”È una figura ricorrente…
IL CACCIABALLE
È una figura ricorrente, e tipica, della sub-cultura italiana. Il Cacciaballe. Del quale l’archetipo nobile si può ritrovare addirittura in Pirgopolinice. Ovvero il Miles Gloriosus di Plauto. Che Pasolini tradusse ed adattò a tempi più moderni nel suo “Il Vantone”. Figura di cui già mi è capitato di parlare, e che, forse, non meriterebbe tanta attenzione… se non fosse per il fatto incontrovertibile che te lo ritrovi tra i piedi ad ogni momento. Anzi, sarebbe corretto affermare che questa è la sua epoca. Il momento in cui, finalmente, gode di universale credito. E più le spara grosse, più viene ascoltato, creduto… applaudito. È ricoperto di prebende e onori.
Per il nostro eroe questo è un periodo meraviglioso. Unico e irripetibile. Perché, vedete, il Cacciaballe non potrebbe esistere se non vi fosse, di fronte a lui, una cospicua schiera di… abbocconi. Ovvero di quelli che le sue balle ascoltano, e, soprattutto, che a queste credono.
Insomma, anche il più abile imbroglione, che fa con maestria il gioco delle tre carte, è destinato a sparire e fallire se nessuno si ferma al suo improvvisato banchetto.
Ma siccome la madre dei cretini è sempre incinta – come soleva dire il compianto (ma da chi, poi?) Maurizio Costanzo – il Cacciaballe ha sempre trovato un uditorio attento e partecipe.
I suoi antenati, le sue origini, sono molteplici. E ramificate.
Al di là delle citazioni letterarie – viene in mente lo shakespeariano sir John Falstaff – che gli farebbero troppo onore, io vedo queste sue radici nel venditore di elisir miracolosi di certi, vecchi, film western. In genere un vecchietto dall’aria bonaria e svagata, che, però, è capace di avvelenare un intero villaggio…
Come dite? Assomiglia come una goccia d’acqua a Joe Biden? L’avete detto voi. Non io.
Comunque, come dicevo, oggi il Cacciaballe prospera. Ed ha conseguito uno status sociale senza precedenti. Con l’aiuto di Media e Social. Perché, prima, doveva accontentarsi di piazze e, soprattutto, osterie di paese. Oggi, invece, gli si spalancano i salotti buoni delle televisioni, e le pagine dei grandi quotidiani.
Fa l’esperto. O il giornalista. O, più spesso, entrambe le cose…
Ma il giornalista, chiederà qualche ingenuo, non dovrebbe raccontare la verità?
Beh, se così fosse, l’albo professionale sarebbe vuoto. Solo pagine bianche.
Il nostro, però, esagera. Prendiamo le notizie sulla guerra in Ucraina. Ora so bene che, per mangiare e vivere felici e paciocchi, un po’ tutti, in Rai, Mediaset, grandi quotidiani si sono allineati supini, o meglio a novanta gradi, alla vulgata imposta dall’alto. Informazione di guerra… quindi disinformazione.
Però… però a tutto c’è un limite. Quello del senso del ridicolo. E raccontare, con aria seriosa, che gli ucraini stanno distruggendo i carri armati russi usando micidiali biciclette elettriche, mi sembra che quel limite lo travalichi di un bel po’.
Come sostenere che le truppe russe sono ormai a corto di munizioni… e combattono usando le vanghe…
La guerra è solo un esempio. Tema su cui, il Cacciaballe, sta dando, indubbiamente, il meglio di sé. Aveva però già scaldato i motori durante la pandemia. Ve li ricordate i televirologi osannati come profeti (di jattura), quando avevano passato la vita a studiare zanzare? E i titoli impanicati dei giornali? Che annunciavano, a lettere cubitali, la dipartita per Covid di un reduce di El Alamein… quindi, fatti i debiti conti, di un quasi centenario… stroncato nel fiore degli anni…
Il Cacciaballe ha il dono di dare l’impressione di essere autorevole. Non a caso, in passato come nel presente, spesso si atteggia, e con successo, a Maestro di qualcosa. Anche spirituale… ricordo che Massimo Scaligero ironizzava su alcuni famosi e acclamati Maestri di yoga allora in voga, dicendo che se grattavi lo Swami non so che cosa, sotto ci trovavi l’abile magliaro napoletano. Insomma, il Pasquale Zambuto della situazione.
Non vorrei, però, che questo mio pezzaccio sul Cacciaballe vi sembrasse troppo cattivo. O, addirittura, astioso.
In realtà, a me, questo personaggio italico sta anche simpatico… a volte.
Quelli che non sopporto sono gli altri. I devoti, zeloti, zelanti abbocconi. Che spesso sono non solo stupidi, ma anche pericolosamente fanatici.
Perché, come dice Mark Twain, è molto più facile ingannare qualcuno, che fargli capire che è stato ingannato.
Purtroppo, ne abbiamo la riprova quotidiana.