”Il Kintsukuroi è l’arte giapponese di aggiustare ciò che si è rotto
KINTSUKUROI, L’ARTE GIAPPONESE DI CURARE LE FERITE EMOTIVE
Il Kintsukuroi è l’arte giapponese di aggiustare ciò che si è rotto. Ad esempio quando un pezzo di ceramica si rompe, i maestri artigiani del kintsukuroi ne raccolgono i frammenti e li saldano, riempiendo e crepe con l’oro. Le fratture non vengono nascoste ma, al contrario, si esaltano, poiché considerano che un vaso riparato riesca a mostrare tanto la fragilità quanto la forza di resistere. L’incontro con questa pratica tradizionale giapponese, la filosofia zen e la psicologia occidentale provoca un nuovo modo di osservare e valutare gli oggetti che circondano le persone così come se stessi.
La nascita del kintsukuroi o kintsugi
La tecnica del kintsukuroi o kintsugi, letteralmente oro (“kin”) e riunire, riparare, ricongiunzione (“tsugi”) potrebbe essere stata inventata intorno al XV secolo. Ashikaga Yoshimasa, ottavo shogun dello shogunato Ashikaga, ruppe la propria tazza di tè preferita la inviò in Cina per farla riparare. Le riparazioni avvenivano con legature metalliche poco estetiche e poco funzionali. Il suo proprietario decise, così, di ritentare la riparazione affidandola ad alcuni artigiani giapponesi, i quali decisero di provare a trasformarla in gioiello riempiendo le crepe con resina laccata e polvere d’oro. La leggenda è plausibile perché situa la nascita del kintsugi in un periodo molto fecondo, per l’arte, in Giappone.
Tomas Navarro autore di “Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima”
L’autore Tomas Navarro ha pubblicato un volume dal titolo “Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima” (2018) (L.C.). Attraverso le pagine della sua opera, Navarro insegna come questa arte possa applicarsi anche alla vita, fornendo tutta una serie di strumenti per diventare maestri nella cura delle ferite.
Sorge spontaneo domandarsi come riparare i vasi con l’oro possa essere pensato come un modo per curare anche le ferite emotive dell’uomo. Per fare ciò occorre andare oltre il mero significato letterale per leggere il concetto di Kintsukuroi in chiave metaforica. Curare le proprie fratture emotive e dell’anima attraverso l’utilizzo dell’oro vuol dire prendersi cura di ciò che ha provocato sofferenza e delle parti del proprio io rotte.
RAKU-YAKI, L’ARTE DELL’ESSENZIALE
Nella prima parte del suo libro, Navarro ha voluto esporre un metodo studiato per guarire proprio le ferite emozionali. Il punto di partenza è stato quello di comprendere il ruolo che le difficoltà hanno nella vita delle persone, come si reagisce davanti ad esse e quali conseguenze hanno sull’esistenza. Nella seconda parte del testo, lo psicologo spagnolo, ha voluto spiegare in cosa consiste praticamente l’arte di ricomporre la propria vita. Navarro ha inteso utilizzare un metodo semplice nato dalle influenze più rigorose della psicologia e dall’esperienza acquisita da lui stesso con persone che sono riuscite a risanare le loro ferite emozionali e impreziosire le proprie cicatrici. Queste le parole che ha usato l’autore del testo nelle pagine introduttive del volume.
Uno degli obiettivi dichiarati da Navarro è quello di offrire, attraverso il suo testo, gli strumenti adeguati per superare le avversità e ricostruire la vista proprio come un autentico maestro Kintsukuroi.
Kintsukuroi e resilienza
“Nuovo io” nato proprio da un evento spiacevole. Il concetto di Kintsukuroi ben si può accostare a quello di resilienza. Riuscire ad allacciarsi al danno permette di avere maggiore consapevolezza di sé stessi e di poter diventare persone migliori. Infatti, il concetto di resilienza indica la propensione a far fronte in modo positivo ad eventi traumatici riuscendo ad organizzare la propria vita di fronte alle difficoltà. Proprio dalla nascita delle difficoltà applicando correttamente l’arte del Kintsukuroi si riesce a crescere. Per il pedagogista Andrea Canevaro la resilienza è
Secondo Navarro oggi si parla molto di resilienza. Secondo lo psicologo, però, il concetto di Kintsukuroi va più affondo perché si parla di un’arte che può aiutare a ricostruire la propria vita.
Fonte: Sociologicamente del 15 febbraio 2021
Bibliografia e sitografia
- Andrea Canevaro, Bambini che sopravvivono alla guerra: percorsi didattici e di incontro tra Italia, Uganda, Ruanda e Bosnia, Trento, Erickson, 2001
- Tomas Navarro, Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima, Giunti, Firenze, 2018
- lifegate.it/kintsugi-larte-delle-preziose-cicatrici
- Ferdinando Capicotto
Ferdinando Capicotto nato a Catanzaro il 5 luglio 1989. Dal 2017 è iscritto presso l’Ordine dei Giornalisti sezione Pubblicisti. Ha conseguito nel 2013 la laurea triennale in Servizio Sociale, nel 2016 la laurea triennale in Sociologia mentre nel 2018 la laurea specialistica in Organizzazioni e Mutamento Sociale. Inoltre ha già pubblicato due libri che inseriscono nell’ambito di una trilogia fantasy.
Libri Citati
- Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima
- Tomas Navarro
- Traduttore: Valeria Gallo
- Editore: Giunti Editore
- Collana: Varia
- Anno edizione: 2018
- In commercio dal: 3 ottobre 2018
- Pagine: 288 p., Brossura
- EAN: 9788809859449. Acquista € 13,30
Descrizione
Tomas Navarro ci insegna come l’arte del kintsukuroi possa applicarsi anche alle nostre vite, fornendoci tutti gli strumenti per diventare maestri nella cura delle nostre ferite. Il kintsukuroi è l’antica arte giapponese del riparare le ceramiche frantumate. Quando un vaso va in mille pezzi, i maestri artigiani del kintsukuroi ne raccolgono i frammenti e li saldano, riempiendo le crepe sottili con pasta d’oro o d’argento. Non nascondono le fratture, ma le esaltano, poiché considerano che un vaso riparato mostri tanto la fragilità quanto la forza di resistere. In questo sta la vera bellezza. Tomas Navarro ci insegna come questa arte gentile possa applicarsi anche alle nostre vite, fornendoci tutti gli strumenti per diventare maestri nella cura delle nostre ferite: così impareremo a ricomporre le fratture dell’anima e a fare di noi stessi creature sempre più forti e preziose.