Il cattivo? Immancabilmente fascista, neofascista, parafascista…
IL NOIR ITALIANO, TRA PLAGIO, POLITICAMENTE CORRETTO ED ILLUSIONI
“Opere che non disdegnano la contaminazione con temi di costume e di carattere sociale”. Così Giorgio Ballario, direttore del Festival BardoNoir, presenta la rassegna dedicata ai gialli ed ai polizieschi che sarà ospitata a Bardonecchia, in Val Susa. Non c’è dubbio che anche il noir venga utilizzato per affrontare la realtà con i suoi problemi. Peccato che, anche in questo genere letterario, il politicamente corretto stia prosperando sempre più fastidiosamente.
Il cattivo? Immancabilmente fascista, neofascista, parafascista. Omofobo e razzista. I buoni? Immancabilmente i migranti e la loro bontà è proporzionale alla distanza percorsa. Un africano, meglio se subsahariano, è vittima non solo dei cattivi italiani ma anche dei cattivi albanesi. Colpevoli, probabilmente, di aver fatto parte del Regno di Italia e Albania. Può mancare un riferimento alla Shoah? Può mancare un personaggio positivo del Mossad? Certo che no! I palestinesi, invece, non tirano. E poi non deve mancare, tra i buoni, un rappresentante della categoria Lgbtqia++.
Quanto ai poliziotti o agli investigatori privati, sono per forza border line, maledetti, alcolizzati, a vodka anche un po’ tossici, con storie d’amore complicate e storie di sesso a raffica. Il braccio violento della legge ma con alle spalle corsi da sommelier, da degustatori di formaggi. E con l’autore che si dilunga nella spiegazione dei piatti, manco fosse un libro di cucina. Perché qualcuno, in giro per il mondo, è diventato famoso con questo cliché, dunque perché non copiare.
Ma davvero la letteratura noir non può fare a meno di questi stereotipi? Davvero la letteratura italiana nel suo complesso deve essere basata su autori politicamente corretti che ripetono sempre lo stesso copione?
Gli autori, in fondo, sono anche da capire. Vai ospite in TV se rispetti il copione, se non deragli dai binari woke. E se vuoi vincere un premio letterario, nei libri devi mettere tutti i buoni previsti dal politicamente corretto. In fondo è la stessa logica degli Oscar, dei film hollywoodiani. Sai già chi è il cattivo, chi deve morire, chi fa l’eroe. I cattivi sparano migliaia di colpi e feriscono di striscio il buono che, con un solo coltello, ammazza 20 nemici.
Ecco, il noir italiano è ormai questo. Chissà se a Bardonecchia se ne parlerà, considerando che molti autori piemontesi seguono proprio questo copione.
Un Noir consigliato senza gli stereotipi del politicamente corretto. E, non da poco, la lettura è gratuita.