”Ci sono quattro tipi di persone nel mondo. Beh, in questo mondo comunque
I MONOLOGHI DELLE FARFALLE
Ci sono quattro tipi di persone nel mondo. Beh, in questo mondo comunque.
Ora, il primo tipo di persona guarda il mondo e chiede “Perché?” Digrignano i denti e fissano cupi il marciapiede mentre si avviano tristemente al lavoro, convinti della loro stessa impotenza di cambiare il mondo. Quando si mettono al lavoro, il loro caffè da asporto è tiepido.
Il secondo tipo di persona guarda il mondo e chiede “Perché no?” Progettano, sognano e si affrettano a lavorare e fare volontariato, dolorosamente convinti che con la giusta dedizione, determinazione e devozione ardente, il mondo può essere un posto migliore. Non hanno mai abbastanza tempo per bere un caffè.
Poi c’è il terzo tipo di persona. Non si preoccupano nemmeno di chiedere perché o perché no. Hanno già capito che non possono cambiare il mondo e semmai il mondo li cambia. Hanno capito l’intero nocciolo della questione attraverso anni di lotte e sono diventati indifferenti grazie all’adattamento. Non si preoccupano di chiedere un caffè e di bere quello che gli viene messo davanti.
Ma il quarto tipo… Oh il quarto tipo… Sono l’anima dell’umanità, che danzano alla luce di un nuovo giorno con un bagliore evangelico che luccica nei loro occhi come una pioggia estiva su una pozza di cielo. Hanno capito che il mondo non vale lo sforzo perché ci sono guerre e omicidi e catastrofi ambientali e dita dei piedi mozzate e corruzione dietro ogni angolo benedetto. Quindi sono andati a creare i propri mondi. E sono mondi adorabili. Posti così incantevoli!
Sono lì al computer seduti onnipotentemente alle tastiere come divinità sul Monte Olimpo che costruiscono realtà alternative in cui vivere. Qualsiasi cosa abbiano mai sognato. Qualsiasi cosa abbiano mai voluto. Dove non succede mai niente di brutto a meno che non lo decidano loro: scegliere e scegliere cast di personaggi e trame e conversazioni e sole, colore di sfondo e musica.
E nel loro mondo possono rotolare giù per le montagne e pattinare sul ghiaccio attraverso vasti deserti assonnati. E vola! Sì, vola! Con ali sottilissime come farfalle attraverso campi di fiori di caramelle e vasti oceani bagnati tacciono dolcemente all’alba.
Ma un giorno alzano lo sguardo dallo schermo e vedono una tazza di caffè fredda seduta su una scrivania e le loro unghie lunghe e sfilacciate su mani pallide appese a una tastiera. E in questo altro mondo le ragnatele decorano gli angoli e la polvere giace nella garza ancora grigia sui mobili, e così si guardano intorno e dicono: “Sono una farfalla che finge di essere una persona, o sono una persona che finge di essere una farfalla?”
E poi tornano di corsa nel mondo dello schermo dove possono allargare le ali iridescenti sotto la luce dello schermo, soffice e morbida su una nuvola grigio rosa, e vedono una farfalla che li guarda con un’indifferenza funesta, e un senso di terrore e orrore taglia come un vento invernale.
“Perché la farfalla mi guarda? Avrei giurato di essere la farfalla che ora mi guarda. Quindi deve essere che sono una persona che esegue un programma per computer fingendo di essere una farfalla. O forse questo è tutto un mondo creato da un altro programma per computer all’interno di un altro programma per computer in un altro mondo. Forse non esisto come persona o come farfalla! Forse non esisto affatto! Forse non ci sono mondi! Forse niente è reale! Forse non c’è il caffè! Mio Dio! Mio Dio!”
Quindi, dei quattro tipi di persone nei rispettivi mondi, nessuno di loro ha bevuto una bella tazza di caffè caldo. Questo, ovviamente, è ciò che non va nel mondo in cui ci troviamo io e te. Ma lascia perdere tutto questo. “Cosa deve fare una farfalla per prendere una tazza di caffè in questo posto, comunque?”
Syl Shawcross vive in Quebec, Canada ed è autrice di “The Get-Over-Yourself Self-Help Book and other saggi”, (disponibile da qualche parte apparentemente) che contiene questo particolare pezzo scritto approssimativamente nel 2007.