Ma l’opera di indottrinamento prosegue…

IL PLURALISMO DEI GIORNALISTI SULLA GUERRA? NON DEVE ESISTERE


Il giornalista italiano Andrea Rocchelli? Sarà morto per una indigestione, secondo la pluralista opinione dell’ordine dei giornalisti che ha organizzato una serata formativa sulla guerra in Ucraina. Dunque, nessuna granata dei buoni di Kiev ad uccidere nel 2014 il giornalista italiano. Semplicemente perché i pluralisti politicamente corretti assicurano che in quell’anno non c’era nessuna guerra, nessun massacro ad opera dei buoni ucraini. Ed i 42 filorussi massacrati nello stesso anno ad Odessa? Colpa di un fulmine.

Ma l’opera di formazione dei giornalisti punta a spiegare l’inevitabile procedimento giudiziario contro i criminali russi che hanno invaso l’Ucraina. Non una parola per spiegare la mancanza di iniziative giudiziarie per l’invasione angloamericana dell’Irak, con la scusa di armi di distruzione di massa che non esistevano. Un milione di iracheni morti? E che sarà mai? Si saranno suicidati. Come i filorussi del Donbass.

Ma l’opera di indottrinamento prosegue. Bisogna valutare la libertà di informazione per giudicare i vari governi. E sin qui va tutto bene. Va bene ricordare la russa Politkovskaia, uccisa per le inchieste sulle guerre cecene. Va bene ricordare i giornalisti russi e turchi sbattuti in galera. Ma su Assange, sepolto nelle carceri dei “buoni”, neppure una parola?

Va bene attaccare Travaglio che, in una trasmissione su 10, difende le posizioni di Mosca senza contraddittorio. Ma su tutte le altre nove trasmissioni dove tutti gli ospiti sono atlantisti ed il contraddittorio non c’è, non si ha niente da dire? E se sul palco del corso di formazione le posizioni sono tutte pro-Zelensky, va tutto bene?

In fondo, però, è tutto in linea con la loro curiosa idea di pluralismo. Perché il loro libro a più mani è pluralista in quanto a scrivere sono giornalisti pro-Zelensky, storici pro-Zelensky, magistrati pro-Zelensky, operatori pro-Zelensky, ricercatori pro-Zelensky. Tutti dalla stessa parte, però con punti di osservazione diversi.

Questo è il loro pluralismo. E poi non capiscono perché le vendite dei quotidiani e la credibilità dei giornalisti crollino.

Redazione Electo

 

 

 

 

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