”Il virus e la terapia d’urto applicati alle persone. Covid: verso un Nazi-globalismo? il virus inaugura una ridistribuzione della ricchezza verso l’alto e il vaccino consentirà di completare il campo di concentramento elettronico
Traduciamo, rielaboriamo e annotiamo un importante intervento dell’intellettuale, giornalista e polemista francese Nicolas Bonnal, rilanciato dal sito <lesakerfrancophone.fr>. [btn btnlink=”https://lesakerfrancophone.fr/category/auteurs/nicolas-bonnal/page/2″ btnsize=”small” bgcolor=”#eded00″ txtcolor=”#000000″ btnnewt=”1″ nofollow=”1″]La favola di Mandeville e il satanismo liberale[/btn] A beneficio dei lettori, è necessario premettere che il linguaggio politico di Bonnal – considerato in Francia uomo di estrema destra, in realtà un singolare anarco-libertario con venature reazionarie – è spesso ostico; in qualche caso accetta e riproduce luoghi comuni della sinistra radicale, come l’ingiustificata assimilazione tra liberismo mondialista e fascismo. Tuttavia, il saggio, a cui sono unite alcune indispensabili note esplicative, è interessante nel tentativo di
spiegare l’attuale sconcertante crisi internazionale del Covid-19 con le categorie della storia e dell’interesse delle oligarchie di potere.
Come ricorda lo stesso Bonnal, è importante ricordare all’elettore – telespettatore condizionato, manipolato come mai prima –, in che modo siamo arrivati all’attuale situazione. Per alcuni sarà una pista da seguire, per altri un noioso esempio di paranoia complottista. In ogni caso, una voce importante in una fase terribile della cronaca e della storia, e nel momento in cui uno Stato considerato tra i più liberi del mondo, l’Australia di cultura anglosassone, ha coniato uno slogan distopico per giustificare le drastiche misure di chiusura sociale adottate dal governo contro il contagio: Stayng apart, keeps us together, stare separati ci tiene uniti , un sorprendente paradosso in un anno, il 2020, in cui nulla dovrebbe più stupire i sudditi obbedienti che siamo diventati. R.P.
Come sappiamo, il virus inaugura una ridistribuzione della ricchezza verso l’alto (gli oligarchi e il GAFAM)(1) e l’istituzione di una dittatura informatica e medica attraverso il caos apparente. Questa dittatura voluta dalle élite di Davos (2) passa attraverso torture psicologiche e anche fisiche: la maschera permanente e l’organizzazione dello spazio delle nostre città come quello delle prigioni. Il vaccino consentirà di completare il campo di concentramento elettronico che fa sognare le élite che governano, da tempo denazionalizzate (Samuel Huntington). Gli imperativi umanitari, ecologici o di altro tipo servono come sempre da alibi per questo colpo di stato che abbiamo visto arrivare dagli anni Dieci del nostro secolo e che qui descriviamo.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]Il virus e la terapia d’urto applicati alle persone![/stextbox]
Per capire questa narrazione, suggerisco di tornare all’inesauribile lavoro di Naomi Klein The Strategy of Shock, (Schock Economy, L’ascesa del capitalismo dei disastri, nella “non” traduzione italiana N.d.T.) I primi capitoli forniscono la chiave per comprendere il fascismo neoliberista da quando è stato istituito, nel famoso 11 settembre … 1973 in Cile. Completeremo questo lavoro con lo straordinario studio di Armand Mattelart (un tempo vicino al presidente Allende, che citò prima di morire la frase di Thomas Jefferson sui mercanti che non hanno patria) sull’utopia planetaria, pubblicato alla fine dagli anni ’90. Naomi Klein inizia citando lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: “Come preservare questa disuguaglianza se non con le scosse elettriche?”.
In effetti, la discarica del virus ha consentito alle banche centrali di trasferire settemila miliardi alle oligarchie e ai mercati mentre ci precipitava nella crisi. Siamo solo all’inizio di queste torture. L’evocazione della malattia è il fondamento di tutto il fascismo e Klein cita Susan Sontag (3): “’l’uso del cancro nel discorso politico incoraggia il fatalismo e giustifica misure dure, rafforzando nel contempo l’idea diffusa che questa malattia sia necessariamente fatale. Il concetto stesso di malattia non è mai innocente. Ma si potrebbe rispondere che le metafore legate al cancro portano con sé, implicitamente, l’idea del genocidio.”
Dal nazismo al globalismo, un piccolo passo. Il virus è una metafora, e questa metafora serve alla sistemazione della dittatura. Ma non dobbiamo dimenticare che, come in Cile, Iraq o Sri Lanka, la brutalità è al servizio degli affari e della ricchezza delle minoranze. La Klein parla di plutonomia(4). La caccia ai terroristi è costata diecimila miliardi, denaro che non è stato perso per tutti. Così scrive: la tentacolare espansione del complesso del capitalismo dei disastri nel mondo dei media è forse una nuova forma di sinergia aziendale, fondata sull’integrazione verticale così popolare negli anni Novanta. Una cosa è certa: comunque, è stato un ottimo affare. Più la popolazione è in preda al panico e persuasa che i terroristi si nascondano in tutte le moschee, più aumentano gli ascolti dei notiziari, più il complesso vende dispositivi di identificazione biometrica e dispositivi di rilevamento di esplosivi liquidi, più erige muri di alta tecnologia. La folla sconvolta e traumatizzata è quindi pronta ad accettare qualsiasi cosa. Il sistema della paura vuole riportarci a uno stato zero. La Klein insiste sulle origini “sanitarie” della strategia dello choc.
Per Peter Rice(5) e altri, questo vuoto rappresentava una perdita insostituibile. Donald E. Cameron(6), invece, ha visto qualcosa di ben diverso: la pagina bianca, priva di cattive abitudini, su cui inscrivere nuovi modelli di comportamento. Ai suoi occhi, “la scomparsa di tutti i ricordi” non era uno sfortunato effetto collaterale. Al contrario, era lo scopo stesso del trattamento: il paziente è ricondotto a uno stadio di sviluppo anteriore “precedente l’inizio del pensiero e del comportamento schizofrenico”. Una specie di colonnello Kilgore in Apocalypse now.(7)
Proprio come i guerrafondai che sostengono che i paesi vengano riportati all’età della pietra con le bombe, Cameron vedeva l’elettroshock come un modo per far regredire i suoi pazienti, per trasformarli in neonati. Il sistema ha creato governi per servire i potenti e gli oligarchi. In Francia, dopo le privatizzazioni, siamo arrivati a una caricatura di questa mostruosità, che Klein chiama corporativismo(8).
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]Covid: verso un Nazi-globalismo? [/stextbox]
La parola più adatta per designare un sistema che offusca i confini tra Governo con la G maiuscola e Impresa con la I maiuscola non è né liberale, né conservatrice, né capitalista. Sarebbe piuttosto corporativista. È caratterizzata innanzitutto da ingenti trasferimenti di risorse pubbliche al settore privato, approccio spesso accompagnato da un’esplosione di indebitamento, da un allargamento del divario tra gli eccessivamente ricchi e i poveri privi d’importanza, oltreché da un nazionalismo esacerbato che giustifica spese colossali nel campo della sicurezza(9). Per chi fa parte della bolla di estrema ricchezza così creata, non c’è modo più redditizio di organizzare la società.
E questo stato plutocratico ha ovviamente interesse a maneggiare il bastone, la paura del virus o del terrorista. Dati gli ovvi svantaggi per la stragrande maggioranza dei cittadini condannati a rimanere ai margini, lo stato corporativista deve adottare altre tattiche: sorveglianza più stretta, uso massiccio della prigione, riduzione delle libertà civili, tortura. La tortura diventa un diritto dei superuomini globalisti che ci guidano. Ci permette di adattarci alla nuova realtà che ancora non capiamo. Naomi Klein fornisce un esempio nei fatti del Cile. Pinochet facilitò l’“aggiustamento” per mezzo di un’altra forma di shock: nelle numerose camere di tortura del regime, i corpi che avevano le convulsioni sotto l’effetto del dolore appartenevano alle persone che più si opponevano alla trasformazione capitalista. Da qui la domanda posta da Eduardo Galeano: come preservare questa disuguaglianza se non con le scosse elettriche?
La tortura può essere la reclusione, la maschera obbligatoria, la riorganizzazione della terra come universo carcerario (bisogna sempre leggere Foucault, sorvegliare e punire!) o attacchi violenti (Beirut, Atocha, Bataclan, Torri Gemelle(10) destinati a stordire e anestetizzare la popolazione. Guardate come rigano dritto i francesi dopo il Bataclan! Klein, che non è mai per le cospirazioni, così proseguiva: esattamente trent’anni dopo che queste forme di shock hanno colpito il Cile, la formula è tornata in uso in Iraq, in modo molto più violento. Prima c’era la guerra, che secondo gli ispiratori della dottrina militare statunitense Shock and Awe (colpisci e terrorizza) aveva lo scopo di “controllare la volontà, le percezioni e la capacità di comprensione dell’avversario e privarlo di ogni capacità di agire e reagire”. Nel caso del virus questo è ciò che accade. A parte la piccola minoranza di sostenitori della teoria della cospirazione, che prima o poi dovranno essere torturati come in Cile, la folla non ha né volontà né percezioni né informazioni. Basta il martellamento televisivo.
John Travolta, agente terrorista in Codice Swordfish spiega che, come faceva il mago Houdini, si deve distogliere l’attenzione. Quindi si sfrutta un attacco o uno tsunami e poi si derubano le persone e si svuotano le tasche. Naomi Klein ricorda il caso dello tsunami: “dopo aver riferito da Baghdad il tentativo fallito di Washington di dare seguito alla fase dello shock e del terrore con la fase del trattamento shock, mi trovavo nello Sri Lanka pochi mesi dopo il devastante tsunami del 2004. Lì, ho assistito un’altra versione della stessa manovra. Infatti, investitori stranieri e istituti di credito internazionali si erano uniti per sfruttare il clima di panico e cedere il magnifico litorale a imprenditori che si sono affrettati a erigere vaste stazioni balneari, impedendo così a centinaia di migliaia di pescatori di ricostruire i loro villaggi costieri.” Avete letto bene: i pescatori travolti dallo tsunami sono stati privati della loro spiaggia e del loro villaggio, in cui costruirono costosi hotel di lusso.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]Il virus inaugura una ridistribuzione della ricchezza verso l’alto e il vaccino consentirà di completare il campo di concentramento elettronico! [/stextbox]
Torniamo al virus che fa esplodere il debito francese e spagnolo. Anche questo fa parte della strategia shock. Infatti, spiega Naomi un secolo e mezzo dopo Maurice Joly,(11), il debito rende possibile creare il migliore di tutti i mondi possibili per i banchieri. Il vertiginoso aumento dei tassi di interesse si è tradotto in un equivalente aumento degli interessi sui prestiti esteri; per onorarli, i paesi spesso dovevano contrarre altri prestiti. Così è nata la spirale del debito. In Argentina, il già enorme debito lasciato dalla giunta militare, 45 miliardi di dollari, è cresciuto rapidamente e si è attestato a 65 miliardi di dollari nel 1989. La stessa situazione si è ripetuta nei paesi poveri di tutto il mondo. È stato dopo lo shock di Volcker (12) che il debito del Brasile è esploso da 50 miliardi a 100 miliardi di dollari in sei anni. Molti paesi africani che hanno ottenuto enormi prestiti negli anni Settanta hanno vissuto la stessa tragedia: in breve, il debito della Nigeria è passato da 9 miliardi a 29 miliardi.
Infine, c’è un modo ancora migliore per sottomettere le persone. Il grande taglio, che il generale della NATO Barrons ha menzionato al settimanale tedesco Der Spiegel. Succederà anche a noi? Ci taglieranno i servizi essenziali per imporre il grande reset deciso a Davos, acqua, elettricità, conti bancari? Comincia a capitare un po’ dappertutto. L’effetto è garantito. Molti iracheni sostengono che la distruzione della rete telefonica sia stata, da un punto di vista psicologico, l’aspetto più crudele dell’attacco aereo americano. Ascoltare, vedere, sentire persino l’odore del fumo delle bombe che esplodono ovunque e non essere in grado di ascoltare i propri cari che abitano nelle vicinanze o rassicurare i genitori terrorizzati che vivono all’estero fu un vero supplizio. I giornalisti impegnati a raccontare la guerra erano assaliti da cittadini che li imploravano di prestare loro i telefoni satellitari, o facevano scivolare nelle loro mani pezzi di carta con numeri scarabocchiati e li pregavano di chiamare un fratello o uno zio.
Le interruzioni di corrente sono iniziate a New York, svuotata dei suoi ricchi. Ecco l’effetto in Iraq al tempo di Bush: non c’è stato alcun rumore di esplosione, a parte i soliti bombardamenti effettuati in prima serata, ma in un istante una città di cinque milioni di persone è precipitata in una notte terribile e senza fine, riferì The Guardian. Solo “i fari delle auto bucavano l’oscurità”. Sequestrati in casa, gli abitanti della città non si parlavano più, non si capivano più, non si vedevano più. Come il prigioniero diretto a un sito segreto della CIA, l’intera città era incatenata e incappucciata. Poi sarebbe arrivato il momento di spogliarla.
Queste ultime parole riassumono il nostro presente: siamo incatenati, incappucciati e progressivamente spogliati.
Note:
(1) L’acronimo Gafam riunisce cinque colossali imprese tecnologiche e informatiche, Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft. (2) Davos. A Davos, in Svizzera, si tiene ogni anno un incontro delle élite economiche e finanziarie del mondo. (3). Susan Sontag (1933-2004) è stata una scrittrice, storica e pensatrice americana. (4) Plutonomia è un termina che evoca la legge del denaro, il denaro che si fa legge; simile a plutocrazia. (5) Peter Rice (1935-1992) inglese, fu il più noto ingegnere del secondo Novecento. (6) David E. Cameron (1901-1967) fu uno psichiatra americano, fautore dell’uso di stupefacenti, sostanze mediche e dell’elettrochoc per operazioni di condizionamento. Partecipò al progetto riservato MKUltra sul cosiddetto lavaggio del cervello. (7) Apocalipse Now, del 1979, è forse il più famoso film sulla guerra del Vietnam. Il colonnello Kilgore, interpretato dall’attore Robert Duvall, vi pronuncia la famosa frase “mi piace l’odore del napalm al mattino”. (8) Corporativismo, nell’imperfetta traduzione corrente dell’inglese corporatism, significa un sistema politico, economico e finanziario dominato dal potere delle grandi “corporazioni”, cioè delle imprese multi e transnazionali. Nessun riferimento all’omonima teoria economica e sociale. (9) Dissentiamo da Bonnal: non vediamo alcun nazionalismo nelle scelte delle potenze occidentali in materia di sicurezza. (10) Si tratta di alcuni gravi attentati terroristici che hanno cambiato la percezione dell’opinione pubblica in materia. Nel caso di Atocha, stazione della metropolitana di Madrid, l’attentato dell’11 marzo 2004 provocò duecento vittime a pochi giorni dalle elezioni politiche, che vennero inopinatamente perdute dal centrodestra e portarono al governo José Luis Rodrìguez Zapatero, socialista e radicale. (11) Maurice Joly fu un giornalista satirico francese del secolo XIX. Il suo libello Dialogo all’Inferno tra Machiavelli e Montesquieu fu probabilmente fonte di ispirazione per la stesura dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. (12) Paul Volcker (1927-2019) fu per molti anni presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana, svolgendo una dura politica anti inflazionistica.