Dietro la retorica dell’aiuto militare, l’Europa rischia di diventare complice nella rovina di ciò che dice di voler salvare.

I VOLONTEROSI DELLA GUERRA DISTRUGGERANNO L’UCRAINA

Il Simplicissimus

Dietro il linguaggio della solidarietà e della difesa si nasconde una strategia miope e distruttiva. La mobilitazione bellica dell’Unione Europea, con la retorica dei “volenterosi” pronti a inviare armi e truppe, non sta salvando l’Ucraina: la sta portando verso il collasso. In questo pezzo si analizza come la scelta di prolungare il conflitto, anziché cercare una via diplomatica, stia logorando non solo Kiev, ma anche ciò che resta della credibilità europea. Mosca osserva, attende. La pace arriverà solo quando l’Ucraina sarà svuotata. E l’Europa, con lei.(f.d.b.)


Su una cosa non c’è alcun dubbio: la mobilitazione guerrafondaia della Ue sta sortendo l’effetto diametralmente opposto a quello di difendere e salvare l’Ucraina, sta infatti ponendo le basi per la distruzione del Paese, oltre che quella della credibilità europea, già ai minimi termini. La volontà di continuare la consegna delle armi e la costituzione di una lega di volonterosi per mandare truppe al regime di Kiev sta facendo comprendere a Mosca che non si avrà la pace se non quando gli ucraini non avranno esaurito tutte le risorse umane rimanenti. La fine del conflitto, infatti, non sarà possibile se la Ue tenterà – pur non avendone i mezzi – di portare avanti il piano originario di espansione ad est della Nato, la ragione principale che ha dato inizio allo scontro armato. Mosca è stata chiarissima su questo punto e non certo da ieri, ma da almeno un anno: per intavolare serie discussioni di pace occorre che sovranità dell’Ucraina venga ricostruita su fondamenta di neutralità e non certo su quello di truppe di Paesi appartenenti all’alleanza atlantica. Per questo la Russia chiede la creazione a Kiev di un governo ad interim sotto la supervisione dell’Onu e la selezione di Paesi neutrali per sovraintendere alle elezioni.

Mappa Novorossiya

Ma questa possibilità sembra svanire ogni giorno che passa, con la conseguenza che le operazioni militari si estendano a quella che una volta veniva chiamata Novorossiya e che comprende le regioni di Odessa, Kharkov, Dnipropetrovsk e Mykolaiv. Insomma, se la Nato vuole ad ogni costo proseguire una guerra già persa la Russia sarà costretta a spingersi il più ad ovest possibile, dove peraltro esistono ampie aree russofone. Lo stesso Putin parlando dal ponte di un sottomarino nucleare di quarta generazione con missili ipersonici Zircon, l’Arkhangelsk, ha detto che gli ucraini stanno esaurendo le riserve umane da gettare nel conflitto, intendendo con questo che più prima che poi dovranno essere truppe europee a resistere all’avanzata russa se proprio vogliono scegliere questa folle strada. Lo scenario scelto non è stato casuale: perché è ben nota la potenza della flotta sottomarina di Mosca. Come infatti scrive il Nation Interest “la Marina degli Stati Uniti e quella dei suoi alleati della Nato, sono totalmente surclassate dalla potenza di fuoco dei sottomarini di classe Yasen-M della Flotta del Nord russa”. Questo nell’ambito di un lungo articolo in cui si lamenta la lentezza con cui la cantieristica statunitense produce nuove navi tanto che gli Usa sono già indietro rispetto alla maggior parte dei Paesi nella costruzione di navi da guerra. E il confronto si allarga anche alla Cina che tra il 2019 e il 2023, ha prodotto almeno 39 navi da guerra con un dislocamento complessivo di circa 550.000 tonnellate. Secondo il Center for Strategic and International Studies, si tratta di una cifra superiore a quella dell’intera flotta britannica. Insomma, nel 2030 la Cina avrà 450 navi da guerra contro le 300 degli Usa. Peraltro nei cantieri cinesi sono in costruzione circa quindici battelli destinati alla flotta russa del Pacifico.

Tutto questo per dire che l’Occidente in generale non è onnipotente e che in queste condizioni la peggiore scelta possibile è proprio quella di mostrare i muscoli, come purtroppo sta facendo anche Trump con lo Yemen e con l’Iran, nella convinzione, indotta probabilmente dai servizi segreti che hanno così clamorosamente fallito in Ucraina, di poter facilmente impaurire Teheran e che gli iraniani abbiano una scarsa difesa antiaerea. Insomma, una riedizione nemmeno riveduta e corretta degli abbagli presi sulla debolezza russa. Per questo la coalizione dei volonterosi di Parigi è completamente al di fuori della realtà e dalla situazione effettiva del fronte. Macron, Starmer o Smerz (sintesi tra Scholz e Merz che poi in tedesco vuol dire dolore) sembrano piuttosto agire per la conservazione di se stessi, visto che una sconfitta dichiarata li spazzerebbe via e soprattutto per la conservazione delle oligarchie che hanno dominato l’Europa e di cui loro sono la perfetta espressione. Ma poi lasciatemi dire qualcosa di personale: so come combattono i russi e come invece gli americani o gli europei per esperienza diretta fatta in una lontana gioventù. Proprio non c’è gara e sto parlando di tempi in cui le ormai esigue generazioni occidentali non si erano ancora sedute sul divano in stato di atarassia. Se i volonterosi vogliono il peggio di sicuro lo avranno.

Redazione

 

 

 

 

Per ridere

  • In una caserma dell’Europa orientale, un giovane ufficiale mostra con orgoglio la mappa dei prossimi invii.
  • «Questi sono gli aiuti per la pace.»
  • Un collega guarda le casse piene di proiettili, droni e mine antiuomo.
  • «E quelli?»
  • «Quelli servono a far durare la pace abbastanza da farla a pezzi.»

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