”Capita a tutti di sbagliare. Persino alla Busiarda (La Stampa) di Giannini

I NODI DI GORDIO DI CACCIARI E LA SOLUZIONE TURCA
Capita a tutti di sbagliare. Persino alla Busiarda (La Stampa) di Giannini che, dopo le banalità faziose di Michela Murgia, ha deciso di pubblicare un intervento intelligente di Massimo Cacciari a proposito dei Nodi di Gordio che l’Occidente deve sciogliere, per evitare che provveda un nuovo Alessandro Magno con un’arma molto più potente dell’antica spada.

“Portategli il discorso su argomenti,
che richiedano acume e sottigliezza,
vi saprà sciogliere il nodo gordiano
di tutto, come la sua giarrettiera”
(William Shakespeare, Enrico V, Atto primo, scena prima. 45-47)

Non è necessario concordare interamente con l’analisi di Cacciari per rendersi conto che il filosofo veneziano ha il coraggio che manca sempre a Giannini ed alla sua banda: il coraggio di porre dei problemi seri, veri e di offrire delle prospettive che sono molto lontane dalle consuete sciocchezze politicamente corrette del quotidiano degli Elkann.
Ed il Nodo di Gordio, il complesso rapporto tra Europa ed Asia, è sempre fondamentale. Perché Europa ed Asia formano un unico grande Continente che rende obbligatoria l’individuazione di una modalità per la convivenza. Un grande Continente che si amplia sino a comprendere l’Africa. È un destino comune imposto dalla geografia. Certo, con differenze e diffidenze reciproche, con millenni di guerre alle spalle, con rancori spesso assurdi. Ma proprio le differenze possono trasformare questo Continente euroasiatico e africano in un organismo vivo, ricco di idee e di occasioni di confronto.
Partendo, però, dal dato di realtà e non dalle costruzioni della fantasia. Esiste una sola superpotenza in tutta quest’area. Ed è la Cina. Dunque, è profondamente stupido far finta che non esista. Come è stupido credere che la Russia sia ancora una potenza di primo livello. La strategia di Washington di irritare il Cremlino con continue provocazioni è servita solo a consegnare Mosca come gentile omaggio a Pechino, indebolendo sempre di più l’Europa grazie al servilismo degli atlantisti.
L’Unione europea era un nano politico ma un gigante economico. Trasformarsi nei maggiordomi di Biden è servito solo a rimpicciolire l’Europa sotto l’aspetto economico, senza farla crescere politicamente. Perché le decisioni vengono prese a Washington ed adottate a Bruxelles. Si è imposto agli europei di scegliere tra Biden e Putin, e poi tra Biden e Xi Jinping. Quando, in realtà, l’unica scelta doverosa sarebbe stata quella tra essere servi di Washington o liberi europei.
Impossibile? Per nulla. Perché mentre la Russia implodeva – non per la guerra in Ucraina bensì per le rapine degli oligarchi che non hanno investito per la crescita del proprio Paese né in ambito economico e neppure in quello culturale – la Turchia si muoveva abilmente negli immensi spazi geopolitici che si aprivano. Si muoveva nonostante pesanti difficoltà economiche, nonostante profonde lacerazioni politiche interne, nonostante gli scontri armati con i curdi e le altre tensioni nell’area.
Dunque, si poteva agire, in Europa. Ma non si poteva pensare di ottenere risultati se ad Erdogan si contrapponeva Ursula von der Leyen o Giggino Di Maio. E non ci si può illudere che i Nodi di Gordio possano essere sciolti da Tajani e Crosetto. Senza dimenticare che Gordio è ora una città della Turchia. Ed il destino pare offrire ad Erdogan un ruolo estremamente delicato, difficile, ma storicamente fondamentale.

3 gennaio 2023