Non solo un romanzo, ma uno sguardo sulla storia e sulla geopolitica

INTRIGO AL 38° PARALLELO”. NON SOLO UN ROMANZO

Andrea Marcigliano

Non solo un romanzo, ma una chiave di lettura sulla storia, la geopolitica e i segreti nascosti dietro gli equilibri internazionali


Vi sono due modi di leggere un libro. Oddio, forse questa sembrerà un’affermazione limitativa, e i modi sono molti, moltissimi di più. Ma, se ci penso bene, alla fine tutto si può riportare a questo. Due modi. Uno, prettamente letterario, che guarda alla narrazione, allo stile…cose così, insomma.

L’altro che cerca di coglierne il senso riposto, spesso volutamente nascosto. Se vogliamo, il mistero.

Un modo non nega l’altro. Anche se, spesso, non ce ne rendiamo conto, e lasciamo che uno dei due prevalga, nascondendo, anzi celando l’altra possibilità.

Ed è, appunto, questo che può accadere tenendo fra le mani “Intrigo al 38° Parallelo” di Elvio Rotondo.

Un romanzo. Ed un ottimo romanzo di spionaggio, con una notevole capacità di creare suspense, di avvincere, lentamente, il lettore e trascinarlo sempre più nella vicenda.

La vicenda di Leonardo, Leo, il protagonista, si dipana dapprima lentamente, partendo da un excursus sulla sua giovinezza e, addirittura, sulla lontana infanzia. Quasi un racconto di formazione, che però entra nel vivo quando, ormai quarantenne, decide di lasciare i servizi di intelligence dell’esercito. Per fare parte a sé. Ovvero, cercare nuove opportunità, dare una svolta alla sua vita.

Vita che, tuttavia, è in qualche modo segnata. Con un preciso destino. Che lo riporta in Corea, al 38° Parallelo appunto. Uno dei confini più tormentati, e ribollenti dietro la quiete apparente, del mondo.

E qui un viaggio del nuovo lavoro, un reportage giornalistico, si trasforma in qualcosa di molto diverso. Costringendolo a recuperare il suo passato e, al contempo, a rimettere se stesso alla prova. Una prova sempre più ardua man mano che ci si inoltra nel romanzo. Una prova che mette a rischio la sua vita. E in discussione la sua stessa coscienza.

Lo stile, asciutto e stringato, rende ancora più intensa la vicenda. E afferra il lettore, rivelandogli un mondo ordinariamente ignoto. E facendogli vivere, intensamente, le emozioni e le vicende dei personaggi.

Questo basterebbe per rendere il romanzo una, felice, scelta per trascorrere alcune ore. Divagandosi.

E, tuttavia, sarebbe limitativo fermarsi a questo.

Perché, come accennavo, vi è un altro aspetto di questo romanzo di Elvio Rotondo che rischierebbe di sfuggirci. E che, però, si rivela nei particolari, spesso minuziosi, con cui l’autore contestualizza la vicenda. Dandoci uno spaccato straordinariamente preciso della situazione al 38° Parallelo. Della tensione fra le due Coree. E, se vogliamo, di cosa sia veramente una “guerra di spie”.

È, questo, certo l’aspetto meno appariscente del libro. Tuttavia non meno importante, perché Elvio Rotondo ci porta a comprendere la realtà della “guerra segreta” che si svolge dietro le parvenze della quotidianità. E rivela, a chi lo sappia leggere con attenzione, molte cose che vengono, per lo più, riposte nell’ombra. Nascoste e sottaciute.

Un romanzo, dunque, per trascorrere ore, affascinati e sereni. Ma anche molto di più. Un libro che ci fa riflettere e rivela come quella che consideriamo unica realtà, possa essere solo gioco di parvenze.

Illusione e inganni, che ci permettono di vivere in una beata ottusità.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Descrizione

Leo, un reporter alle prime armi, inviato da una rivista svedese in Estremo Oriente per un servizio giornalistico sulla vita dei rifugiati nordcoreani, si trova ad affrontare vicende piuttosto complesse nella città di Seoul. Era stato un militare di carriera per due decenni quando decise di cambiare vita. Le qualità, il carattere, la curiosità, la forza di volontà di arrivare sempre fino in fondo alle cose e soprattutto la preziosa esperienza acquisita con il lavoro precedente, gli permetteranno di affrontare situazioni non proprio facili. Un reportage apparentemente semplice diventa, con il passare del tempo, sempre più complicato tanto da mettere a repentaglio la sua vita. Avrà la fortuna però di incrociare delle persone magnifiche che daranno un grosso contributo alla soluzione di un’intricata cospirazione ai danni del governo locale. Un’interprete, un investigatore della squadra antidroga e un giornalista del Korea Tribune, saranno insieme ad altri, parte attiva nel corso dell’inchiesta giornalistica. Leo si trova coinvolto, suo malgrado, in una situazione a cavallo tra una spy story e un poliziesco.

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