Che bello essere ricchi…
I RINCARI ASSURDI FRENANO LE AZIENDE DEL LUSSO. IL MONDO CAMBIA?
Che bello essere ricchi in un mondo in cui ci si arricchisce sempre di più e dove il lusso è riservato ad un numero sempre più ristretto di persone! E che bello possedere aziende impegnate a soddisfare ogni capriccio di questi oligarchi e plutocrati che si sentono élite senza esserlo! O forse no?
“L’interesse dei consumatori verso gli articoli di alta e altissima gamma – scrive il Post – sta calando, per due motivi principali. Da un lato c’è l’andamento incerto dell’economia globale e dei mercati più importanti per il settore, come quello cinese; dall’altro è in corso un ampio cambiamento culturale che influenza le scelte di consumo”.
Calano le vendite del gruppo francese LVMH (con marchi come Louis Vuitton, Fendi, Dior, Bulgari, Dom Pérignon, Moët & Chandon), soprattutto nel settore vini e oreficeria, ma anche nell’abbigliamento.
Ma va peggio a Kering, gruppo a cui fanno capo, tra gli altri, marchi come Gucci, Balenciaga, Saint Laurent e Bottega Veneta, con un fatturato sceso dell’11% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, con un risultato particolarmente negativo per Gucci, i cui ricavi sono calati del 20% e con prospettive pessime per la seconda parte dell’anno. Non va meglio per Burberry.
Ovviamente incide il rallentamento dei consumi di lusso, e non solo di lusso, in Cina. D’altronde l’offensiva dell’Occidente collettivo contro Pechino non favorisce la richiesta di prodotti in arrivo dai Paesi che passano il tempo a minacciare la Cina e ad imporre dazi e sanzioni.
“Anche i mercati occidentali – prosegue il Post – stanno mostrando qualche incertezza, soprattutto a causa dell’inflazione e della conseguente riduzione dei redditi reali, che hanno sostanzialmente escluso dal mercato del lusso la classe media e medio-alta, dato che le persone hanno meno soldi da destinare ad acquisti non necessari”. Vuoi vedere che il dissanguamento del ceto medio, che vede il governo italiano in prima fila, non è una grande idea?
Secondo il New York Times i prezzi degli articoli di moda sono aumentati mediamente del 25% dal 2019 ad oggi, ma c’è chi ha fatto scelte estreme: aumentare a dismisura i prezzi per accrescere i margini anche a fronte di cali di fatturato.
Louis Vuitton, ad esempio, ha trasformato Speedy, un modello di borsa a bauletto che un tempo era tra i più economici del marchio e quindi alla portata anche della classe media, in un oggetto esclusivo: negli anni Dieci – assicura il Post – con 600/700 euro si riusciva a comprare il modello base, che ora costa 2.550 euro. Lo stesso vale per la Neverfull, il modello più capiente del marchio molto diffuso qualche anno fa: è passato dai 500 euro circa del 2007 agli attuali 1.500.
Il risultato è che prima si sono tagliati fuori i consumatori medi, e poi anche quelli più benestanti che si sono resi conto di non voler pagare molto di più per prodotti che erano sempre gli stessi. Lo status inizia a contare meno mentre costa di più. E vivere solo con gli acquisti dei super ricchi è un lusso che possono concedersi poche aziende di super nicchia.
Gli altri dovranno ripensare al modello di business legato solo agli altospendenti. E non solo nell’industria.