I robot non hanno contributi versati…
IL FUTURO SARÀ DI BAMBINI SINTETICI CREATI PER PAGARE
LE PENSIONI E CREPARE IN GUERRA
In epoca di Olimpiadi parigine della dissacrazione non poteva mancare la richiesta di un’azienda che ha richiesto il permesso di produrre e commercializzare in Europa il foie gras sintetico. Tra l’entusiasmo dei progressisti pronti a grandi abbuffate a Capalbio e Courmayeur. Ma entusiasti, soprattutto, per questa continua accelerazione della finestra di Overton trasformata ormai in un enorme portone dove tutto passa liberamente.
Ancora un piccolo sforzo e potremo arrivare ai bambini sintetici. Non più per accettare le richieste di chi non riesce ad aver figli o le pretese egoistiche di chi non si accontenta più del cagnolino da salotto e non vuole né la fatica di accoppiarsi né il fastidio della gestazione. No, la nuova frontiera è rappresentata dai bambini sintetici per pagare le pensioni ad una popolazione sempre più vecchia.
D’altronde papà e mamma sono figure superate, e si può tranquillamente andare oltre l’ipocrisia di genitore 1 e genitore 2. I bambini sintetici potranno essere immediatamente affidati ai padroni dei campi di pomodori, ai dirigenti delle industrie meno accoglienti. Perfettamente addestrati per il lavoro a cui saranno destinati a vita. Con retribuzioni da fame ma con contributi elevati per garantire il funzionamento del sistema pensionistico.
Perché i robot non hanno contributi versati. E neppure i macchinari per l’intelligenza artificiale. Certo, si potrebbero introdurre, ma il padronato non è contento. E allora si possono produrre bambini sintetici che, eventualmente, possono venir mandati in guerra a crepare per i nuovi Zelensky. Tanto, essendo prodotti in laboratorio, non hanno famigliari pronti a piangere la loro scomparsa.
L’importante è non considerare più la vita di un bambino come qualcosa di meraviglioso, di unico, di irripetibile. Ma solo il prodotto di un laboratorio, funzionale al ruolo che gli verrà affidato. Senza legami, senza sentimenti, senza la voglia di ribellarsi.