Il Petrarca nel III Millennio è un saggio breve, che indaga la scienza dei rapporti e delle funzioni che animarono il dissidio del poeta, alla luce degli sviluppi attuali

Francesco Petrarca

Il Petrarca nel III Millennio è un saggio breve, che indaga la scienza dei rapporti e delle funzioni che animarono il dissidio del poeta, alla luce degli sviluppi attuali. Un’analisi che va dal Secretum all’odierno incubo del regresso emotivo. «È tutto nell’instabilità dei sentimenti, in quell’impossibilità spirituale di affrontare appieno il dolore, la gioia e lo sfumare di essa in un sogno ridente che ondeggia fra speranza e angoscia. L’amore più costante è la poesia, che permette all’uomo di superare la realtà, di riplasmare dolore e gioia, di trasformare il sentimento in immagine, l’immagine in suono e di pascersi di quell’armonia che è solamente sua. Non vi è attualizzazione più dirompente e innegabile di ciò: la presa di coscienza dagli errori giovanili – veri o immaginari che siano stati – alle speranze e al vano dolore, fino alle riconosciute colpe, al pentimento, all’atto di consapevolezza nudo e sincero, sintomo della conquista d’uno stato interiore più sereno».

 

Come inizia

 

Un saggio breve sul Petrarca non se ne sentiva il bisogno, di lui si sono occupati alcuni tra i più importanti studiosi da De Sanctis a Milanovic, Botti, Fracassetti, Santagata in modo tanto completo che quasi niente potrebbe essere aggiunto men che meno qui, ma se il tempo non spiega i gesti spiega invece cosa di essi non si era capito in tempo o meglio nel tempo quello attraversato dalle voci che hanno formulato ipotesi e tesi sulle opere di un autore che al tempo è sopravvissuto, ecco allora il senso di questi appunti un tentativo di leggere un frammento del Petrarca alla luce di realtà e valori del terzo millennio e siccome il libro si apre con una parentesi di notizie trite e di una biografia altrettanto prevedibile, se non amate i preliminari andate subito a pagina 23 se invece amate indugiare nei peccati sappiate che compierli a più riprese li rende tradizioni

Quando si ama appassionatamente un poeta si finisce con identificarsi in ciò che egli era e in ciò che ci ha lasciato scritto. Il Petrarca valorizza, rispetto ai suoi predecessori, il tormento interiore, come il tormento amoroso. Sono queste le condizioni essenziali del poeta. È così che è nato questo progetto per la passione molto forte verso la letteratura e verso le opere del poeta. La sua scrittura le ha pervaso l’anima e l’ha resa sua tanto da valorizzare i contenuti del poeta.

Il destino del Petrarca

Il testo lo si può dividere in odio e amore sia nella vita mondana che nella vita religiosa.

Ed ecco le due opere.

Il Canzoniere meno comunemente conosciuto con il titolo originale in latino Rerum vulgarium fragmenta dove si raccontata attraverso la poesia, la sua vita interiore. Composto a più riprese nel corso di tutta la vita del poeta (dal 1336 al 1374), il Canzoniere comprende 366 componimenti in versi italiani ed è una delle opere principali della letteratura italiana per la profondità del linguaggio, del pensiero, della sofferenza interiore e per la speranza di una redenzione.

Canzoniere. Prima pagina istoriata di un manoscritto quattrocentesco de Li sonetti et canzone, con il sonetto proemiale Voi che ascoltate in rime sparse il suono. Il ritratto di Petrarca è una miniatura di Matteo da Volterra. Francesco Petrarca (1336-1374). Canzoniere. Lingua originale italiano. Protagonisti Petrarca, Laura

Secretum scritto in vari periodi e in più riprese, è un diario intimo dei suoi pensieri. Infatti alla fine del proemio l’autore esprime il desiderio che questo suo diario rimanga segreto (da cui appunto il nome all’opera), lontano da occhi indiscreti. E così fu: il “libretto” rimase ignoto eccetto agli amici più stretti come Boccaccio. Esso fu divulgato solo fra il 1378 ed il 1379 grazie al monaco fiorentino Tedaldo della Casa.

Vediamo ora il rapporto con Laura che è molto attuale tanto che c’è una canzone degli U2 che dice: «Io non posso vivere né con te né senza di te». Il Petrarca si pone proprio nel mezzo di queste due figure.

L’amore del Petrarca verso Laura è intenso e passionale pur se la donna lo rifiuta. L’incontro fatidico che avvenne il 6 aprire 1327 è una data simbolica in quanto 21 anni più tardi il 6 aprile 1348 Laura morirà a causa della peste.

Era ‘l giorno ch’al sol si scoloraro
per la pietà del suo Factore i rai,
quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
ché i be’ vostr’occhi, Donna, mi legaro

Francesco Petrarca – Il Canzoniere

Marie Spartali Stillman – Il primo incontro di Petrarca e Laura

Questo amore tormentato, passionale, il Petrarca lo porrà per la prima volta nella letteratura. In quanto la donna non è più il tramite tra uomo e Dio come lo stilnovismo ci ricorda, ma la donna diviene proprio l’emblema del desiderio carnale. Questo tema è molto attuale e quindi si innesca nell’animo del poeta quel sentimento di odio e amore, ma anche per il rifiuto a causa di Laura pertanto odi et amo.

Anche autori classici hanno alla fine sancito questa condizione perché la funzione amore-tormento molto spesso non è sempre felice, non è sempre elegiaco. È per questo che Laura rappresenta una parte importante della vita interiore del poeta.

Nel canto «Chiare, fresche e dolci fresche acque» può ricordare l’apparizione nel paradiso terrestre di Beatrice, anch’essa avvolta dalla nube di fiori gettati dagli angeli tripudianti. In Petrarca, però, scompaiono i sottili significati teologici della poesia dantesca, la mediazione della donna tra l’uomo e Dio è un motivo puramente mondano dove si intravedono due incredibili novità che il Petrarca introduce la descrizione di Laura attraverso una serie di particolari fisici, le “belle membra”, il “bel fianco”, i “begli occhi”, la “gonna leggiadra”, le “trecce bionde” come l’oro che “l’angelico seno di Laura ricoprivano”; ma sono tutti elementi convenzionali, che non definiscono una figura concreta e corposa.

Il Petrarca la definisce fiera bella e mansueta pur se lei non accondiscende nei suoi riguardi. La poesia infatti si fonda principalmente sul rifiuto d’amore. Come nell’antichità dove i trovatori, pur non vedendole di persona, ne decantavano le lodi per acutizzare la loro arte poetica. Infatti il Petrarca trova conforto nello scrivere poesie che celebrano la bellezza di Laura pur se il Petrarca su queste poesie non è che avesse investito molto.

Rerum volgarium fragmenta

Il Petrarca sosteneva che le poesie essendo scritte in lingua volgare non avessero una loro importanza, questo perché il titolo originario del Canzoniere era rerum volgarium fragmenta in quanto il

Tiziano, Ritratto di Pietro Bembo (1539) National Gallery of Art, Washington. (Wikipedia)

Petrarca sosteneva attraverso questo titolo, essendo le poesie scritte in lingua volgare, non avessero una loro importanza. Solo Pietro Bembo intorno al 1525 sancirà l’importanza dell’opera poetica del Petrarca e considera il volgare come modello di riferimento per la letteratura italiana che solo con il modello petrarchésco si fisserà il volgare come modello di riferimento, mentre prima era il latino. Questo a scapito di Dante tra l’altro, quindi Bembo fa qualcosa di rivoluzionario, quello che Dante aveva soltanto teorizzato senza arrivare alla conclusione nel de volgari eloquentia quello che potesse essere usato per una lingua letteraria più formale rispetto al latino.

Il dissidio che Petrarca prova per Laura ma anche quello interiore che spiega nel secretum il suo viaggio intimo con sant’Agostino dove sviluppata come una sorta di dialogo. Il titolo del componimento per esteso (De secreto conflictu curarum mearum; ovvero Sul conflitto segreto delle mie preoccupazioni), preannuncia una confessione da parte dell’autore, che riflette sulle proprie colpe e suoi propri peccati e, dopo un severo esame di coscienza, promette di cambiare vita, disprezzando i beni terreni. Il dialogo è ambientato nel periodo tra il 1342 e il 1343, uno dei più difficili nella vita del poeta.  

Secretum. Copertina di un’edizione del 1470. Francesco Petrarca (1347-1353). Opera in prosa Lingua originale latino

Nella bipartizione del Canzoniere è dovuta, da un primo punto di vista tematico, con la morte di Laura. Da qui le rime in vita e in morte di Laura. Questa divisione suscita dei cambiamenti della figura della donna amata e temuta al contempo. Se nella prima parte la figura di Laura è indifferente alla passione del poeta, nella seconda parte Laura appare al poeta più affettuosa e compassionevole. Tutto sommato, però, il ruolo che la donna possiede nella vita del poeta è struggente e terribile. Questo stato d’animo è espresso già bene nel sonetto Era il giorno ch’al sol si scoloraro ove il poeta, sotto il dominio di Amore, incontra per la prima volta Laura nel giorno del Venerdì Santo e si sente colpito, ferito dallo stesso Amore e dalla donna, esprimendo così una natura cruda e dolorosa del sentimento amoroso.

 

Un altra immagine dell’incontro di Petrarca e Laura
  • Era il giorno ch’al sol si scoloraro
  • per la pietà del suo factore i rai,
  • quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
  • ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro.
  • Tempo non mi parea da far riparo
  • contra colpi d’Amor: però m’andai
  • secur, senza sospetto; onde i miei guai
  • nel commune dolor s’incominciaro.
  • Trovommi Amor del tutto disarmato
  • et aperta la via per gli occhi al core,
  • che di lagrime son fatti uscio et varco:
  • però, al mio parer, non li fu honore
  • ferir me de saetta in quello stato,
  • a voi armata non mostrar pur l’arco.

 

La morte di Laura le dà il vantaggio di non invecchiare come in Beatrice lei attraverso la morte acquisisce tutte quelle caratteristiche psichiche straordinarie. Quindi la morte serve a Petrarca per elevare a livello platonico, e angelicale a livello dantesco, una figura che aveva dei tratti estremamente carnali.

Il dissidio che Petrarca si è portato dietro è una sorta di rabbia dove, tentando di operare  una catarsi nel momento in cui ha scritto così tanto di lei, si può altresì pensare che la sua passione sia diventata così inesauribile anche perché c’è stato il rifiuto e questo rifiuto ha reso immortale l’amore di Petrarca verso Laura come, con modalità diverse, Dante verso Beatrice o più tardi Leopardi per Silvia. Infatti nei vari sonetti nelle varie canzoni che comunque occupano gran parte del Canzoniere si evince questo contrasto e quest’intensità di questo amore.

 

 

Valentina Bandiera nasce a Pesaro nel 1990. Laureata in Filologia moderna all’università Federico II di Napoli, lavora presso il sistema bibliotecario dell’ateneo di Firenze. Nutre una passione totale per l’arte, la letteratura, la scrittura e la poesia.

 

 

 

  • Il Petrarca nel III millennio. Dal Secretum al regresso emotivo
  • Valentina Bandiera
  • Editore: Divergenze
  • Anno edizione: 2020
  • In commercio dal: 4 settembre 2020
  • Pagine: 80 p.
  • EAN: 9788831900270.   [btn btnlink=”https://www.ibs.it/petrarca-nel-iii-millennio-dal-libro-valentina-bandiera/e/9788831900270?lgw_code=1122-B9788831900270&gclid=Cj0KCQjwse-DBhC7ARIsAI8YcWJZ-fDTeAtLf29Y0Hgl8wfhU_Umc_M7s7BdTTrx7ufrKdp6muq4VmEaAnr6EALw_wcB” btnsize=”small” bgcolor=”#59d600″ txtcolor=”#000000″ btnnewt=”1″ nofollow=”1″]Acquista € 13,30[/btn]

 

 

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