Un gesto semplice, come caricare un orologio, diventa metafora di un tempo che non sappiamo più leggere.

IL SOLE SORGE AD ORIENTE, MENTRE PARLIAMO DI GUERRA

Il Simplicissimus

Un video banale, un gesto antico come caricare un orologio — eppure qualcosa stona. Un tempo bastava poco per capire il mondo: una corona da girare, il sole da seguire, una certezza da tramandare.
Oggi invece ci vuole un tutorial per far muovere le lancette, mentre tutto intorno le lancette corrono verso la guerra. In queste righe, una riflessione amara ma delicata sul passare del tempo, sull’innocenza perduta e sulla strana, inquieta modernità che ci spinge a dimenticare l’essenziale mentre ci abituiamo all’assurdo.


Quando l’ho visto non ci potevo credere: in un video su You tube un tizio insegnava come caricare un orologio meccanico, concludendo che, sì, non è facile, ma con l’esperienza ci si fa l’abitudine e ci si riesce agevolmente. A me fu regalato il primo orologio quando avevo 7 o 8 anni e non ebbi alcuna incertezza nel girare la corona per caricarlo e nemmeno a metterla in posizione per cambiare l’ora, come del resto capitava a tutti gli altri bambini che conoscevo. Certo, si tratta di un esempio estremo, pur dentro un mondo di volgari imbonitori e incompetenti a video che sono tra gli orrori del XXI secolo, ma che comunque rende l’idea di come stiamo navigando in direzione ostinata e contraria rispetto a quella idea della società della conoscenza che veniva vagheggiata ancora trent’anni fa come prodotto “necessario” del capitalismo vincente. Un’illusione che ora sta tramontando per molti motivi inerenti alla logica stessa del sistema e che rende ancora più grottesca l’agitarsi scomposto della Ue nel suo voler fare guerra alla Russia e tentare di punire la Cina per lo sfregio che essa porta all’ego occidentale.

E qui non si parla della sola Europa, ma anche del suo padrone statunitense che cerca in qualche modo di prevalere sul drago anche se solo il 7% delle lauree riguarda le materie scientifiche e matematiche, contro una Cina che ogni anno conta 4,5 milioni di nuovi laureati in questi ambiti contro i 500 mila degli Usa, che sono appena un po’ meno rispetto alla Russia la quale, tuttavia, ha una popolazione che è la metà di quella statunitense e un decimo di quella cinese. Dunque, Russia e Cina sono in testa in questa classifica, la prima per numeri relativi e la seconda per numeri assoluti. E dopo vengono India, Iran, Indonesia e Giappone. I Paesi europei nemmeno compaiono più in queste statistiche e comunque in tutta la Ue (Gran Bretagna compresa) sono circa 200 mila persone che ogni anno si laureano nelle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica e medicina), meno della metà del Sol Levante, mentre si sognano folgoranti carriere nella “comunicazione” e in tutte le più futili attività, come se l’Unione avesse svolto un ruolo estremamente negativo sull’educazione e sull’istruzione, invece di essere un fattore di crescita. L’Italia è come al solito il fanalino di coda, eppure di questa drammatica situazione del nostro continente e del nostro Paese si parla solo per dire che le donne che si laureano in queste materie sono molte meno degli uomini. Oh, il patriarcato.

Comunque sia tutto questo sta diventando molto visibile. Tra il 2003 e il 2007, gli Stati Uniti erano leader in sessanta delle sessantaquattro tecnologie considerate cruciali, mentre la Cina era leader solo in tre di esse. Tra il 2019 e il 2023, tuttavia, gli Stati Uniti erano leader solo in 7 delle 64 tecnologie, mentre la Cina era leader in 57. Se poi ci mettiamo che in questi sette ambiti dove ancora sventola la bandiera a stelle e strisce ci sono l’ingegneria genetica e i vaccini, non c’è che da sperare in una rapida obsolescenza che ci liberi dalle ricerche biologiche a scopo militare e da vaccini sperimentali. Ma ogni giorno l’Occidente della guerra e delle stragi perde terreno perché ormai pensa solo in tempi brevi e più che altro si vive alla giornata. Per esempio il governo locale di Shangai ha adottato politiche per accelerare l’innovazione industriale grazie alla concentrazione di elevate potenze di calcolo, mentre negli Usa l’amministrazione Trump ha annunciato tagli profondi ai finanziamenti per la scienza. E che dire della scuola in Europa dove dopo decenni di declino dell’istruzione, si vogliono destinare enormi investimenti nelle armi?

Nel 1891, il poeta e diplomatico Qing Huang Zunxian, salì sulla torre Eiffel che era stata realizzata due anni prima, ma invece di essere colpito da questa realizzazione scrisse una poesia sul paesaggio che si vedeva da quell’altezza, sulla terra fertile che si stendeva sotto di lui e sulla storia:
Tutta l’Europa è un antico campo di battaglia/ La sua gente ama la guerra e non scende facilmente a compromessi/ Oggi sei grandi imperatori si dividono il continente/ Ognuno vantandosi di essere il più forte. Questi tizi assomigliano ai proverbiali re in un guscio di lumaca. Che hanno sprecato il loro tempo a segnare vittorie e sconfitte.

E adesso, sebbene non ci siano più quegli imperi e anzi si è diventati valletti di un solo impero, ci si dedica comunque alla guerra, come se si trattasse di un impulso incontrollabile, senza accorgersi del tramonto imminente.

Redazione

 

 

 

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