Il Corriere richiama il PD alla realtà: con il wokismo non si riempie il carrello della spesa.

IL CORRIERE SPIEGA ALLA SINISTRA CHE LE IDIOZIE WOKE

NON RIEMPIONO IL CARRELLO DELLA SPESA

Augusto Grandi

Dalle Botteghe Oscure ai salotti woke, la sinistra italiana sembra aver smarrito la connessione con la realtà quotidiana del proprio elettorato. In un paradosso che affonda le radici nella memoria storica del PCI ma che oggi assume contorni farseschi, il Corriere della Sera prova a rimettere in riga un partito che non parla più il linguaggio del popolo. Elly Schlein e il suo entourage sembrano preferire l’armocromia alle urgenze sociali, mentre il carrello della spesa resta vuoto e le battaglie identitarie non scaldano né sfamano. Una riflessione acida e puntuale sulla distanza crescente tra ideologia e vita vissuta. (f.d.b.)


Le Botteghe Oscure. Chissà se l’armocronata Elly ha una pur vaga idea di ciò che ha rappresentato quell’indirizzo. Quando i giornali, come i sindacati, rappresentavano la cinghia di trasmissione del Pci. Di idee, proposte, scomuniche. Adesso arrivano due giornaliste del Corriere della sera a dettare la linea politica al PD. Perché giustamente preoccupate per una crisi da cui la sinistra pare non volere uscire. Perché – è la tesi della gauche in redazione – la sinistra di partito rifiuta di riconoscere la realtà.

In fondo anche alle Botteghe Oscure valeva la citazione di Brecht: “Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo”. Con una differenza sostanziale. Perché il Pci, in fondo, era abbastanza in sintonia con il proprio popolo di riferimento. Persino quando imponeva artisti e scrittori che venivano apprezzati solo per obbedire agli ordini ma che provocavano imbarazzo e disgusto in privato.

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Il PD, ma anche le sinistre di Stati Uniti ed Europa con poche eccezioni, rifiutano invece con pervicacia ogni rapporto con la propria, teorica base. Secondo le due giornaliste, infatti, il popolo chiede attenzione ai diritti sociali e gli oligarchi della sinistra rispondono con i vizi privati. Da una parte i lavoratori, dall’altra le minoranze sessuali. Da un lato la sicurezza delle periferie, dall’altro il bla bla su inclusione e comprensione della delinquenza.

È l’esasperazione del Woke, il wokismo degenerato ed insopportabile. Il controllo ossessivo delle parole da usare, parole assurde imposte a popoli che non conoscono più neppure la propria lingua poiché espropriata da insegnanti fedeli alla globalizzazione del pensiero, in ogni sua forma.

Una grande puzza si sta levando dal profondo dell’ideologia Woke

Non va bene, non va più bene. Perché il Corriere è stato l’avanguardia dell’offensiva woke, della cancel culture. E adesso scopre che non funziona. Che c’è un rifiuto generale delle fiabe trasformate in orrendi film politicamente corretti, con Biancaneve che non è più bianca, i sette nani che diventano minoranze di genere, la regina cattiva più bella di Biancaneve e, dunque, senza motivo di essere invidiosa. E i principi delle fiabe che diventano stupratori.

Basta! Il rifiuto di queste idiozie porta agli insuccessi politici. E il Corriere indica la strada del nuovo corso. Meno Capalbio e più proposte per il lavoro, meno cessi per Lgbtq e più salario, meno onanismo intellettuale e più concretezza. La retorica antifascista non riempie i carrelli della spesa.

Redazione Electo
Augusto Grandi

 

 

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