Le notizie diventano rapidamente vecchie…
I PIATTI DELLA BILANCIA
di Andrea Marcigliano
Mentre il nostro magazine, ElecTo, è stato bloccato dall’ennesimo attacco di Hacker – che, sinceramente, non credo siano ragazzini in fase giocosa – nell’attesa che si sbloccasse nuovamente, mi sono baloccato con pensieri…oziosi. Fors’anche inutili.
Perché trattare di stretta attualità, guerre e quant’altro, mi appariva vano. Le notizie diventano rapidamente vecchie, ed io non sapevo quando quello che scrivevo avrebbe mai potuto essere pubblicato…
Così… divago… o meglio mi soffermo a riflettere su temi, e simboli, che ordinariamente svaniscono sullo sfondo. Incalzati dall’incedere, inesorabile, degli avvenimenti.
Il mondo, tutto questo nostro mondo reso sempre più piccolo nel tempo, appare in un equilibrio precario. Ma, forse, sarebbe meglio dire in uno…squilibrio. Comunque, sull’orlo di una crisi irreversibile.
Dopo di questa, certo, dovrà forzatamente trovare un nuovo equilibrio. Ma quale questo potrà mai essere sarebbe estremamente difficile, anzi impossibile prefigurarlo ora.
Esiste, probabilmente, una…bilancia. La bilancia del destino, sui cui due piatti gravano gli avvenimenti e, soprattutto, le loro cause. Non la vediamo, certo. Non è qualcosa di…tangibile. Eppure c’è, o meglio vi deve, necessariamente, essere. Perché, altrimenti, tutto quello che viviamo e vediamo non avrebbe senso alcuno. Sarebbe un caos privo di significato. E tutta la nostra “storia”, solo “ronzio d’un’ape entro un bugno vuoto”. Per dirla con il Pascoli, che era un nichilista come pochi.
Ora noi vediamo alcune cose. Avvenimenti, cause…chiamateli pure come volete. E, se siamo ancora in grado di riflettere, ci lasciano un senso di inquietudine.
Apparteniamo a quello che viene, comunemente, chiamato Occidente. E non possiamo dimenticarcelo, perché la nostra vita dipende, nel bene e nel male, da questo. Più nel male che nel bene, oggi come oggi.
Tuttavia, va detto, che è stata per i più una vita abbastanza comoda. Fino a poco tempo fa, almeno. E anche ora, se ci si ottunde e non si guarda intorno, può sembrarlo.
Ma non è più così. Anzi, di giorno in giorno le cose vanno peggiorando. E ci si avvicina ad un precipizio, quasi senza rendersene conto.Per due ragioni fondamentali.
La prima è interna. Sembriamo come ipnotizzati. Incapaci di prendere atto della realtà. E tutti presi da cose che a noi, e soprattutto a certe nostrane, cosiddette, élite sembrano importanti. La parità di genere, i diritti, ormai i privilegi, delle minoranze sessuali. Le teorie astratte sul sesso…roba così, insomma. Fondamentale, qui da noi.
Ma noi non siamo il mondo. Solo una piccola parte, troppo a lungo cullatasi nella fantasia (malata) di essere il tutto. E il mondo, quello vero, è molto più grande. E profondamente diverso.
Lì ci si deve misurare con la necessità stringente di vivere. E, in molti casi, di sopravvivere. Li si lotta per la vita, ed è essenziale ciò che viene dalla natura. Traduco: gli uomini sono uomini, le donne donne. Da questo viene la progenie. La continuità della specie. E, quindi, dei popoli.
E non vi sono fantasie, più o meno insane, che tengano. Si lotta per vivere. E per vivere meglio.
Il resto, ciò che per noi europei sembra fondamentale, sono chiacchiere vane.
Punto.
E, secondo, questa realtà che ci circonda sta diventando sempre più vigorosa. E sicura dei propri mezzi. Russia, Cina, India, Africa, America Latina….avanzano. Progrediscono lottando. E sempre meno ci ascoltano e obbediscono. Anzi…
Anche perché le, cosiddette, élite europee sono, ormai, avulse dalla realtà. Chiuse in se stesse, ed estranee anche ai loro popoli. Tradotto, a noi maggioranza. Che veniamo visti come un peso quasi inutile. Da diminuire forzatamente. Per lasciare spazio al loro, personale, Bengodi.
È una ideologia vera e propria. Che viene da, relativamente, lontano. Dai deliri – perché questo erano – di Malthus. Che ora, però, sono arrivati al potere. Ideologia, o deliri, di una ristretta minoranza, che pensa di poter disporre della vita altrui, e dello stesso mondo, a suo piacimento.
Ma così non è. E presto se ne dovrà, tragicamente, rendere conto.
E noi? Noi gente comune che viviamo, sempre peggio per altro, in questo Paese dei Balocchi che chiamiamo, pomposamente, Occidente?
Beh, noi dobbiamo svegliarci. E capire dove stiamo andando a finire.
Prima che sia troppo tardi.