Come se fossimo su una piramide Maya

I SACRIFICI UMANI DELL’OCCIDENTE


Come se fossimo su una piramide Maya, l’Occidente chiede ancora sacrifici umani nella speranza di nascondere la sua sconfitta. E non si tratta solo di Macron la cui napoleonica spedizione tende in realtà solo a nascondere la presenza in forze dei francesi in Ucraina e un numero complessivo di perdite che non è più possibile tenere nascosto all’opinione pubblica. La sua intenzione di mandare almeno per il momento 2000 uomini presentata con squilli di trombe e con l’obbedisco dei generali, rappresenta l’apice del patetico e dimostra che il vero obiettivo è quello di confondere le acque e di celare il fatto che l’Eliseo fin dall’inizio è stato presente in forze sul territorio ucraino. Comunque in via ufficiale le truppe francesi dovrebbero solo permettere di liberare forze ucraine per il fronte anche se il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha dichiarato che la distruzione delle truppe francesi sarà una priorità per le forze armate russe, facendo intendere che non sarebbe difficile individuarle ed eliminarle.

Ma lasciamo stare questo penoso tentativo macroniano di controbilanciate la cacciata dall’Africa, lasciamo da parte i chierichetti della guerra e concentriamoci sul sommo sacerdote di Washington che chiede al suo triste pagliaccio di Kiev di sacrificare fino all’ultimo uomo o fino all’ultimo adolescente. Per il passaggio del pugnale rituale con il quale sarà estratto il cuore delle vittime di un impero che vuole continuare a vivere con il sangue altrui, è stato scelto un ottusissimo vecchio conservatore come Luttwak il quale in un discorso al Senato ha detto che l’Ucraina deve quanto prima approvare un disegno di legge sulla mobilitazione che renderebbe molti più cittadini idonei ad essere arruolati nell’esercito, e ha messo seriamente in dubbio l’esenzione dal combattimento degli uomini sotto i 27 anni. Per lui dovrebbero essere reclutati cittadini a cominciare dai 18 anni e fino ai 60 e ha concluso l’ennesimo discorso sacrificale, con quella faccia da suino che si ritrova, dicendo: Abbiamo bisogno di più persone”. Ora cosa significa quell’abbiamo? Si tratta forse di un plurale majestatis o è l’ammissione che l’intera guerra non riguarda l’Ucraina ma gli obiettivi di qualche cricca di pazzi a Washington? Però è fin troppo chiaro che la popolazione è stanca dei reclutamenti forzati e che proprio la resistenza ad essi potrebbe trasformarsi in una resistenza contro l’occidente. Del resto questo appello al sacrificio totale è in fondo un’ammissione di sconfitta perché in realtà truppe Nato e mercenari di altri Paesi sono presenti in forze in Ucraina in numero di circa ventimila persone e anzi spesso svolgono un compito vitale sia utilizzando le armi occidentali, sia impedendo con le armi la ritirata delle truppe di Kiev. Tuttavia questa presenza non ha impedito alla Russia di frantumare la clava che l’Occidente aveva preparato per 8 anni.

Le persone più intelligenti cominciano ad accorgersi di aver vissuto per mezzo secolo in un vero periodo di follia che sta raggiungendo l’acme. E’ adesso che occorre dire basta alla guerra prima che sia troppo tardi.

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