”L’arte di John Willie è stata una costante fonte d’ispirazione per me e per la mia carriera fin dagli esordi.
~ Dita Von Teese
JOHN WILLIE: L’ILLUSTRATORE FETISH
CHE INFLUENZÒ IL BURLESQUE
Negli anni ’40 John Willie illustrava il mondo fetish underground. Oggi è adorato da Dita e fonte d’ispirazione per le burlesque performer più audaci.
Nato nel 1902 a Singapore, dopo appena un anno dalla nascita, si trasferì con tutta la famiglia a St. Albans, Hertfordshire, un sobborgo nord-occidentale di Londra. Fin da bambino John aveva mostrato un talento particolare per il disegno ed era attratto da un genere di letteratura fantasy per bambini chiamata “Fairy Books”. Crescendo sviluppò un’attrazione per le donzelle in pericolo e il desiderio di salvare, e verso l’età della pubertà si rese conto di un’altra sua attrazione, quella per le donne con scarpe col tacco alto, che avevano per lui una forte connotazione sessuale.
L’ingresso nel mondo fetish
In quegli anni Willie entrò a far parte di un club frequentato da una comunità di feticisti delle scarpe e altro, avviando così la sua attività di fotografo e illustratore fetish. Willie sbarcò il lunario con una serie di lavori diversi in attesa di avverare il suo sogno e vivere della propria arte; restando in tema, fondò anche un’azienda di calzature esotiche chiamata “Achilles”.
Nel 1945 Willie si trasferì in Nord America poiché il suo desiderio era quello di stabilirsi a New York, ma fu costretto a rimanere a Montreal, in Canada, per circa un anno a causa di problemi burocratici. Ed è proprio qui, che nel 1945 fu introdotto nel mondo del fetish clandestino: un evento decisivo per la sua vita e per la sua carriera di artista.
Bizarre
La conoscenza di Charles Guyette infatti, pioniere della moda fetish (commerciante di accessori teatrali, ma anche di corsetti burlesque, guanti, calzature e stivali fetish realizzati su misura e primo produttore del famoso G-string), lo influenzò fornendogli la costumeria necessaria alla realizzazione delle proprie fotografie e illustrazioni. Fu così che, alimentato da questo contesto, alla fine del ’45 Willie fondò la rivista di arte fetish Bizarre, utilizzando lo pseudonimo che lo ha reso conosciuto e che volle mantenere per tutta la sua vita.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]«Un costume esterno, un reggiseno decorato, talvolta un secondo reggiseno sottile, una gonna ornata di pannello fatta di un materiale leggero, spesso sottile, che potesse fluttuare attorno alla ballerina quando lei girava su sé stessa, guanti da sera lunghi e fascinosi e un G-string che spesso era nulla più che un triangolo di tessuto e lustrini che si muovevano con il bump and grind dell’artista» [/stextbox]
Sweet Gwendoline
L’anno successivo Willie inserì nella rivista la serie a fumetti The Adventures of Sweet Gwendoline, che aveva come protagonista la bionda e formosa Gwendoline, salvata costantemente dall’agente segreto U69, un’affascinante dominatrice dai capelli corvini, la quale era spesso costretta per il bene della ragazza a legarla e a combattere contro l’antagonista sadico e baffuto Sir Dystic D’Arcy, nientemeno che la parodia di Willie stesso.
La rivista includeva molte fotografie della seconda moglie Holly Faram, sua musa ispiratrice, e molte lettere dei lettori che trattavano argomenti come bondage, sadomasochismo, travestitismo, acrotomofilia.
Influenza ed eredità di Gwendoline
Le illustrazioni di Sweet Gwendoline ebbero parecchio successo, entrando di prepotenza nell’immaginario BDSM e lo stile pittorico di Willie diventò scuola per i successivi illustratori e vignettisti interessati a questo genere. The Adventures of Sweet Gwendoline furono pubblicate inoltre come serie fissa nella rivista fetish/sadomaso di Robert Harrison, Wink, dal giugno 1947 al febbraio 1950 e in seguito in diverse altre riviste nel corso degli anni.
Dopo la morte di Willie, avvenuta nel 1962 a causa di un tumore al cervello, le illustrazioni proseguirono per mano dell’artista Eric Stanton, illustratore che lavorò negli anni ’70 presso la Movie Star News di Irving Klaw. Quest’ultimo era un commerciante di immagini fetish, che ereditò le influenze di Harrison, Guyette e Willie stesso, e diede un contributo sostanziale all’arte fetish realizzando cortometraggi con Bettie Page (ma anche burlesque movie come Striporama, Varietease e Teaserama, interpretati tra gli altri dalle burlesque performer Tempest Storm e Lili St. Cyr).
L’impatto culturale di Sweet Gwendoline fu talmente ampio da essere citata anche in contesti estranei al BDSM, come nella musica, nella fotografie e al cinema. Nel libro Princess in Blond und Tango per esempio, divenuto un classico del fetish, si trovano fotografie del tedesco Herbert W. Hesselmann, collaboratore anche di Playboy, il quale aveva inscenato una serie di set fotografici ispirandosi alle avventure di Gwendoline, mentre nel 1984, le vicende del personaggio furono adattate per il film di Just Jaeckin, The Perils of Gwendoline in the Land of Yik – Yak.
Dita Von Teese ha più volte dimostrato il suo amore per Willie, sia nelle scelte estetiche che artistiche. Quando nel 2013 è stata citata da Vanity Fair nell’elenco dei personaggi pubblici meglio vestiti, ha dichiarato che le sue icone di stile sono «le donne dell’artista fetish degli anni ’40 John Willie». Un omaggio ulteriormente esplicitato nell’act Lipteese del burlesque show Glamonatrix.
Segno che a distanza di quasi ottant’anni i personaggi che popolano il mondo sexy e audace dell’illustratore non smettono di affascinare, turbare, sedurre.
Veronica Marcato
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