arruolamenti sono in calo da tempo: se cominciassero ad arrivare le bare dei caduti che è difficile nascondere se sono tante, questi numeri già così scarsi probabilmente sprofonderebbero come accadde al tempo del Vietnam, guerra però del tutto sconosciuta alle giovani generazioni più abituate ai conflitti coloniali degli ultimi 40 anni con relativamente poche vittime. Se poi la fede in una vittoria finale dovesse essere messa in forse da una dichiarata sconfitta in Ucraina le cose comincerebbero a cambiare radicalmente: poiché è la Nato, pseudonimo degli Usa, l’elemento guerrafondaio negli ultimi decenni, una sua plateale sconfitta sarebbe una vittoria per la pace.

Redazione

 

 

 

 

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