Undicesimo comandamento…
IL FILOSOFO DI REGIME (FRANCESE) NON TOLLERA DI ESSERE
DISTURBATO DALLA MORTE DI UN BAMBINO
Undicesimo comandamento: Non disturbare il filosofo politicamente corretto. È successo in Francia, ovviamente, perché sulle reti televisive italiane nessuno si sarebbe mai permesso di interrompere un Saviano, un Fazio, un Parenzo o, addirittura, un Molinari o una Tina Cipollari. Tutt’al più Massimo Cacciari, l’unico filosofo della compagnia.
I francesi, invece, sono irrispettosi e hanno osato interrompere Alain Finkielkraut che, in tv, era impegnato a discettare di Gaza, di antisemitismo, di laicità della scuola. Sempre dalla parte del pensiero unico obbligatorio, ça va sans dire. Eppure è bastato l’arrivo di una notizia improvvisa per fermare l’illuminazione d’immenso dei telespettatori. Sono stati ritrovati i resti di un bambino di due anni e mezzo scomparso lo scorso anno. Una vicenda che aveva scosso il pubblico transalpino, ma non Finkielkraut che ha protestato per l’interruzione.
Sottolineando, tra l’altro, che un altro canale TV aveva atteso la fine degli interventi dell’ospite per comunicare la notizia del ritrovamento. Insomma, ha aggiunto l’empatico filosofo francese, con tutte le cose che succedono nel mondo, proprio io dovevo essere interrotto per la morte di un bambino?
Già, proprio lui, portatore di un pensiero politicamente corretto, rigorosamente filoisraeliano?
Peccato che il pubblico francese non abbia apprezzato il piagnisteo di Finkielkraut. Non abbia gradito la sua autoreferenzialità, il suo egocentrismo, la mancanza di pietà per la sorte di un bambino. D’altronde anche da questo lato delle Alpi la compagnia di giro delle ospitate TV non brilla per compassione nei confronti dei bambini sterminati a Gaza. E chissà se gli ospiti italiani si commuoverebbero realmente almeno davanti alla morte di un bambino italiano.