Incendi, ossessioni e il caos di un mondo in fiamme
INCENDI, OSSESSIONI E DISORDINE MONDIALE
Il Simplicissimus
Incendi, ossessioni e disordine globale: il mondo tra crisi ambientali, conflitti e instabilità crescente
Al di là delle varie teorie che si affacciano sugli incendi di Los Angeles e le loro stranezze, essi sono in ogni caso una perfetta sintesi del declino occidentale e dei guai creatisi negli ultimi cinque anni di ciniche follie globaliste. Dentro c’è tutto, la pseudo ecologia, la guerra in Ucraina, l’ossessione woke e la solita, miserabile scusa del cambiamento climatico che avrebbe indotto la siccità, cosa clamorosamente smentita dai dati pluviometrici che anzi testimoniano di un aumento della piovosità rispetto al decennio precedente. Come dimostra la tabella qui che viene ignorata completamente dai verdisti disposti a qualsiasi menzogna pur di sostenere il loro infallibile credo.
C’è pure chi ammette che sì, le precipitazioni piovose sono aumentate, ma proprio per questo c’è stata una crescita del verde che ha alimentato gli incendi. Insomma, comunque la si metta c’è sempre una risposta, il che epistemologicamente significa che siamo al di fuori di un pensiero razionale e men che meno scientifico. Meglio perciò dire che ogni pretesto climatologico è buono, soprattutto se si devono allontanare le responsabilità del milieu politico californiano che ne ha invece parecchie.
Intanto c’è da dire che gli incendi in California sono abbastanza comuni anche perché le società elettriche per risparmiare sulle spese e riempire di soldi i portafogli degli azionisti, lasciano scoperti i cavi dell’alta tensione con tutti i pericoli collegati a questa situazione. Anzi la società Edison International è stata citata in giudizio dai proprietari delle case bruciate per il suo presunto ruolo nell’innesco di almeno uno degli incendi boschivi nella contea di Los Angeles: si suppone che un traliccio della Southern California Edison sia stato la causa dell’incendio che ha raso al suolo la città di Altadena. E poi c’è il problema di dighe in ristrutturazione da anni e degli invasi mezzi vuoti in virtù di una teoria pseudo ambientalista secondo la quale la canalizzazione delle acque provenienti dal nord e dallo scioglimento delle nevi sulle montagne metterebbe in pericolo varie specie di fauna ittica.
Così non c’è acqua sufficiente per spegnere gli incendi e oltretutto molte delle attrezzature dei vigili del fuoco sono state regalate all’Ucraina o rubate dai nuovi abitanti di questo “santuario” dell’immigrazione. Se a questo si aggiungono i tagli di quasi 50 milioni di dollari al bilancio dei pompieri di Los Angeles si chiude il cerchio. Che potesse finire così lo devono aver sospettato anche le assicurazioni che dalla metà dello scorso anno non hanno più rinnovato le polizze contro gli incendi. Ma a questo quadro va aggiunto che molte persone che dovrebbero combattere gli incendi devastanti sono state assunte non in base alle capacità e alle esperienze, ma esclusivamente grazie alla loro appartenenza a minoranze di vario genere. Così davvero non sanno che fare per affrontare la situazione. Bisogna dire che questa è una vera ossessione di carattere patologico che nulla ha a che vedere con l’uguaglianza o altri simili concetti desueti, sostituiti da un placebo chiamato inclusione. In questo senso si raggiungono picchi inimmaginabili, tanto che il film della Cortellesi contro il patriarcato, C’è ancora domani, non può concorrere agli Oscar perché la troupe e il cast non hanno rispettato le percentuali di minoranze stabilite dall’Academy che gestisce il premio. Si potrebbe dire chi la fa l’aspetti. E forse l’incendio che sta devastando Hollywood e pure gli studios può essere considerato la summa di queste pazzie.

In ogni caso il simbolo principale o comunque più conosciuto e frequentato dell’America se ne sta andando in fumo, cosa che riveste un significato simbolico perché l’insieme dei fattori che hanno provocato gli incendi e la pratica impossibilità di spegnerli o comunque di arginarli, rassomiglia molto alla creazione di caos che ormai da oltre un quarto di secolo è la caratteristica più evidente dell’unipolarità americana. Caos provocato nel tentativo di danneggiare i rivali, ma che poi hanno un effetto boomerang.
Si dice – a torto – che Nerone bruciò la Roma fatta prevalentemente di abitazioni di legno per renderla più splendida, con marmo e mattoni. Ma in questo caso, sebbene molte delle case abbiano un’anima di legno e con grande abbondanza di cartongesso, è difficile che dopo il rogo vengano i marmi lucenti: il danno è tale, oltre 200 miliardi dollari, da aggiungere un altro peso a quello di un’America indebitata fino al collo e che per risolvere i propri problemi si appresta a creare un nuovo disordine mondiale.
