Gli ambienti gay di per sé non c’entrano nulla o solo marginalmente con la pedofilia
IL BUON PEDOFILO VITTIMA DELLE DISCRIMINAZIONI
Dalla seconda metà degli anni ’90 e sino all’inizio del papato di Bergoglio la Chiesa cattolica è stata letteralmente massacrata, anche giustamente, per la questione della pedofilia che in molte parti del mondo le ha fatto perdere l’autorità morale che pretendeva di avere, innescando un meccanismo di disgregazione. Tuttavia, non appena raggiunto lo scopo di indebolire moralmente la Chiesa, la ridda di denunce e confessioni si è placata e al contempo il paradigma dettato dal potere è totalmente cambiato così che oggi assistiamo a un graduale sdoganamento della pedofilia in quanto pratica inclusiva. Il nuovo trattato Onu per la lotta contro la cybercriminalità è un esempio di questa mutazione: le delegazioni degli Usa e dei Paesi europei, Ue inclusa, stanno sostenendo l’inserimento nel testo di eccezioni per alcune forme di pornografia infantile le quali aprono un capitolo del tutto nuovo in merito alla questione.
In particolare gli Usa e i suoi sudditi chiedono (articolo 14 del trattato) che sia sottratta all’azione penale degli Stati la pedopornografia che non coinvolge bambini reali o – attenzione – quella creata all’interno di una “relazione consensuale” e conservata per “uso privato”. È chiaro a questo punto che non esiste più un diritto dell’infanzia, ancorché per confondere le persone si faccia abbondante uso di questa espressione, perché il bambino non è più un soggetto debole che un adulto può facilmente subornare, ma un soggetto pienamente consapevole in grado di acconsentire liberamente a qualsiasi tipo di rapporto. Invano il delegato siriano, a nome di 22 Paesi tra cui Russia e Cina ha denunciato il fatto che tali eccezioni minano lo scopo del trattato, che è quello di proteggere i minori: “Vorrei chiedere quali diritti stiamo proteggendo, quelli dei criminali o quelli delle vittime?”(1)
D’altronde questo non sorprende più di tanto, anzi è una logica conseguenza dell’ideologismo woke: se un bambino, anche in tenera età può autonomamente decidere se appartenere al sesso opposto o a qualunque tipo di “liquidità” immaginabile, tanto che ormai la tendenza è di sottrarre ai genitori la facoltà di impedire trattamenti ormonali e di altro tipo volti ad alterare il sesso biologico, è evidente che il bambino diventa soggetto pienamente in grado di scegliere. D’altro canto l’adulto non è più pedofilo, ma “persona attratta dai minori”, mentre si va affermando l’idea secondo cui la pedofilia è accettabile nella società moderna e che non c’è nulla di sbagliato in essa, ancorché coinvolga, spesso in maniera devastante, altre persone. Insomma che la pedofilia è un modo di essere che va “incluso”. La tendenza è dilagante e quando nel 2020 il governatore della California Newsom, firmò una legge che, in determinate circostanze, non riconosce un pedofilo come molestatore sessuale se la differenza di età tra l’autore del reato e la vittima è dieci anni o meno, il Los Angeles Time scrisse un articolo dal titolo: “Newsom firma un disegno di legge per porre fine alla discriminazione contro le persone LGBTQ nelle condanne per crimini sessuali.”
La stessa Kamala Harris fa parte della lobby che tra il 2010 e il 2024 tramite i rappresentanti democratici ha avviato 42 modifiche legislative che hanno portato alla parziale depenalizzazione della pedofilia, alleviato la situazione dei molestatori di bambini e normalizzato il loro status sociale e giuridico. I primi passi su questa strada sono stati fatti già all’inizio della carriera della jena ridens: quando era procuratore distrettuale di San Francisco, fu più volte criticata per essersi rifiutata di indagare sui crimini dei preti cattolici della Salesian High School di Richmond, accusati di aver abusato sessualmente di bambini. Le vittime di abusi e molestie da parte del clero affermano che Harris ha rifiutato di accettare le loro denunce e non ha avviato un solo procedimento penale per abusi su minori. Joey Piscitelli, che ha dedicato la sua vita a difendere le vittime degli abusi sessuali, dopo aver vissuto lo stupro, ricorda che la Harris definì i fatti presentati “una sciocchezza”, rifiutandosi di ascoltare i testimoni. Sarebbero molte le cose da dire e le leggi appoggiate da Kamala in questo senso, ma il fatto che abbia scelto come suo vice Tim Walz, governatore del Minnesota che è considerato una sorta di ideologo nella depenalizzazione della pedofilia, non lascia dubbi sulle intenzioni future. Tim Tampon, come viene chiamato, al meglio delle sue performance ha firmato una norma che vieta ai tribunali e ai funzionari di accogliere richieste di allontanamento, estradizione, arresto o mandati di comparizione relativi a procedure di riassegnazione del sesso infantile, formulate in altri Stati.
In realtà gli ambienti gay di per sé non c’entrano nulla o solo marginalmente con la pedofilia, ma è necessario collegare quest’ultima alla questione Lgbtq+ per farla rientrare quale legittima identità sessuale ed espressione di genere e dunque renderla legale attraverso questi trucchi retorici. Tutto ciò coinvolge ormai appieno l’Europa impazzita delle oligarchie dove a fare un complimento appena un po’ osé si rischia il posto di lavoro, ma se si insidia un bambino e si è criticati per questo si è solo vittime di sentimenti di odio.
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