I clienti dicono che queste fragranze oscure e sporche sono potenti afrodisiaci

Illustrazione di Jacob Stead

I SEGRETI DEI PROFUMI ALTRO CHE BOUQUET FLOREALI (SECONDA PARTE)

dalle ghiandole anali ai resti di balena, gli ingredienti

Quali sono gli ingredienti che compongono i profumi di maggiore successo? Altro che fiori, petali e bacche! Dalle ghiandole anali ai resti delle balene, ecco gli ingredienti


I clienti dicono che queste fragranze oscure e sporche sono potenti afrodisiaci

Bryum argenteum. Free Software Foundation

Come la maggior parte delle spezie, dei tessuti e dei beni di lusso, il muschio è arrivato in Europa dall’estremo oriente. La parola “muschio” deriva da un termine sanscrito che significa testicolo, e indica il contenuto delle ghiandole di un piccolo cervo asiatico chiamato mosco. Questi sacchetti di fluido animale venivano prelevati dalle carcasse dei cervi macellati e lasciati asciugare al sole. Allo stato naturale, il muschio ha un odore di urina, acuto e pungente. Da asciutto, però, acquista un aroma più delicato. Perde via via l’odore di ammoniaca e diventa dolce, con una nota di cuoio. Smette di puzzare di pipì e comincia a odorare di sudore fresco, è come la coroncina lanuginosa sulla testa di un bambino. Era considerato un afrodisiaco: secondo una leggenda, Cleopatra usò oli di muschio per sedurre Marco Antonio e attirarlo nel suo letto. Il successo del profumo è anche dovuto alle dimensioni delle sue molecole: le molecole più grandi si ossidano più lentamente e quelle del muschio, che sono piuttosto grandi, durano di più rispetto a quelle di altri odori e gli permettono di allungare la vita delle altre essenze. Grazie alle sue proprietà fissanti il muschio viene usato come base di molti profumi, anche di quelli che non sanno apertamente di muschio.

Nel 1979 il mosco è stato inserito nella lista delle specie a rischio dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione della flora e della fauna selvatica (Cites), perciò l’uso del muschio naturale nei profumi commerciali non è più consentito dalla legge. Ciò nonostante, i moschi tibetani continuano a essere uccisi per le loro ghiandole alimentando il commercio illegale del muschio, venduto online. Il muschio viene anche usato in alcuni rimedi naturali tradizionali in Cina e in Corea; quindi, è ancora uno dei prodotti animali più preziosi e ricercati del pianeta. Nel suo libro The fly in the ointment (La mosca nell’unguento)(1), Joe Schwarcz, direttore del McGill University office for science and society, spiega che il muschio è “più prezioso dell’oro”.

Lo zibetto africano

Lo zibetto è una fragranza meno nota, anche se si ritrova spesso nei profumi. Ricavato dalle ghiandole dell’omonimo mammifero, lo zibetto è simile al muschio a livello di struttura molecolare, ma chi l’ha annusato dice che ha un odore ancora più animale. “È molto pungente”, conferma Jacqueline Menish, dello zoo di Nashville. Gli zibetti sono animali insoliti per uno zoo. Non sono né felini né roditori, anche se vengono erroneamente scambiati per entrambi. Poche persone vanno allo zoo per ammirare queste strane creature notturne, ma lo zoo di Nashville ospita diversi esemplari di zibetti dalle palme fasciate perché il direttore “li adora” (qualcuno di voi avrà sentito parlare del caffè di zibetto un prodotto che si ottiene facendo ingoiare a forza dei chicchi di caffè agli zibetti asiatici per poi raccoglierne la cacca. A quanto pare, gli umani hanno escogitato molti modi per ricavare soldi dal culo degli zibetti). Quando sono sorpresi, spaventati o eccitati, gli zibetti lasciano “esprimere” le loro ghiandole anali e spruzzano un liquido untuoso. L’odore rimane nell’aria per giorni. “Immagino che se fosse diluito non avrebbe un odore così sgradevole”, concede Menish. “Ma quanto t’arriva in faccia è veramente terribile”.

A differenza del muschio, questa sostanza può essere estratta senza uccidere l’animale, ma il procedimento è comunque crudele. Gli animali vengono tenuti in minuscole gabbie e punzecchiati con dei bastoncini o spaventati con rumori forti finché non reagiscono e rilasciano le loro preziose secrezioni. Anche se i laboratori che fanno profumi commerciali non usano più lo zibetto naturale per le loro fragranze, James Peterson, un profumiere di New York, possiede una piccolissima fiala di tintura. “All’inizio quando lo annusi ha un odore tremendo”, dice. “Ma io ne ho un po’, ha cinque anni e posso dire che acquista una nota fruttata man mano che invecchia. La tintura di zibetto ha un aroma ricco che funziona benissimo con le essenze floreali”. In rare occasioni, Peterson ha usato il muschio o lo zibetto naturale per produrre “piccolissime quantità” di profumi speciali che hanno “una qualità intensamente erotica”. I clienti dicono che queste fragranze oscure e sporche sono potenti afrodisiaci. “Danno il meglio quando agiscono a livello inconscio”, aggiunge.

Come il muschio e lo zibetto, l’ambra grigia ha origine animale, ma per produrla non è necessario uccidere le balene. Da sempre le balene vengono cacciate per i prodotti del loro corpo come l’olio, lo spermaceti e l’interno dello stomaco, ma oggi è più facile che l’ambra grigia si trovi sulle spiagge, poiché proviene da una specie in via di estinzione, il capodoglio. L’ambra grigia è una sostanza cerosa che si forma nell’intestino crasso dei capidogli per proteggere le loro tenere interiora dai becchi duri e appuntiti dei calamari. Secondo Christopher Kemp, autore di Floating gold: a natural (and unnatural) history of ambergris (Oro galleggiante: storia naturale e innaturale dell’ambra grigia), all’inizio è come una massa di corna e artigli che irritano il sistema digerente della balena. Mano a mano che la massa scende nell’intestino crasso della balena, cresce e diventa “un blocco solido aggrovigliato e indigeribile, saturo di feci, che comincia a ostruire il retto”. Una volta scaricata nell’oceano, comincia lentamente ad ammorbidirsi. La massa nera, simile al catrame, viene sbiancata dall’oceano fino a diventare liscia, pallida e fragrante. La scala di colori va dal burro al carboncino. L’ambra grigia più pregiata è bianca, poi diventa color argento e infine color grigio-luna. Si ritiene che solo l’1 per cento della popolazione mondiale dei capidogli produca ambra grigia. È una sostanza molto rara, molto bizzarra e molto pregiata.

L’ambra grigia

Olfatto evolutivo
L’appetito dell’uomo per l’ambra grigia risale ai tempi antichi. I cinesi pensavano che fosse saliva di drago che si era solidificata dopo essere sprofondata nell’oceano, mentre gli antichi greci amavano aggiungere l’ambra grigia alle bevande per dare un tocco in più. A re Carlo II d’Inghilterra piaceva mangiarla insieme alle uova, una pratica che a quanto pare all’epoca era abbastanza diffusa tra gli aristocratici in Inghilterra e nei Paesi Bassi. Non è così sorprendente che la gente si concedesse questa lieve forma di coprofagia: olfatto e gusto sono profondamente legati, e anche se non so dire che sapore abbia l’ambra grigia posso assicurare che l’odore è allettante. Avendone la possibilità, spargerei sicuramente un pizzico di polvere argentata di balena sulle mie uova, giusto per sapere di che sa (di certo non è più strano che mangiare ali di pollo ricoperte d’oro, altra pratica che sembra essere stata inventata per distruggere valore facendo passare l’oggetto del desiderio attraverso il retto prima di scaricarlo nell’inevitabile tazza di ceramica bianca).

L’ambra grigia viene spesso usata nei profumi per migliorare altri aromi. Ha un ruolo da attrice non protagonista più che da star, perché l’odore è seducente, ma non è molto forte. Ha una fragranza ultraterrena. Profuma di mare, ma anche di erba dolce e pioggia fresca. È incredibile che una sostanza che si forma nelle viscere di una balena abbia un odore tanto puro. Se trovassi dell’ambra grigia fresca, nera come la pece, appiccicosa e puzzolente, probabilmente non mi verrebbe voglia mangiarla. Ma se lasciata maturare e diluita, può trasformarsi da rifiuto animale in ambrosia.

Il libro di Schwarcz prova a spiegare perché siamo attirati da questi aromi e cita una serie di studi secondo i quali le donne, avendo le ovaie, sono più sensibili al muschio, soprattutto nel periodo dell’ovulazione. Forse, ipotizza timidamente, l’odore del muschio ricorda quello delle sostanze chimiche prodotte dall’organismo umano per attrarre potenziali partner.

Al telefono Schwarcz è ancora più prudente nell’ipotizzare una possibile spiegazione evolutiva per le nostre preferenze olfattive. “Il senso dell’olfatto è stato studiato a fondo, con risultati sorprendentemente modesti in termini di ciò che sappiamo. È molto complicato”, dice. “Non sappiamo perché il muschio attrae più alcune persone che altre. Non sappiamo perché ha un odore diverso quando viene diluito, ma sappiamo che è così”. Quando gli chiedo se amiamo il muschio perché siamo programmati per amare gli odori corporei, subito sposta il discorso sulla “questione dei feromoni”, che “forse in realtà addirittura non esistono” nella nostra specie, per quanto ci piaccia attribuire vari fenomeni empirici a questi invisibili messaggeri. Secondo Schwarcz, molto di quello che si dice sui feromoni vale solo per certe specie non umane. Per esempio, i feromoni dei cinghiali sono universalmente noti, facili da riprodurre e sfruttati dagli agricoltori per aumentare il tasso di natalità negli allevamenti. Alcuni profumi di cui si enfatizza il fatto che hanno “veri feromoni” magari contengono davvero molecole di feromoni: peccato che facciano effetto solo ai maiali.

Dove la scienza non riesce a dare una spiegazione esaustiva, gli artisti ci offrono uno strumento illuminante per comprendere il nostro rapporto con il desiderio e l’estetica. Per la profumiera Anne McClain, della Mcmc Fragrances di New York, è la tensione tra sgradevole e dolce a elevare una fragranza da prodotto di consumo a opera d’arte. Questo è un elemento chiave quando si usano ingredienti ripugnanti come gli estratti floreali indolici o le secrezioni muschiose. Il tocco indecente diventa una specie di segreto, un dettaglio raccapricciante appuntato a margine della ricetta, visibile solo da chi se ne intende ma apprezzato da tutti. Sotto la bellezza si sente sussurrare l’oscenità. Combinati insieme, questi elementi creano un aroma che sa paradossalmente di pulito e di sporco, di leggero e di pesante.

“L’indolo è quello che rende interessante l’odore del gelsomino”, dice. “Ti fa venire voglia di annusarlo di nuovo, è come una droga”. A differenza degli aromi agrumati, che hanno un’unica nota e sono piuttosto semplici, nei fiori c’è un elemento di decomposizione, un sentore di putrescenza. McClain sottolinea giustamente che è questo che rende i fiori attraenti per le api e gli altri impollinatori. L’aro titano è famoso per il suo odore di cadavere, ma lo stesso vale per molti altri fiori, anche se in misura minore.

Inoltre, l’uomo è per natura “un po’ schifoso”, dice McClain. Come gli zibetti, i moschi e le balene, facciamo la cacca, emaniamo secrezioni, ci accoppiamo e talvolta vomitiamo. Ma allo stesso tempo siamo capaci di creare la vita e la bellezza, e per McClain è proprio questa capacità vitale ad accomunare i fiori e gli esseri umani. “Penso che ci sia qualcosa di profondo in tutto ciò che è fatto di vita e crea vita. C’è qualcosa d’intrinsecamente sessuale”, dice. “Magari lo zibetto preso di per sé ha un odore disgustoso, ma aggiunge un elemento di realtà”. Opportunamente mescolato ad altre delizie olfattive, crea un aroma che ci fa venire voglia di tornare sui nostri passi, d’interrogarlo con le narici allo stesso modo in cui ci soffermiamo davanti a un quadro. Stratificando il piacere e il disgusto, i profumieri creano qualcosa che somiglia alla vita: soave, effimero e misterioso.

Katy Kelleher

 

 

 

 

Approfondimenti del Blog

Una Mosca Nell’unguento- Significato E Origine Rivelati

(1)

Esempi della frase “Una mosca nell’unguento” nell’uso quotidiano

Puoi usare questa frase ogni volta che devi discutere di qualcosa di piccolo che potrebbe far deragliare i piani o creare qualcosa di spiacevole, sia che si tratti di qualcuno che non ti piace accompagnare in un’attività altrimenti divertente o di un collega che interrompe il tuo progetto di navigazione altrimenti tranquillo. Tuttavia, è importante notare che “la mosca” in questa frase di solito è qualcosa che sembra piccolo e innocente, e come se non fosse un grosso problema, anche se ha il potenziale per causare qualche problema.

In alcuni casi, “la mosca” può anche essere qualcosa di nascosto che potrebbe eventualmente essere portato alla luce in un secondo momento. Ad esempio, potresti creare un contratto commerciale con una clausola per uscirne se in un secondo momento vengono scoperti dettagli specifici sgradevoli. Potresti fare riferimento a questi dettagli come a un potenziale “unico neo”.

Un modo utile per descrivere la frase “Una mosca nell’unguento”

Quello che segue è uno scenario immaginario per descrivere quando potresti usare la frase “una mosca nell’unguento”.

Immagina di goderti una bella giornata nel parco. Hai una coperta, i tuoi snack preferiti, un bel libro da leggere e forse hai anche portato con te il tuo cane. Non vedi l’ora di goderti una giornata al sole da solo. Sei stato stressato per il lavoro ultimamente e non vedi l’ora di rilassarti. Ti sei sdraiato solo per pochi minuti quando il tuo collega meno amato ti si avvicina e inizia a chiacchierare di tutto ciò che stai cercando di evitare al lavoro. Cerchi di dare loro segnali che stai provando a leggere il tuo libro, ma non li capiscono. Si invitano a sedersi accanto a te e continuano a chiacchierare per tutto il pomeriggio. Sono un vero e proprio “unico neo”.

«I SEGRETI DEI PROFUMI ALTRO CHE BOUQUET FLOREALI – PRIMA PARTE»

(Traduzione di Fabrizio Saulini)

Questo articolo è stato pubblicato il 9 novembre 2018 sul numero 1281 di Internazionale. Era uscito su Longreads con il titolo The ugly history of beautiful things: perfume.

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