Ai politici, rubare, gli dà un’ebbra allegria
IN QUESTO MONDO DI LADRI
La decisione, presa dai vertici Ue, di trasferire i capitali russi – pubblici e di privati cittadini – posti sotto sequestro nelle banche occidentali, al governo di Kiev, viene data, sui nostri Media, con una certa… leggerezza. Anzi, quasi un’ebbra allegria.
Sembra che i, cosiddetti, leader europei lo abbiano fatto ridacchiando. Come ragazzacci di borgata che sono andati a rubare le mele ad un ignaro contadino. E si fanno beffe di lui.
E invece è una notizia di estrema gravità. Destinata ad avere pesanti ripercussioni su tutto il nostro sistema bancario. E, per inevitabile traslato, sulla vita di tutti noi. Cittadini europei (come veniamo definiti impropriamente) senza alcun diritto di autentica cittadinanza.
La decisione, certo, era nell’aria da tempo. Però sembrava che qualcuno frenasse. E questo ci aveva fatto sperare in una qualche manciata di buon senso. E, invece, passate le elezioni…
Già, passate le elezioni europee. E non è certo un caso. Perché molti – istituti finanziari, imprenditori, aziende – temevano l’inevitabile risposta di Mosca. E la loro preoccupazione poteva pesare sugli esiti elettorali. Ma ora, come si dice, passata la Festa, gabbato lo Santo.
Le ripercussioni ci saranno, naturalmente. E saranno estremamente dure. Con la Ariston e la Bosch i russi si erano limitati a darci un segnale. Ora risponderanno pan per focaccia. E il danno sarà nostro.
D’altro canto, quello che la UE sta compiendo è un furto. Anche maldestro, roba da Banda Bassotti.
Un furto che avrà pesantissime ripercussioni sul nostro sistema bancario. Che verificheremo nel tempo… ma che potrebbe avere effetti disastrosi.
E, cosa ancora più grave, rappresenta la rottura di tutte le regole, scritte e non, del mercato finanziario. Sulle quali si regge la libera circolazione di capitali. Una cosa mai vista. Inaudita e folle.
Ci avevano avvertito cinesi, sauditi e indonesiani. Non fatelo. Non consegnate a Zelensky i capitali di proprietà russa. E lo avevano fatto non per simpatia per Putin. Ma perché questo atto, questo furto con destrezza, crea un precedente pericoloso.
Il nostro sistema bancario non verrà, da ora in poi, più considerato sicuro per i capitali di provenienza extraeuropea. Perché soggetto a decisioni politiche.
Mettetevi nei panni del governo di un paese, che so, asiatico. Mettereste i vostri soldi in una banca, sapendo che, se domani Washington decidesse di rovesciarvi, quei capitali potrebbero essere non solo congelati, ma addirittura generosamente stornati ai vostri nemici?
Cosa crediamo? Di avere ancora a che fare con selvaggi facili da imbonire con specchietti e collane di perline colorate?
Già… Washington. Perché la, cosiddetta, decisione europea è stata determinata dai “desideri” dell’Amministrazione Biden. Cui gli europei, si sono inchinati, incuranti delle pesanti ripercussioni sui loro sistemi bancari. E sulla vita dei loro popoli.
Per altro, saranno proprio gli States a guadagnare da questa decisione. A parte, ovviamente, il governo di Zelensky.
Buona parte di questi capitali – con l’eccezione di quelli che andranno dispersi nei meandri di un’amministrazione, quella ucraina, fra le più corrotte del mondo – verranno investiti da Kiev in armamenti. Si parla di 80/100 miliardi. Musica per l’industria bellica statunitense che farà la parte del leone in queste commissioni.
D’altro canto, i legami dell’industria militare con l’Amministrazione Biden sono ben noti. Come dimostra anche la recente condanna del figlio del Presidente, Hunter Biden, inquisito anche per traffici di armamenti… e, guarda caso, proprio con l’Ucraina…