”Poteva evitare la brutta figura sul Salone del libro di Torino, la classe politica subalpina…?
IL CANDIDATO PIÙ “ROSSO” ABBANDONA IL SALONE DEL LIBRO
INDIGNATO PER LA PRETESA DI PLURALISMO…
Poteva evitare la brutta figura sul Salone del libro di Torino, la classe politica subalpina con l’appoggio esterno di un ministero attento solo al “fuoco amico”? Certo che no. Ed adesso tutti a stracciarsi le vesti perché il compagno Paolo Giordano, candidato rosso dei “non politici”, si è stancato di aspettare che si concludessero le manfrine per la scelta del nuovo direttore del Salone. Destinato a succedere al sedicente pluralista Nicola Lagioia abituato ad accogliere 1 Buttafuoco ogni 50 Benigni.
Ora, pare, la destra fluida di governo avrebbe avanzato la richiesta di poter disporre di ben 3 rappresentanti su 19 nel Comitato editoriale. Anche perché il Ministero mette un bel po’ di soldi nella manifestazione. Ed il compagno Giordano si è sentito minacciato nella sua libertà di azione. C’era il rischio di arrivare a chiedere che oltre a 1 Buttafuoco ci fosse anche 1 Veneziani ogni 50 Benigni, Murgia, Damilano, Giannini e Littizzetto. Inaccettabile. Se si comincia a pretendere che il pluralismo sia vero e non solo una dichiarazione per anime belle, non si sa dove si può andare a finire. Magari a discutere di Dostoevskij. Orrore!
Per fortuna ci sono i compagni privati a vigilare contro ogni tentativo di rigurgito pluralista e non allineato al pensiero unico obbligatorio. Già, i privati. Perché – è stato ribadito – sono i privati che fanno il Salone. D’accordo, con un bel po’ di soldi pubblici ma non per questo si può dare ascolto a chi mette il denaro dei contribuenti. E poi senza gli editori non si fa nulla poiché mancherebbero i libri. Ed allora il genio che al ministero si occupa del “fuoco amico” potrebbe fare un viaggetto sino a Segrate e chiedere al vertice del maggior gruppo editoriale italiano le ragioni di questo atteggiamento contrario ad ogni forma di cultura non politicamente corretta. Potrebbe discuterne con tal Marina Berlusconi, che non è solo omonima dell’alleato di governo.
Oppure si può scegliere di far finta di niente; aspettare che Giordano venga supplicato di ripensarci, con la garanzia di moltiplicare le comparsate di Fazio, Floris, Gruber e Littizzetto; promuovere Murgia a rappresentante ufficiale della cultura sarda; rispondere alle feste extra Salone delle case editrici gauchiste con un incontro al bar di quelle di destra, ma precisando che ciascuno si paga il proprio caffè. Se poi Giordano non dovesse scendere dal suo piedistallo, si punterà su Elena Loewenthal, candidata sconfitta alle elezioni regionali piemontesi. Sconfitta perché nelle liste della sinistra. E dunque perfetta per diventare la candidata di bandiera della destra.