”Così colui, “del colpo non accorto, andava combattendo, … ed era morto” (F. Berni)
IL NULLA IN COMPLETO DI LINO CERTIFICA
LA MORTE DEL GIORNALISMO E DI REPUBBLICA
Così colui, “del colpo non accorto, andava combattendo, … ed era morto”
Questa volta, in un sol colpo, a non rendersi conto di essere morti sono stati Repubblica e tale Alain Elkann. Non un omonimo bensì proprio il padre dell’editore del quotidiano diretto ora da Molinari. Ed in tal veste padronale, Elkann senior si è fatto pubblicare un articolo che certifica la propria inutilità umana, l’inutilità di Repubblica e l’inutilità del giornalismo italiano.
Lui, il prode ex marito di Margherita Agnelli ha raccontato il suo profondo disagio per un viaggio in treno verso Foggia. Alta velocità, ovviamente, e prima classe, ça va sans dire. Eppure, il viaggio si è trasformato in un incubo. Innanzitutto, per il percorso. Perché l’inutile simbolo della morte del giornalismo ritiene assurdo il tragitto. E si spera che il suo figliolo faccia fare pressioni da Biden sul governo italiano affinché modifichi le tratte secondo le preferenze della famiglia Elkann.
Ma il grave è ben altro. Al suo fianco, in prima classe, ha osato sedersi un giovane lanzichenecco (chissà se Alain ha una vaga idea di chi fossero quelli autentici) in maglietta e pantaloncini corti. Mentre lui, il divo Alain, comunica al mondo di indossare un completo di lino. Noncurante di ciò, il giovane teppista si è piazzato gli auricolari per ascoltare musica, indifferente alla grande personalità al cui fianco aveva la fortuna di viaggiare.
A quel punto, per darsi un contegno, il fine intellettuale ha sfoggiato quotidiani in lingua inglese. Macché. Il lanzichenecco non solo ascoltava musica, ma parlava persino con gli amici seduti negli altri posti della prima classe. Un affronto per Elkann che ha provato con l’arma segreta: ha estratto dalla borsa in pelle umana una copia, in francese, della Recherche. Proust, addirittura. E il maledetto giovane? Nulla. Anzi, peggio: parlava di ragazze con gli amici. Non di trans, con la possibilità di suscitare ricordi famigliari, proprio di ragazze, di incontri etero.
Allora Alain ha sfoderato la penna e ha iniziato a scrivere sul suo diario. Senza risultato.
Il becero lanzichenecco non gli ha dato retta. Ed il branco degli amici neppure. “Mi avranno visto come un marziano?”, si chiede il grande giornalista. Non gli viene il dubbio che non lo abbiano proprio visto. Che non lo abbiano riconosciuto o che, comunque, di lui non freghi proprio niente a nessuno.
Peccato che Gaber non ci sia più. Avrebbe potuto dedicare “Il comportamento” proprio al babbo dell’editore di Repubblica. Certo, Gaber non sempre indossava completi di lino. Però qualche strofa si può offrirla persino ad Alain Elkann…
Quando in treno incontro una donna
io mi invento serio e riservato
faccio quello che parla poco
ma ci ha dietro tutto un passato.
E se mi viene bene
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere
una persona.
…..
Quando invece sto leggendo Hegel
mi concentro sono tutto preso
non da Hegel naturalmente
ma dal mio fascino di studioso.
E mentre Elkann e Molinari sancivano la morte del giornalismo, l’ordine dei giornalisti si interrogava sui meccanismi di accesso alla professione…
marco
26 Luglio 2023 a 11:47
Eh insomma, s’è mischiato con la plebe ed è rimasto scioccato porello. Ma la domanda d’importanza capitale è : come mai non ha preso il jet privato? Quelli della sua schiatta lo usano anche per andare al bagno. Tanto mica inquina