72 minuti per arrivare alla fine del mondo
I CIALTRONI GUERRAFONDAI CONCEDONO 72 MINUTI
PER LA FINE DEL MONDO
72 minuti per arrivare alla fine del mondo. Per ora è solo il titolo di un libro (“Nuclear War”), ma i cialtroni che stanno governando l’Occidente collettivo sembrano volerlo trasformare in una realtà nel più breve tempo possibile. Armi ed ancora armi, sanzioni e minacce, portaerei e truppe spedite in giro per il mondo per chiarire che loro, i buoni, sono pronti a metter fine al genere umano. Ma in nome della democrazia, sia chiaro.
“In Nuclear War: A Scenario, Annie Jacobsen ci offre un quadro vivido di cosa potrebbe accadere se i nostri guardiani nucleari fallissero… Terrificante.”—Wall Street Journal. C’è solo uno scenario diverso dall’impatto di un asteroide che potrebbe porre fine al mondo come lo conosciamo nel giro di poche ore: la guerra nucleare. E uno dei fattori scatenanti di quella guerra sarebbe un missile nucleare diretto verso gli Stati Uniti. Ogni generazione, un giornalista ha guardato in profondità nel cuore dell’establishment militare nucleare: le tecnologie, le salvaguardie, i piani e i rischi. Queste indagini sono vitali per comprendere il mondo in cui viviamo realmente: dove un missile nucleare ne genererà uno in cambio e dove la coreografia della fine del mondo richiede decisioni massicce prese in pochi secondi con informazioni valide quanto quella intelligenza che abbiamo. Nuclear War: A Scenario della finalista del Premio Pulitzer Annie Jacobsen esplora questo scenario in tempo reale, basandosi su dozzine di nuove interviste esclusive con esperti militari e civili che hanno costruito le armi, sono stati a conoscenza dei piani di risposta e sono stati responsabili di tali decisioni. avrebbero dovuto essere realizzati. Guerra nucleare: uno scenario esamina la manciata di minuti successivi al lancio di un missile nucleare. È una lettura essenziale e diversa da qualsiasi altro libro nella sua profondità e urgenza.
Ed i media italiani sono scatenati nel garantire sostegno alla follia finale. D’altronde quando Parenzo e Cruciani minimizzano ciò che sta succedendo a Gaza, invitando lo storico D’Orsi a non esagerare nell’indignazione contro Israele, colpevole “solo” di aver sterminato più di 30mila civili, tra cui 18mila bambini. E che sarà mai? Israele fa parte dei buoni e, dunque, può sterminare chi vuole.(1)
Il problema è che i cialtroni, convinti di essere i buoni e i giusti, pensano che i cattivi debbano porgere entrambe le guance e farsi massacrare senza reagire. Perché sono cattivi e devono essere felici per la punizione. Non devono rispondere se i buoni distruggono un’ambasciata con le persone dentro. Non devono protestare se i buoni impongono le sanzioni. E tantomeno rispondere con sanzioni analoghe. Dunque, i buoni si aspettano che i cattivi, gli “stati canaglia” secondo la definizione dei media di servizio, si becchino le atomiche democratiche evitando accuratamente di difendersi.
Però i cattivi, in quanto tali, non sono disposti a pentirsi e ad accettare le punizioni. Non sono disposti ad essere cancellati dalla faccia della terra senza provare a difendersi ed a rispondere. 72 minuti in tutto per assistere all’inizio dello scontro ed alla fine del mondo.(2)
Forse servirebbe qualche minuto in più, purché siano i minuti prima, per andare a prendere questi folli criminali e mandarli in giro nelle rispettive città per 72 minuti a calci nel sedere.
Approfondimenti del Blog
(1)
(2)