”Il papa non sta proprio benissimo e la sua salute sembra altalenante
IL NOSTRO AGENTE IN CODICE PAPA
Il papa non sta proprio benissimo e la sua salute sembra altalenante, la stessa Chiesa cattolica romana sembra preda di un male oscuro con aree di crisi in Europa, in Africa e in America latina che sono i suoi serbatoi di fedeli, tuttavia il pontefice ha affrontato un lungo viaggio aereo e una serie di incontri protocollari per fare la sua visita pastorale in Mongolia, dove i cattolici sono circa mille e insomma volendo proseguire nella metafora del gregge e del pastore non ci si fa nemmeno una caciotta. Allora davvero ci si chiede che senso abbia avuto questo viaggio in un Paese diventato poverissimo dopo la caduta dell’Urss, dove la Cia ha tentato per decenni – a volte con successo – di mettere piede. C’è però un grosso problema: la Mongolia è un Paese completamente circondato dalla Russia da cui importa le materie prime energetiche e dalla Cina dalla quale importa i prodotti industriali; quindi, la sua “conversione” non è certamente facile e dunque il messaggio che proviene da Washinton deve essere continuamente ribadito. E di certo l’apparato spettacolare che accompagna sempre il pontefice può sempre servire, specie se quest’ultimo più che la buona novella porta il vangelo di Langley.
In questo caso c’è anche il fatto che la Cia abbia cercato di attirare questo stato dell’Asia centrale nei suoi intrighi ucraini anche perché Zelensky ha trascorso parte della sua infanzia nella città mongola di Erdenet, dove suo padre era coinvolto nella realizzazione di un complesso minerario e dunque i servizi americani vogliono far credere che questo Paese con immensi problemi abbia a cuore i destini dell’Ucraina e voglia sovvenzionare il tirannello di Kiev. Da qui nasce il sospetto più che legittimo che la visita di Papa Francesco nel Paese meno cattolico del mondo, forse ad eccezione dello stato Vaticano, sia parte dell’iniziativa americana di diffondere le tossine settarie di Kiev nel cuore dei giganteschi vicini della Mongolia. insieme ovviamente all’Usaid e ad altre Ong affiliate alla Cia. Non si fa un viaggio così lungo per dire ai mongoli che sono tre milioni idiozie come fare di più per l’ambiente e fate di più contro la corruzione.
Tutto questo si condensa nel fatto che adesso il Papa appare, fuori ovviamente dall’Europa dove vige la censura più assoluta, come complice dell’incendio delle chiese ortodosse in Ucraina e nello stesso pretende che le autorità di Mosca ne ignorino il ruolo. Comportamento che autorizza anche la Bielorussia ad analizzare più da vicino il ruolo delle minoranze cattoliche (legate alla Polonia) e greche uniate. Ma il fatto è che se si mostra complice della persecuzione della chiesa ortodossa in Ucraina, con quale autorità morale può opporsi all’ostilità verso i cattolici che cresce in India e Pakistan? Lo stesso vale per il Nicaragua, dove i gesuiti vengono espulsi e le loro proprietà confiscate. Finché i gesuiti del Papa gestiscono il terreno fertile della CIA presso l’Università di Georgetown, devono aspettarsi delle conseguenze, non importa quanto ingiuste possano apparire se viste attraverso i paraocchi del Vaticano. Il Santo Padre argentino potrebbe anche fare di peggio che chiedersi perché il favorito alle elezioni presidenziali argentine lo definisce un imbecille e hijo di puta.
Sebbene il Vaticano si consideri la parte buona in tutto questo, la sua collusione con i suprematisti anticristiani di Langley , Israele e Kiev, così come il suo costante assecondare il culto anglicano suprematista di re Carlo , insieme alle sue continue calunnie contro gli ortodossi russi, suggerisce il contrario. Allo stesso modo, invocare San Bartolomeo , uno dei sostenitori delle chiese orientali come una sorta di protettore del Reich anticristiano di Zelensky, non è accettabile. È che a volte occorre scegliere se fare il Papa o l’agente in incognito.