La NATO mostra i muscoli
I MUSCOLI DELLA NATO
La NATO mostra i muscoli. E li mostra con grandi manovre al confine fra Polonia e Russia. Quasi una simulazione di una guerra che potrebbe essere imminente.
“Operazione Anaconda”. Questo il nome della più grande manovra militare dell’Alleanza Atlantica, vero e proprio War Game, dai tempi della Guerra fredda. Coinvolge in primo luogo la Polonia, e poi i Paesi Baltici. Che si ritengono sotto minaccia della Russia, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.
Una esercitazione con intenti essenzialmente, difensivi. Almeno dicono… Per fare recedere Mosca da una, ipotetica, velleità di espandersi ulteriormente. Di cercare di riportare sotto il suo controllo i paesi un tempo parte dell’Inpero sovietico. E prima ancora di quello degli Zar.
Una prova di forza. Si parla di 90.000 uomini, mezzi corazzati, 50 navi da guerra… dati tecnici che si accavallano su media e social. E, soprattutto, trentun paesi coinvolti, seppure a diverso titolo, e con diverso impegno. Che è, poi, politicamente la cosa più importante. Dimostrare alla Russia non solo la potenza bellica, ma la compattezza politica della NATO.
Ma è reale questa compattezza? La domanda è lecita, e affatto maligna.
Perché la NATO, come già ho avuto occasione di scrivere, in questo momento è periclitante. Il Congresso americano, sobillato da Trump, blocca ulteriori stanziamenti per Kiev. E The Donald si lascia andare a dichiarazioni tali da provocare l’insonnia e il delirium tremens a Stoltenberg.
A mostrare i muscoli, in questo momento, sono soprattutto i tedeschi. Il Bundestag sta discutendo la proposta di fornire missili Taurus, a lunga gittata, agli ucraini. Per colpire in profondità le infrastrutture russe.
Però, una conversazione tra ufficiali tedeschi, intercettata a resa pubblica dai servizi di Mosca, ci fa intravvedere ben altro scenario.
I militari dubitano dell’efficacia di questi strumenti bellici. E soprattutto della capacità di resistenza di un esercito ucraino ormai allo sbando.
Ora, sarà anche vero che non esistono più i tedeschi di una volta, ma mi permetto di dubitare che tre alti ufficiali germanici parlino di tali faccende – più o meno segreti militari – in una conversazione telefonica in chiaro. Senza preoccuparsi di venire intercettati.
Il sospetto che la fuga di notizie sia stata voluta, è estremamente concreto. I militari, in generale, sono molto più realisti dei politici. E non amano la guerra. Anche perché devono essere loro a combattere e morire. E questo vale per l’esercito tedesco come per il Pentagono.
Quindi, se certe notizie vengono fatte così palesemente circolare, è probabile che questo rappresenti un siluro, o meglio un “missile” contro le politiche belliciste del ministro Pretorius. Uno dei più accesi sostenitori di Zelensky nel governo di Berlino. Dove, per altro, è assordante il silenzio (e l’assenza) del Cancelliere. L’ottimo (si fa per dire) Scholz si sarà, probabilmente, preso per l’ennesima volta un, diplomatico, COVID…
31 Paesi NATO coinvolti tra le spire di Anaconda. Però la compattezza è solo di facciata. Orban ha già detto esplicitamente che di un conflitto con la Russia non vuole neppure sentire parlare. E lo stesso ha fatto Fico, il suo collega slovacco. Il malessere serpeggia in tutti i paesi balcanici entrati nella NATO. Con forti tensioni interne che rischiano di destabilizzarli.
La stessa Polonia non sta vivendo bene queste Grandi Manovre. Vedere panzer tedeschi attraversare il confine è stato un vero e proprio shock culturale. Rievocando ricordi non lieti e antiche paure.
Inoltre l’interesse di Varsavia va nella direzione di estendere un suo “protettorato” sulla Ucraina occidentale. Arrivando, in caso di trattative, ad un accordo di spartizione con Mosca.
Quanto agli Europei occidentali… beh, ci sono le bellicose dichiarazioni di Macron, afflitto dal complesso di Napoleone. Che contro la Russia finì, comunque, molto male. Come gli ha ricordato Lavrov.
E le sperticate, e strampalate, promesse della Signora Meloni. Che lasciano il tempo che trovano
Ben poco altro.
Certo, resta Ursula, da Bruxelles, che intona il coro della Norma: Guerra! Guerra!
Ma è in scadenza di mandato. E la sua rielezione diventa ogni giorno meno probabile.
Anche perché vi è un certo Draghi, Mario, troppo attivo in questi giorni.
Vuoi vedere che diventerà lo strumento per riaprire il dialogo con il Cremlino?
In fondo, è uomo buono per tutte le stagioni