”Nel corso del giorno e della notte, nel nostro linguaggio, nei gesti o nei sogni, che ce ne accorgiamo o no, ognuno di noi usa i simboli. Essi danno volto ai desideri, stimolano certe imprese, modellano un comportamento, avviano successi o fallimenti.
Il pipistrello
- Se la natura avesse destinato
- l’essere umano al pensare,
- non gli avrebbe dato gli orecchi,
- o almeno li avrebbe muniti di chiusure ermetiche,
- come ha fatto con i pipistrelli.
(Arthur Schopenhauer)
Il pipistrello non è di certo il più amato tra gli animali forse a causa di tutte le leggende sinistre che lo vedono protagonista assieme a streghe, vampiri e spettri; o magari per il presunto vizietto di
attaccarsi ai capelli delle donne. Eppure sul piano sacro è un animale piuttosto positivo e gli vengono attribuite intelligenza e saggezza come sue qualità essenziali. Ciò deriva dal fatto che è capace di spostarsi senza urtare gli ostacoli, benché sia cieco. Il suo simbolismo si riconnette alla seconda vista e alla facoltà di precognizione. In Grecia è chiamato “nukteris”, da nyks, notte. Le Erinni, impietose vendicatrici, hanno sembianze di vecchie dalla testa di pipistrello con serpi al posto dei capelli.
I pipistrelli simboleggiano le forze delle tenebre, la morte ed il caos. Il pipistrello ha l’anatomia di un topo, le ali nere membranose, svolge la vita attiva durante la notte, ha l’abitudine di riposare sospeso con la testa in giù, atteggiamento che ci predispone a guardarlo con paura e sospetto.
Il pipistrello effettua un volo di direzione imprevedibile e con continue variazioni improvvise.
In Cina il pipistrello è simbolo di lunga vita e prosperità. Cinque pipistrelli disposti a stella figurano le cinque felicità (wu fu): ricchezza, longevità, tranquillità, culto della virtù e buona morte.
Secondo Agrippa è sacro a Saturno e il suo sangue è utile alla preparazione di unguenti atti a evocare gli spiriti.
Anche le popolazioni Maya non avevano di lui una piacevole considerazione: il pipistrello incarnava la morte. Già nel II a.C. si hanno notizie di un semidio, metà
uomo e per l’altra metà pipistrello: questa creatura semi-divina veniva idolatrata dalle popolazioni degli odierni Honduras e Guatemala. Questo essere a metà tra cielo e terra veniva chiamato “Camazotz”: il significato era quello di pipistrello-morte. Si pensi che questi volatili sono citati anche nel Popol Vuh, il libro sacro dei Maya. L’identificazione di Camazotz con la morte non si basava solo sulla sua appartenenza al mondo notturno, ma anche dal suo ruolo di responsabile delle decapitazioni. In ogni caso esso incarnava le forze sotterranee, era il distruttore della vita, il maestro del fuoco e il divoratore della luce.
Dal Messico pre ispanico, la figura del pipistrello influenzò la cultura azteca ma accompagnato da altri animali, non meno inquietanti del volatile sopra citato.
Ragni, lo scorpione e il gufo accanto ai pipistrelli: tutti emblemi di morte e energie malefiche, come nelle credenze messicane. I pipistrelli che si trovavano in natura nell’America Centrale hanno contribuito a diffondere il mito di Camazotz attraverso i territori e le loro culture fino ai giorni nostri: non a caso la figura di Batman, l’uomo-pipistrello di Gotham City si ispira proprio a questo volatile. I creatori di Batman, Kane e Finger, nel 1939 potrebbero essersi ispirati proprio alla figura di Camazotz, restituendoci un supereroe e dunque “ripulendo” la sua figura dalle sole connotazioni negative che aveva avuto fino a quel momento.
Presso i Nativi Americani il pipistrello era tenuto in gran considerazione per via della sua spiccata sensibilità e rappresentava l’intuizione, il sogno e la visione, la rinascita in senso lato. Poiché preferisce stare dentro buchi e anfratti bui come lo sono le tombe, riposando a testa in giù come solo lui sa fare, posizione che rappresenta quella del nascituro prima della sua venuta al mondo. Solitamente si usa venerare il pipistrello solo nell’America centrale dove le culture degli Aztechi e dei Maya avevano un ruolo primario. Questo animale indica la morte rituale e simbolica che chi intraprende la strada dello sciamanesimo deve superare per tornare un altra persona dall’aldilà e poter divenire un riferimento e un tramite per gli altri della sua tribù. La morte iniziatica è presente in molte culture di stampo esoterico dove chi deve essere iniziato deve passare per lo stadio della morte personale per poter rinascere interiormente e poter vedere le cose in una maniera più ampia e senza preconcetti deve insomma far morire la mente razionale per far emergere la sua vera mente superiore perché come diceva Osho “la mente ..mente”. Gli sciamani ne invocavano lo spirito quand’era necessaria una particolare energia detta “la vista notturna” capace di svelare qualunque arcano.
Nella cristianità dei primi secoli i pipistrelli rappresentavano la carità mentre nei bestiari medievali simboleggiavano la lussuria e i peccatori che vivevano nelle tenebre.
Il motivo sta nel fatto che i pipistrelli si accoppiavano sia con i maschi che con le femmine. In Occidente è associato alle forze oscure e sotterranee e di conseguenza ai demoni. Non stupisce che il diavolo sia rappresentato con ali di pipistrello. È il caso del quindicesimo arcano dei Tarocchi di Marsiglia. Dove la rappresentazione del Diavolo è fortemente sessualizzata. Appare dotato di entrambi i sessi e, in questo, è simbolo dell’ermafroditismo che genera la divisione. Il Diavolo è metà animale: ciò lo
connette alla dimensione degli istinti e delle pulsioni primordiali. Manifesta una volontà di sedurre per meglio dominare. Allo stesso modo, i sensi procurano piacere, col rischio di asservire l’individuo.
Nell’Europa medievale, i pipistrelli erano considerati servi delle streghe; infatti, il pipistrello alato è il ritratto di Satana; inoltre, si credeva che questi animali succhiavano il sangue dei bambini, come i vampiri.
I pipistrelli preferiscono, come habitat, le cavità oscure di edifici abbandonati, detriti, cavità e grotte, e per questo sono associati all’invidia e alla malinconia interiore; inoltre a causa della loro forma ibrida, all’ipocrisia.
Nell’iconografia rinascimentale, che si rifà ad antiche leggende, il pipistrello, unico essere volante che possiede le mammelle, rappresenta la donna feconda ed era al seguito di Artemide Efesia(1), la dea dalle numerose mammelle che, nonostante fosse vergine – o piuttosto proprio per questa qualità – proteggeva la nascita e la crescita.
Nelle tradizioni alchemiche, l’ambiguità di questa natura ibrida (topo-uccello) spiega l’ambivalenza dei suoi simboli: il pipistrello rappresenta l’androgino, il drago alato. I demoni, e le sue ali sarebbero quelle degli abitanti dell’inferno. Una ricca iconografia illustra queste interpretazioni.
Dalla stessa associazione negativa trae origine l’usanza di inchiodare i pipistrelli alle porte delle case per allontanare gli spiriti nefasti. Un’altra superstizione vuole che l’occhio destro di un pipistrello renda invisibile chi lo porta con sé.
Il pipistrello è anche, in alcune opere d’arte di ispirazione germanica, l’attributo all’invidia, perché «come il pipistrello vola soltanto al calar della notte, l’invidia lavora nell’ombra e non si mostra in pieno giorno»; eppure anche: «la proprietà del pipistrello è che la luce l’acceca come le persone invidiose e piene di odio non possono sopportare lo sguardo degli altri»
Il pipistrello rappresenta anche l’essere definitivamente bloccatosi in una fase della sua evoluzione verso l’alto: non è più al grado inferiore ma non è ancora al grado superiore; uccello mancato, è, come diceva il naturalista Georges Buffon(2), «un essere mostruoso». Diversamente dall’uccello che, anche la notte, rimane un animale celeste, «ha qualche cosa di cupo e di pesante – dice ancora Buffon – che verrà ad accumularsi intorno agli uccelli della notte». Così, per molte immaginazioni, il pipistrello è la realizzazione di un cattivo volo «una specie di voltaggio incerto», sostiene Buffon, di un volo muto, di un volo nero, di un volo basso. Condannato a battere le ali, il pipistrello non conosce riposo dinamico del volo planato. In esso vediamo la natura che cerca l’ala ma trova solo una membrana villosa e schifosa, che comunque assolve già la propria funzione… Ma l’ala non fa l’uccello. Il pipistrello nella cosmologia alata di Victor Hugo, è l’essere maledetto che personifica l’ateismo. Il pipistrello rappresenta da questo punto di vista un essere la cui evoluzione spirituale sarebbe stata intralciata, un fallito dello spirito.
Come animale di potere simboleggia la ricerca interiore. La sua medicina è la consapevolezza. Invocate il suo Spirito quando sentite il bisogno di riflettere e comprendere i vostri desideri più autentici.
Nei sogni è di buon auspicio per le donne incinte e talvolta indica il bisogno di ritirarsi in meditazione per accedere alle verità interiori.
I pipistrelli ematofagi, ovvero i cosiddetti “pipistrelli vampiri”, si trovano solo nel Centro e Sud America e succhiano il sangue per lo più di animali.
Il mito del vampiro nasce nei tempi antichi: i persiani, per esempio, tramandarono racconti di demoni bevitori di sangue. Sono persiani infatti i natali della mitica Lilitu che, successivamente, diede
vita alla figura ebraica di Lilith(3), un demone che si nutriva del sangue dei bambini. L’associazione del vampiro al pipistrello nasce invece nella cultura indiana. Nella mitologia hindu, infatti, Baital è una creatura per metà umana e per metà pipistrello che si impossessa dei corpi dei morti per vendicarsi dei vivi che non lo hanno onorato con un adeguato rito funebre al momento della sua morte.
Il mito del vampiro ebbe però una vera e propria spinta propulsiva nel medioevo. Dalle cronache dell’epoca apprendiamo che è proprio in questi anni che cominciarono a circolare (e ad essere largamente utilizzati) i cosiddetti “rimedi anti-vampiro”. In Croazia, per esempio, la popolazione provò a piantare un paletto nel cuore di Jure Grando(4), un uomo apparentemente tornato dal regno dei morti, per poi risolvere direttamente il problema decapitandolo.
L’isteria di massa, conosciuta come la “Controversia sui vampiri del XVIII secolo”, infuriò per più di un secolo. Molte epidemie furono associate ad attacchi di vampiri, molte tombe furono profanate nel tentativo di decapitare i presunti “non-morti”. Quello che aiutò il diffondersi del mito furono molte sepolture premature e la rabbia, patologia che può portare a mordere altre persone e a perdere sangue dalla bocca.
Il terrore cessò solo quando Maria Teresa d’Austria(5) mandò il suo medico di fiducia a studiare il problema e, al suo ritorno, promulgò una legge che vietava la violazione delle tombe e dei cadaveri. Nonostante lo sforzo dell’imperatrice, però, la figura del vampiro rimase radicata nelle credenze popolari per giungere intatta fino a noi.
Interessante è il libro “Vampire, Burial and Death” di Paul Barber, che spiega come le leggende sui vampiri traggano origine dal tentativo dei popoli antichi di spiegare la decomposizione post-mortem. Per esempio, si riteneva che i “non-morti” si cibassero di sangue perché non si capiva la normale fuoriuscita di sangue dalle cavità orali di un cadavere e il gonfiore dovuto ai gas che premono nel tronco. Il cadavere sembrava così una persona ben nutrita, con il ventre pieno e prominente.
Succede poi che lo scrittore irlandese Bram Stoker, dopo una cena a base di gamberetti, fa indigestione e si sogna una creatura che esce dalla tomba e lo va a cercare. Al mattino Stoker decide di scrivere un romanzo basato sulla leggenda rumena dei vampiri: così nasce il Conte Dracula. Nel romanzo di Stoker però Dracula non si trasforma solo in pipistrello, diventa anche un lupo e si dissolve in nebbia. È il cinema che si innamora dell’immagine del vampiro pipistrello e lo immortala in centinaia di film horror. Un altro famosissimo uomo pipistrello del cinema è Batman. Batman nasce nel
1939 da un fumetto di Bob Kane e diventa in poco tempo uno dei supereroi più amati di tutti i tempi. Sembra che l’idea del mantello con le ali di pipistrello viene a Kane guardando alcuni disegni e progetti di macchine volanti di Leonardo Da Vinci.
NOTE
- (1) Artemide Efesia (o Artemide Farnese) è una scultura risalente al II secolo d.C. della dea Artemide. In alabastro giallo, fa parte della Collezione Farnese ed è conservata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli (inv. 6278). La statua rappresenta l’immagine cultuale presente nel tempio di Artemide a Efeso. Originariamente l’immagine cultuale era in ebano, ricoperta di vesti preziose e gioielli periodicamente rinnovati per mezzo di elaborate cerimonie.
- (2) Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (Montbard, 7 settembre 1707 – Parigi, 16 aprile 1788), è stato un naturalista, matematico e cosmologo francese. Esponente del movimento scientifico legato all’Illuminismo, le sue teorie avrebbero influito sulle generazioni successive di naturalisti, in particolare sugli evoluzionisti Jean-Baptiste Lamarck e Charles Darwin. Nato – come George-Louis Leclerc, signore di Digione e di Montbard – da una famiglia della piccola nobiltà, assunse il titolo di Conte di Buffon, con il quale è conosciuto universalmente, solo nel 1773.
- (3) Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica, che potrebbe averla appresa dai babilonesi assieme ad altri culti e miti come il diluvio universale presente nell’epopea di Gilgameš, durante la prigionia di Babilonia. Nella religione mesopotamica Lilith la Dea associata alla tempesta, ritenuta portatrice di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C. Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo, quindi precedente ad Eva, e fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito che pretendeva di sottometterla. Sebbene alcuni studiosi datassero l’origine verso l’VIII secolo a.C., le trascrizioni mesopotamiche accennano a questa figura già dal III millennio a.C. Lilith compare nell’insieme di credenze dell’Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Invece secondo la tradizione della cabala ebraica è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell’immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.
- (4) Jure Grando era, secondo una leggenda, un contadino istriano di Corridico, morto nel 1656. Il suo corpo sarebbe stato disseppellito e decapitato nel 1672, perché si ipotizzava che fosse diventato un vampiro. La leggenda fu resa famosa da Johann Weichard von Valvasor, che ne parlò nel suo libro Die Ehre des Hertzogthums Crain del 1689. Questo testo è ripreso l’anno seguente da Erasmus Francisci e nel 1855 da Johann Joseph von Görres (La mystique divine, naturelle et diabolique), che però aggiunge particolari fantasiosi sulla moglie Ivana, sul vampiro che piange alla vista di un crocifisso e sulle difficoltà a piantargli un paletto di legno nel cuore per distruggerlo, secondo la tradizione.
- (5) Maria Teresa d’Asburgo (Vienna, 13 maggio 1717 – Vienna, 29 novembre 1780) è stata arciduchessa regnante d’Austria, re apostolico d’Ungheria,[2] regina regnante di Boemia e di Croazia e Slavonia, duchessa regnante di Parma e Piacenza, duchessa regnante di Milano e Mantova e inoltre granduchessa consorte di Toscana e imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I, già duca di Lorena col nome di Francesco III Stefano.
Fonte Wikipedia