”Le Piante di Natale sin dai tempi antichi si regalavano come segno di benessere e di ricchezza
IL PUNGITOPO
Sono andato dal fioraio stamattina. Sul presto. Al mercato. Alle sette era già aperto, e ancora l’alba stentava ad illuminare le cose. Siamo a ridosso del Solstizio, e le ombre si allungano sempre più su una terra fredda.
Al mercato poche persone. Anche se era sabato. O forse proprio per questo. La ressa sarebbe cominciata più tardi. Con buona pace di Speranza. Che, ovviamente, non è allusione alla Virtù Teologale…
Vado dal fioraio, e gli chiedo dei rami di pungitopo. Mi guarda perplesso. Anche un po’ sorpreso.
“Non ce l’ho – mi dice – non si vende. Non usa più” poi aggiunge
“E non tengo neppure l’agrifoglio. Se vuoi mi è appena arrivato il vischio”.
Lo ringrazio. Ma il vischio lo prenderò per Capodanno. O, fresco, per la Vigilia di Natale.
Oggi è il 18. E volevo il pungitopo.
Perché siamo nei Saturnali. Ma questo non lo dico, ovviamente. Non mi sembra il caso…
Non usa più… Eppure, siamo, o per lo meno dovremmo essere, a Roma. Anzi, a Montesacro. Che proprio Roma, Roma non era. Si trovava fuori dalla cinta urbana, ma era area sacra. Perché qui venivano gli Auguri a contemplare il volo degli uccelli, per trarne auspici. E vi era un Altare consacrato a Juppiter, con l’appellativo di Territor. Ovvero Giove che incute Terrore. Che è il terrore, il rispetto profondo di ciò che è Sacro. Di ciò che è Mistero.
E poi qui, tra il Tevere e l’Aniene, era un luogo ameno. Dove sorgevano Ville patrizie. Luoghi per dedicarsi all’Otium. Al riposo e, sopratutto, allo studio e alla meditazione. Anzi…i ruderi di una di queste ville sono proprio qui. A neppure duecento metri dal Mercato e dalla, caotica, via Nomentana. Su un piccolo dosso verde. Cintati da una rete. Ma non lo sa, praticamente, nessuno. E nessuno li visita. Ai cittadini di oggi, che si fanno chiamare (chissà perché) romani, poco o nulla importa del passato. Della storia di questa Città…
E infatti anche il pungitopo non se lo compra più nessuno. Il vischio sì. Ma solo perché lo si vede nei film americani, e sotto il vischio si baciano le ragazze. E anche le meno ragazze, se capita. Nessun legame, quindi, con la tradizione dei Druidi celtici, che, al massimo, qualcuno conosce vagamente per i fumetti di Asterix. Qualcuno non più giovane, ovviamente. E soprattutto nessun legame, e neppure eco, con il Ramo d’oro di Enea. Che era una particolare qualità di vischio.
Ma il Pungitopo un tempo qui, in questi giorni, trionfava. I suoi rami con foglie sempreverdi e aculeate, le sue bacche vermiglie, venivano appesi sulle soglie di case e ville. E portati in dono agli ospiti.
Perché il pungitopo è la pianta, ornamentale e apotropaica, dei Saturnalia.
Aveva infatti la funzione di tenere lontani dalla casa gli spiriti ostili. O anche solo quelli bizzosi e burloni. Perché in questi giorni, e sopratutto in queste notti tra il 17 e il 23 dicembre, le porte tra i mondi si spalancano. E Dei, Defunti, Spiriti delle più diverse origini camminano per le vie della Città. E interagiscono con gli uomini.
Ma non sempre tale vicinanza è tranquilla. Vi sono spiriti che amano la beffa. Che incutono spavento e terrore. Che fanno fuggire gli animali dalle stalle e rovinano le provviste accantonate per l’inverno nelle cantine. In fondo, i Saturnalia erano una sorta di mix fra gli odierni Halloween e Carnevale. Con, ovviamente, un senso del magico e del sacro oggi svanito. Dissipato.
Comunque, il pungitopo teneva lontano dalla casa gli spiriti e spiritelli indesiderati. Così come teneva lontani, con i suoi aculei, i topi dalle dispense. Da cui è venuto il nome popolare di quello che i botanici classificano come Ruscus Aculeatus.
Poi, naturalmente, la pianta è stata cooptata negli usi del Natale cristiano. Un po’ in tutta Europa, visto che ha un habitat molto vasto, che si estende dal Mediterraneo al profondo Nord. E alle isole britanniche.
Sempreverde, e quindi simbolo di Vita Eterna. Con bacche rosse, che mettono allegria, ma possono, anche, venire lette come gocce del Sangue di Cristo. E con foglie acuminate, che evocano, sin dalla Nascita, il destino della Corona di Spine. E il sincretismo è bello e servito…
Ma oggi, il pungitopo non è più di… moda. I Saturnalia sono solo una conoscenza erudita con cui si baloccano vecchi professori di latino. Quasi nessuno ricorda cosa sia un rituale, o anche solo un ornamento apotropaico. Credono che, per tenere lontani i demoni, basti portare sul volto una, lurida, pezza…
E, poi, se sentono parlare di questi antichi usi, ti guardano con aria di sufficienza… Siamo moderni, noi. Abbiamo la scienza…
Io, però – che, come avrete (forse) notato, di certe cose parlo usando il tempo presente e non il passato – girando e girando, un fiorista che aveva un ramo di pungitopo l’ho infine trovato. E ora le sue foglie verdi, e le sue belle bacche rosse rallegrano la mia soglia. Quindi, ancora una volta
Io Saturnalia… E posso dormire tranquillo….