Le borse crollano
IN BORSA NON È SUCCESSO NIENTE. SOLO LA CONSUETA
STANGATA AI PICCOLI RISPARMIATORI
Le borse crollano, si scatena il panico, i piccoli investitori vendono e perdono, gli speculatori gongolano. Tra qualche settimana nessuno si ricorderà più di questo incidente di percorso delle borse internazionali. O meglio, se ne ricorderanno i piccoli investitori che avranno perso un po’ di risparmi, ma i piccoli non interessano a nessuno. Dunque andrà tutto benissimo. D’altronde le Olimpiadi finiranno, le guerre infinite proseguiranno e si tornerà alla normalità dei ricchi sempre più ricchi e dei poveri sempre più poveri.
Perché, in fondo, non è successo nulla di irreparabile. Il Giappone è intervenuto sui tassi ed è scattato un domino favorito dai dubbi su una possibile recessione statunitense, dallo scoppio della bolla tecnologica, dell’incertezza sui bitcoin. E dai venti di guerra.
La manovra giapponese ha solo spiazzato gli speculatori ma nulla di più. La potenziale recessione yankee sarà fronteggiata rapidamente per non penalizzare Kamala Harris. Il settore tecnologico ha solo riallineato i valori alla realtà ma continuerà a crescere. I bitcoin sono una variabile indipendente che non determina l’andamento economico globale. Quanto alla guerra, è sostenuta dagli stessi speculatori che, dunque, non se ne preoccupano minimamente.
Però il caos è utile. Per depredare ulteriormente coloro che si illudono ancora sulla serietà dei mercati. Sulla correttezza delle borse. Poi, tra qualche mese, gli immancabili economisti di servizio si lamenteranno perché le famiglie italiane acquistano titoli di stato invece di investire in borsa per sostenere le aziende quotate. Che strane, queste famiglie italiane.