”Nebbia in Val Padana
INQUINAMENTO IN VAL PADANA? COLPA DEL RISCALDAMENTO
DUNQUE UCCIDIAMO LE VACCHE…
Nebbia in Val Padana. (1)La cantavano anche Cochi e Renato ed era una immancabile compagna dei mesi freddi. Conseguenza logica di una grande umidità e della scarsa ventilazione. Tanto che qualcuno aveva proposto di abbattere un pezzo di Appennino per far arrivare l’aria del mare. Si moriva, per la nebbia. Perché gli incidenti stradali si moltiplicavano. Ora si muore – spiegano gli esperti – perché le condizioni atmosferiche trasformano la Padania in una immensa camera a gas.
Che fare, dunque? Bisogna mangiare vermi e grilli. Non lo dicono espressamente, ma è la conseguenza di ciò che viene richiesto: abbattere le vacche della pianura. Che sono la prima fonte di inquinamento. Anzi no. Perché prima, ma molto prima, la responsabilità è del riscaldamento. Non quello globale, ma quello casalingo e degli uffici, dei negozi, delle fabbriche.
E allora, se si procedesse con un briciolo di onestà intellettuale, bisognerebbe ammettere che, in Padania, non solo le vacche ad essere troppo numerose, bensì gli abitanti. Ma i sostenitori del politicamente corretto e degli interessi padronali continuano ad insistere sulla necessità di favorire nuova immigrazione che porterà ad un aumento degli impianti di riscaldamento accessi e ad un incremento dell’inquinamento dell’aria.
D’altronde non si può pretendere di più dai gretini. Che preferiscono imbrattare le opere d’arte del passato piuttosto di ammettere che stiamo pagando le follie del politicamente corretto. Dove sono le iniziative per rilanciare lo smartworking? E quelle per favorire la rinascita dei piccoli paesi spopolati?

Niente da fare. I gretini non possono rinunciare al rito dell’aperitivo nei locali della movida in ogni grande città. I centri sociali occupati non proliferano in mezzo alle montagne o nei borghi delle colline abbandonate. I gretini bloccano il traffico in città ma non vanno a ripristinare i muretti a secco dove l’agricoltura era più faticosa.
E allora basta la soluzione più semplice: abbattere i bovini, costruire al posto delle stalle qualche impianto per la carne artificiale che richiede enormi quantità di energia e chimica in abbondanza per garantire un prodotto privo di batteri. Per poi girare tra la nebbia tossica prodotta dal riscaldamento, sorseggiando l’aperitivo accompagnato da un cartoccio di scarafaggi fritti.

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