Nell’antica Roma veniva data molta importanza ai giochi, chiamati ludi

I GIOCHI AL TEMPO DEI ROMANI

Jean Jacques François le Barbier. Le giocatrici

 

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Nell’antica Roma veniva data molta importanza ai giochi, chiamati ludi, consistenti in spettacoli teatrali, naumachie e diverse gare che avevano luogo in occasione di particolari ricorrenze religiose o avvenimenti politici. Con il passare del tempo i giochi assunsero carattere religioso tanto da essere inseriti nel calendario romano. Gli spettacoli, che comprendevano anche i famosi giochi gladiatorii, si potevano svolgere sia in pubblico che in privato e ogni cittadina importante possedeva uno spazio (anfiteatro, circo o teatro) in cui ci si riuniva per assistere alle manifestazioni. Oltre agli spettacoli svolti alla presenza di un vasto pubblico, i latini attribuivano molta importanza anche al gioco che si svolgeva presso le mura domestiche o nelle osterie. Molta importanza veniva attribuita alle scommesse e ai giochi dominati dalla fortuna come i dadi i cui eredi sono i nostri giochi basati sull’estrazione dei numeri che riscuotono grande successo (come oggi i risultati dei giochi moderni che finiscono per essere conservati in un archivio consultabile online) Anche ai tempi dei romani il gioco d’azzardo era considerato poco edificante e quindi era vietato, i trasgressori sorpresi a giocare d’azzardo venivano sanzionati con multe elevatissime.

I passatempi preferiti dai bambini

fanciulla romana gioca agli astragali

Gli scavi archeologici hanno offerto una valida testimonianza dell’attività ludica attraverso il rinvenimento di parecchi strumenti di gioco che ci hanno fornito uno spaccato dei passatempi preferiti dagli antichi romani. Dopo anni trascorsi nell’oblio sono finalmente venuti alla luce giochi per bambini e per adulti di diverso genere. In età prescolare i bambini venivano avviati al percorso culturale tramite delle attività ludiche improntate alle imitazioni delle gesta dei grandi eroi del passato, spesso venivano messi in scena dei piccoli spettacoli in cui i più piccoli incarnavano le parti di imperatori e soldati trasformando il gioco in attività formativa. Per quanto riguarda i giocattoli bisogna fare una differenza tra le classi sociali; infatti, i giocattoli destinati ai bambini ricchi venivano commissionati dai genitori agli artigiani più importanti del tempo mentre i giocattoli dei bambini meno abbienti erano fatti con pezzetti di legno grezzo e fango. A livello emotivo il risultato era pressappoco uguale perché nell’immaginario e infantile la tavoletta di legno diventava una nave e le piccole capanne impastate con il fango diventavano delle potenti fortezze militari. Le bambine romane invece giocavano ad emulare la figura materna cullando le bambole che erano, allora come ora, fornite di vestitini, accessori e mobili per la casa. I giocattoli venivano regalati ai bambini soprattutto in occasione di ricorrenze religiose e per questo motivo in età adolescenziale venivano consacrati alle divinità domestiche, lari, oppure a Venere o ad Artemide. Come testimoniano i corredi funerari rinvenuti nei vari scavi, se malauguratamente il bambino moriva in tenera età, i suoi giocattoli venivano seppelliti insieme a lui.

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