Demografia e democrazia sotto attacco il volto oscuro del colpo di stato

I ROMENI IN ITALIA NON HANNO APPREZZATO IL COLPO DI STATO

DEI BUONI A BUCAREST

di Augusto Grandi


Il colpo di stato – democratico e quindi buono e giusto – attuato in Romania poiché il voto popolare non aveva premiato il candidato voluto da Bruxelles, non ha entusiasmato la folta popolazione rumena presente in Italia. Perché in tanti, in troppi secondo i gestori del voto democratico, avevano scelto Georgescu, il candidato cattivo. Così cattivo da volere la pace, così cattivo da stare dalla parte del popolo romeno e non dei mercanti di armi e degli speculatori.

Tutte posizioni che lo hanno portato ad essere il più votato, ma che hanno scatenato la canea dei buoni, sconfitti ed arrabbiati. Così il voto è stato annullato, perché i buoni devono vincere a prescindere. E Georgescu si è ritrovato con l’accusa di essere un putiniano. E quindi deve perdere a prescindere, il voto popolare non conta. Non è che in democrazia vinca automaticamente chi ottiene più voti. Dipende. Se piace agli oligarchi ha vinto, se li contrasta si annullano le elezioni.

Diventa difficile parlare di brogli, dal momento che i buoni sono al potere e controllano l’intero apparato. E allora ci si scaglia contro i condizionamenti russi attraverso Tik Tok. Che è russo? Macché, è cinese. Ma fa comunque parte del fronte del male. E con un balletto oggi, una canzoncina domani impone agli elettori rumeni di votare per il candidato sbagliato.

Siamo di fronte ad una forma di democrazia avanzata. Preventiva. Al prossimo giro i candidati cattivi saranno ammessi alle elezioni ma il loro nome non comparirà sulla scheda. Così il popolo non potrà lamentarsi per l’esclusione del candidato preferito, ma non potrà votarlo.

Peccato che i rumeni in Italia non abbiano apprezzato il giochetto. Loro sono andati a votare convinti che il voto fosse libero e servisse a qualcosa…

Redazione Electo
Augusto Grandi

 

 

 

 

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