Puntuale come la morte, il politically correct è il giurato supremo e decisivo

Annie Ernaux e Michel Houellebecq

IL DESERTO OCCIDENTALE A COLPI DI OSCAR E NOBEL


Che noia, che nausea dover ancora parlare del politically correct e dei suoi effetti che si abbattono inesorabili nella vita civile e culturale d’occidente. “Siamo stanchi di parlar male di questa cosa, ma questa cosa non si stanca di esistere” diceva Michel Houellebecq: infatti a conferma di quel che diceva, ha perso il Nobel assegnato invece all’autrice politically correct, Annie Ernaux, con una motivazione espressamente ideologica, come del resto la sua dichiarazione seguente.

Puntuale come la morte, il politically correct non risparmia l’arte, il cinema e la letteratura, è il giurato supremo e decisivo dei festival, degli oscar e dei Nobel, che è la più grande fabbrica di Falsi Autori che ci sia al mondo, ma da decenni. Una volta ci divertimmo a censire il Novecento letterario: gran parte dei grandi del secolo non sono stati premiati dal Nobel e gran parte dei premiati sono spariti nell’oblio perché erano meteore minori, inconsistenti rappresentanti di “cause” etniche, gender e ideologiche, senza un loro peso specifico. Ma non vorrei ripetere cose già scritte e rivendicare rivincite e rivalse per i discriminati. C’è da notare una cosa più grave e più sconfortante: che deserto lascerà agli occhi dei posteri il busto correttivo, la maschera ipocrita del Politically correct? Col passare degli anni quanti autori grandi ma rimasti poco conosciuti, marginali, evitati, non tradotti, verranno cancellati perché di loro non sarà rimasto traccia in nessun premio Nobel, in nessun riconoscimento pubblico, in nessun paradiso degli autori? Chi riscoprirà con pietà, giustizia e senso critico la loro grandezza? Nel Novecento, accanto alle storie ufficiali scritte a colpi di premi Nobel e di altri riconoscimenti istituzionali, sussisteva ancora la possibilità di sopravvivere alla negazione: benché pubblicamente deprecati Céline e PoundJunger e MishimaD’Annunzio e tanti altri autori, restano nonostante l’ostracismo. Perché s’intrecciavano alla storia controversa, perché furono riconosciuti grandi dai loro contemporanei, anche da quelli a loro ostili, perché in epoca di furenti ideologie si attaccavano le sue idee, ma non si negava la loro esistenza.

Oggi invece, tutto è appiattito e velocemente dimenticato, si può passare inosservati, perfino Proust o Kraus sarebbero obliati l’uno per razzismo e l’altro per misoginia. Cosa resterà della letteratura, dell’arte, della filosofia, se gli annali ricorderanno solo i palloni gonfiati e i premiati, detentori di cariche pubbliche o di omaggi istituzionali, purché conformi e devoti al politically correct? Resterà una landa desolata in una società imbarbarita, con l’intelligenza atrofizzata. Certo, qualcuno tra i premiati magari sarà meritevole di lode e di lettura, anche se la motivazione del premio è la sua conformità ideologica; e qualcuno tra i dimenticati si rifarà con il mercato o con qualche vicenda eccezionale che lo porterà alla ribalta, nonostante la sua cancellazione.

Ma quel codice di conformismo schiaccia col rullo compressore ogni altezza non conforme, peggio di un regime autoritario e addirittura di un sistema totalitario. I dissidenti russi, in fondo, sopravvissero alla dannazione.

Gli ingenui pensavano che stavolta sarebbe stato premiato Michel Houellebecq. Ma chi ha solo annusato le sue opere, da Particelle elementari a Sottomissione e Piattaforma,(vedi Libri Citati) sapeva che sarebbe stato impossibile. Per capire come la pensa l’ispido autore francese, vi invito a leggere Interventi, uscito ora da La Nave di Teseo. Dove ci sono scorci di grande letteratura – penso a Opera Bianca, per esempio – ma soprattutto scritti e interviste taglienti sul nostro tempo. Chi avrebbe scelto il Nobel tra una femminista militante del MeToo e uno scrittore che definisce le femministe “amabili stronze” dai risultati desolanti, che, come Valerie Solanas, hanno un disprezzo “infinito, assoluto illimitato per la natura”? Si può premiare un autore che definisce l’Islam la religione più stupida, fondata sulla sottomissione e ritiene l’integralismo islamico perfettamente coerente al Corano? Si può accettare un’analisi sociale che reputa il malessere odierno frutto del mix tra consumismo, sfrenatezza dei desideri e influenza della cultura di sinistra, anzi i misfatti della “feccia goscista”? L’egemonia della sinistra nella cultura dura dal ’45, fa notare, e il suo impegno politico ha prodotto una grave “imbarbarimento”. Houellebecq critica il nichilismo occidentale, denuncia la decrepitezza degli States sotto l’apparenza di una energia febbrile, disprezza gli occidentali che hanno paura di riconoscere la superiorità della loro civiltà. Critica, infine, l’individualismo notando che “L’io occupa il campo da cinque secoli; è venuto il momento di cambiare direzione”. Si autodefinisce conservatore e reputa che l’uomo non “sia fatto per vivere in un mondo in costante mutazione”. E non risparmia nemmeno il Nobel per il premio preventivo per la pace dato a Obama, mentre elogia Trump, “uno dei migliori presidenti che l’America abbia avuto”, mentre ritiene che “l’Europa non esiste, e non rappresenterà mai un unico popolo”. Anche sulla Chiesa Houellebecq ritiene, come Ratzinger, che debba rompere col relativismo, non diventare una ONG, vagamente caritatevole, non competere col cinema o i concerti ma svolgere la sua missione, “annunciare Dio e condurre gli uomini alla vita eterna”. In tema di migranti clandestini, arriva perfino a difendere Salvini come ministro dell’interno…

A chi gli faceva notare la scomparsa del suo nome dalle liste del premio Gouncourt dell’Académie francaise, per ragioni ideologiche, Houellebecq rispondeva:

[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]“La cosa terribile è che si sia arrivati al punto di non poter più dire niente. Il politicamente corretto rende inaccettabile la quasi totalità della filosofia occidentale. Sempre più cose diventano impossibili da pensare. È spaventoso”.[/stextbox]

Sì, spaventoso, stiamo atrofizzando la libertà, la dignità e l’intelligenza.

 

 

Libri Citati

 

  • Le particelle elementari Condividi
  • di Michel Houellebecq (Autore)  Sergio Claudio Perroni (Traduttore)
  • La nave di Teseo, 2021

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Descrizione

Le particelle elementari sono i costituenti più semplici della materia: ed è in esse che Michel Djerzinski, biologo molecolare vicino al premio Nobel, cerca il significato di una vita che gli sfugge. Ha quarant’anni, è figlio di una hippie che lo ha abbandonato per fuggire in California, e la sua esistenza dedicata agli studi scientifici lo ha portato all’isolamento e all’impermeabilità a qualunque emozione. Il suo sogno è clonare gli esseri umani per assicurare loro un futuro di immortalità e perfezione. Michel ha un fratellastro, Bruno, il cui destino non potrebbe essere più diverso: insegnante di lettere, razzista, ossessionato dal sesso e per questo costretto a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche. Sia la morbosità patologica di Bruno sia l’asettica razionalità di Michel sono il risultato dell’ambiente che li circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso, in cui i desideri sembrano scaturire dagli spot pubblicitari. Due vite parallele destinate a incontrarsi attraverso relazioni familiari e sentimentali sfuggenti, un romanzo che racconta in modo esemplare la società contemporanea nella sua ricerca, affatto scontata, di un vero amore.

 

 

  • Sottomissione Condividi
  • di Michel Houellebecq (Autore)  Vincenzo Vega (Traduttore)
  • Bompiani, 2015

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Descrizione
“È la sottomissione. L’idea sconvolgente e semplice, mai espressa con tanta forza prima di allora, che il culmine della felicità umana consista nella sottomissione più assoluta”
Il discusso romanzo di Michel Houellebecq, lo scrittore francese che sta alimentando il dibattito sulla tolleranza religiosa dentro e fuori i confini del suo Paese. Una lettura necessaria per comprendere le ragioni della sua visione del futuro, ma anche le numerose critiche che sta suscitando.

 

 

  • Piattaforma. Nel centro del mondo Condividi
  • di Michel Houellebecq (Autore)  Sergio Claudio Perroni (Traduttore)
  • La nave di Teseo, 2019

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Descrizione

Vite annoiate, piaceri degenerati, occidentali disillusi, integralisti di ogni sorta, sullo sfondo di un amore autentico, assoluto, raccontato con l’ironia feroce e stralunata di chi sa cogliere, impietosamente, il non-senso ordinario degli umani commerci.

Michel, quarant’anni, parigino, è un funzionario ministeriale apatico, annoiato da tutto, incapace di emozioni. Appena colpito dalla morte del padre, decide di partire: una vacanza in Thailandia, l’oblio, l’immersione in un paradiso di piacere. Nell’oasi del turismo sessuale, Michel vive un incontro di imprevista intensità: quello con Valérie, una dirigente di Nouvelles Frontières. Nell’umanità ordinaria che da anni circonda Michel, Valérie è un’eccezione: è capace di piacere, sa vivere i suoi desideri, non insegue fantasmi. Tornato a Parigi, Michel intraprende con Valérie e un suo collega un’avventura finanziaria: creare una rete mondiale di villaggi turistici in cui il sesso sia libero, la prostituzione autorizzata. Il successo è immediato. Il precipitare in tragedia altrettanto. Vite annoiate, piaceri degenerati, occidentali disillusi, integralisti di ogni sorta, sullo sfondo di un amore autentico, assoluto, raccontato con l’ironia feroce e stralunata di chi sa cogliere, impietosamente, il non-senso ordinario degli umani commerci.

 

 

  • Interventi Condividi
  • di Michel Houellebecq (Autore)  Sergio Arecco (Traduttore)
  • La nave di Teseo, 2022

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Descrizione

“Anche se non voglio essere un ‘artista impegnato’, ho cercato in questi testi di persuadere i miei lettori della validita` dei miei punti di vista, qualche volta sul piano politico, ma piu` spesso su diversi ‘temi sociali’ e sul dibattito letterario. Con questo libro non prometto assolutamente di smettere di pensare, ma almeno di smetterla di comunicare i miei pensieri e le mie opinioni, tranne in eventuali casi di grave emergenza morale. Ho cercato di classificare questi ‘interventi’ in ordine cronologico, per quanto ricordassi delle date. L’esistenza almeno apparente del tempo e` sempre stata una grande fonte di fastidio per me; ma ci siamo abituati a vedere le cose in questi termini. Per questa volta, quindi, mi adatto.” Michel Houellebecq Michel Houellebecq torna a riflettere – in modo dissacrante, corrosivo, controcorrente – sul mondo in cui viviamo, sulle letture e le visioni che lo raccontano, sulla tecnologia e il conformismo che scandiscono le nostre vite. Raccontate con lo sguardo di un osservatore implacabile, anche le occasioni piu` imprevedibili, contingenti, personali, mettono in moto pensieri che riguardano tutti noi.

 

 

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