Dunque… storie di, ormai, ordinaria follia

Jan Jan Van Eyck ritratto di Giovanni Arnolfini 1434. (particolare )

IL PUTIN DI VAN EYCK


Dunque… storie di, ormai, ordinaria follia. Alla National Gallery di Londra è esposto, tra gli altri, uno dei capolavori del fiammingo Jan Van Eyck. Si tratta del, celebre, Ritratto dei coniugi Arnolfini, che potete vedere in qualsiasi manuale di storia dell’arte. Risale al 1434, e fu dipinto su commissione di questo Giovanni Arnolfini, ricco mercante pisano residente in quel di Bruges. Che vi volle essere immortalato con la moglie Costanza.

Come si trovi a Londra è lungo da spiegare. Riassumendo, dopo essere passato di mano in mano, finì nella collezione privata di Giuseppe Bonaparte. Che non aveva il genio del suo grande fratello, ma quanto a rubacchiare opere d’arte in giro per l’Europa era altrettanto bravo. E avido.

Poi vi fu Waterloo. E Wellington se lo fregò pure lui. Portandolo in Inghilterra. I cui, splendidi, musei, se dovessero basarsi solo sulle opere di produzione nazionale, sarebbero molto meno splendidi. Anzi, praticamente vuoti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Però, adesso, la direzione della National Gallery pare intenzionata a rimuovere il capolavoro fiammingo dalla sala dove è esposto. Per una eccellente ragione. Molti frequentatori della illustre galleria avrebbero protestato perché il buon Giovanni Arnolfini assomiglia troppo a… Vladimir Putin.

E questo, ovviamente, offende la loro sensibilità democratica.

Ora, io, sentita la notizia, mi sono premurato di osservare a lungo diverse riproduzioni del quadro incriminato.

E devo dire che, guardalo che ti riguardalo, ‘sto Arnolfini qualcosa di familiare ce l’ha davvero… nel volto lupesco e affilato. Nella piega della bocca… una piega, indubbiamente, malvagia. Negli occhi impenetrabili.

Insomma, non assomiglia a Putin. È Putin. Non si discute.

A questo punto, il dubbio. Come fa Putin a ritrovarsi in un quadro fiammingo del 1400? Sotto le false spoglie di un mercante italiano, poi…

E sono arrivato a lambiccarmi il cervello con strampalati quesiti di genetica.

Perché, se è vero che il presidente argentino Juan Peròn era di origine italiana, anzi veneta, e che il dittatore Jugoslavo Tito, al secolo Broz, era friulano di ascendenza, e che l’artefice dell’impero britannico Benjamin D’Israeli era di famiglia di ebrei italiani… insomma, se è vero che noi si esporta da sempre condottieri e dittatori (si veda Napoleone, quel nano mezzo genovese e mezzo còrso) in tutto il mondo… perché non potrebbe essere andata così anche per gli antenati del nuovo Zar?

In fondo come c’erano a Bruges degli Arnolfini, altri potrebbero essere andati in Crimea. O a commerciare a San Pietroburgo… incontrato una ragazza del posto… e, poi, si sa come vanno queste cose…

Credibile. Però resta un problema. Quello ritratto da Jan Van Eyck non assomiglia vagamente a Putin… è proprio lui. Identico sputato. Tanto da far inorridire i buoni britannici e turisti (soprattutto americani) che entrano felici e paciocchi, e gonfi di birra e ignoranza, e si trovano davanti… il Mostro! Quello che rapisce e mangia i bambini. Roba da chiedere l’intervento del Tribunale dell’Aja… non appena il suo procuratore avrà finito di difendere il fratello per una faccenduola di (conclamata) pedofilia….

Insomma, qui non si tratta di misteri della genetica. Ma di un mistero ben più fitto.

Putin… viaggia nel tempo. E va in giro per la Storia sotto mentite spoglie. Quelle di Arnolfini e chissà quante altre.

E chissà che losche trame va tessendo… Magari, a Bruges, nel ‘400, sta cercando di impedire a Colombo di scoprire l’America!

E la mente vacilla… che ne sarebbe di noi, oggi, se non ci fossero… gli americani? Domanda che si poneva già lustri fa Giorgio Gaber… e, scuotendo la testa sconsolato, aggiungeva: avremmo corso il rischio di essere europei…

Già… ma come avrebbe fatto Putin ad andare nella Bruges del 1400, e chissà in quali altri posti…?

Domanda che mi ha, a lungo assillato.

Poi, d’improvviso, ho visto la luce.

Non appena ho letto che un nutrito gruppo di, patriottici, preti cattolici ucraini starebbe organizzando novene di preghiera pasquali, per esorcizzare il diavolo da cui, evidentemente, il Presidente russo è posseduto.

Ho letto, ed ho capito tutto. Soprattutto ho capito che quei pretonzoli – chiaramente dediti alla mistica, in voga ai vertici di Kiev, dell’estasi da polvere di stelle – hanno compreso sì qualcosa… ma nel merito commettono un grave errore…

Putin non è posseduto dal diavolo. Putin è il diavolo!

E a questo punto non resta che chiedere lumi a papa Francesco. Non appena guarirà dall’artrite…

Un bel giorno di preghiera esorcistica universale… magari con un’altra sceneggiata come quella (ricordate? Piazza San Pietro deserta e…) per invocare il salvifico vaccino.

È l’unica speranza… altrimenti quel diavolo di Putin…

Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

 

 

 

Un commento

  1. marco

    7 Aprile 2023 a 16:46

    Articolo divertente e condivisibile su svariati aspetti come la brutale ignoranza degli anglo-americani, al cui cospetto quella dei nostri compatrioti è pura sapienza. Anche il fatto che i musei britannici senza le opere italiane acquistate ma soprattutto rubate nei secoli scorsi, sarebbero semi vuoti non è del tutto falso
    C’è da dire che la somiglianza di Giovanni Arnolfini con zio Volodja è abbastanza impressionante

    rispondere

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