Da Washington soffiano sempre più forti i venti di un conflitto sempre più esteso

INIZIA UN ANNO PERICOLOSO, PER LA VOGLIA DI

GUERRE DI RIMBANBIDEN


Che cosa vorrebbe per il nuovo anno?”. “La pace nel mondo”. Per una volta la risposta in perfetto stile da aspirante miss Italia non è banale. Perché da Washington soffiano sempre più forti i venti di un conflitto sempre più esteso. E non sono soltanto le flatulenze di RimbanBiden. Non basta armare il folle di Kiev per far proseguire la guerra contro la Russia. Non basta sostenere il massacro dei palestinesi, con l’approvazione di Mattarella. Non basta aver mandato mercenari nella repubblica centroafricana. Non bastano gli attentati terroristici in Libia contro gli aerei russi. E non basta nemmeno la coalizione anti Houthi per difendere la macelleria israeliana: coalizione a cui partecipa con entusiasmo l’Italia sempre più servizievole.

RimbanBiden, a forte rischio di sconfitta elettorale a novembre, deve accelerare l’innesco di nuovi conflitti in ogni parte del mondo. Con un occhio sempre rivolto alla Cina, ma portando le guerre ovunque per creare il caos totale. Anche attraverso scontri interni. Fallita l’ennesima rivolta colorata in Serbia, si guarda ora all’Argentina dove un altro matto, Milei, sfida un intero popolo con licenziamenti di massa e repressione. Se esplode Buenos Aires, tutta l’America Latina può risentirne, con tensioni che si moltiplicano e governi che traballano.

Tra l’altro il nuovo anno vedrà parecchi Paesi andare al voto. Dall’Unione europea alla Russia. E l’India, con Modi che ha appena ribadito l’amicizia con Putin. In teoria anche l’Ucraina, ma il democratico Zelensky non vuole. Per chiudere poi con la sfida tra Biden e Trump, sempre che i democratici giudici statunitensi permettano all’ex presidente Usa di scendere in campo.

Dpnald Trump

 

 

 

 

 

 

 

 

Il caos, insomma, è destinato ad aumentare e, con il caos, i rischi. Mentre Washington tenta di destabilizzare la Cina sotto l’aspetto economico. Indubbiamente Pechino non deve affrontare una fase facile. È alle prese con un cambiamento radicale che, inevitabilmente, genera scompensi e scontenti. La crescita legata ad un eccessivo sviluppo immobiliare lascia il passo ad un’economia più sostenibile sotto l’aspetto ambientale ma che, certamente, crescerà più lentamente.

Su tutto e tutti aleggia, però, lo spettro della rivoluzione imposta dell’intelligenza artificiale. Per ora i governi preferiscono dedicare inutili tavole rotonde per discutere di aspetti etici che verranno immancabilmente ignorati e violati. E nessuno che provi a confrontarsi con le ricadute in termini lavorativi. Troppo scomodo. Perché sono centinaia di milioni, nel mondo, i posti di lavoro a rischio. Più facile provocare nuove guerre, piuttosto di pensare a cosa far fare ai nuovi disoccupati. Mandarli a morire può essere una soluzione.

Andrea Marcigliano
Enrico Toselli

 

 

 

 

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