Dove il ghiaccio si scioglie, si accendono le rivalità
LA BATTAGLIA PER L’ARTICO
di Andrea Marcigliano
Un ecosistema fragile conteso tra potenze globali: clima, risorse e strategie militari in gioco
Donald Trump avrà, ed ha, sicuramente tanti difetti ed eccentricità. Ma una cosa gliela si deve riconoscere. Parla chiaro. Molto, forse anche troppo per un politico.
E, quando parla, va ascoltato con molta attenzione. Andando oltre il suo modo di fare istrionico, forse eccessivo…per lo meno per gli standard cui siamo assuefatti.
E Trump è stato, in questa manciata di giorni che precedono il suo ritorno nello Studio Ovale, estremamente chiaro. Su ciò che vuole per la sua America. In poche parole, il controllo assoluto del Continente. Di tutto il continente, dallo Stretto di Bering al Canale di Drake.
Lo ritiene – e non si può certo dire a torto – essenziale per garantire la sicurezza e la forza degli States.
Che, tradotto, significa il loro primato geopolitico ed economico mondiale.
Perché Trump può significare, e certo significa, un diverso approccio alla geopolitica, ma non sicuramente una rinuncia, anche parziale, al Primato Americano.
Traduciamo ancora. Può essere disposto a concedere alla Russia – che già, di fatto, lo ha conquistato a caro prezzo – di riprendere il controllo dell’Ucraina. Ma questo non significa assolutamente una qualche rinuncia alla supremazia mondiale. Nei traffici, nei commerci e, ovviamente, nel controllo militare.
E, in questo senso, vanno prese le sue dichiarazioni sul Canada e sull’Artico. Con particolare attenzione alla Groenlandia. Perché Trump sta rivendicando esplicitamente il controllo/ possesso americano su tutta quella regione. Cruciale, sia per garantire la sicurezza, a Nord, dell’America, sia per mantenere un ferreo controllo dello scacchiere geopolitico mondiale.
Tenendo conto anche del fatto che l’area intorno all’Artico riveste un crescente interesse economico. Sia per le rotte commerciali che la attraversano, sia, soprattutto, per i grandi giacimenti, di idrocarburi ed altro, oggi sfruttabili con le nuove tecnologie.
Quindi, per il Tychoon divenuto nuovamente Presidente, la Russia, potenza eminentemente territoriale, può anche prendersi tutta l’Ucraina. Questo potrà, forse, rappresentare un problema, ed una notevole preoccupazione per i “nani” europei, ma non per Washington.
La cui prospettiva strategica è ben più ampia. E continuerà a fondarsi sul controllo dei mari. Ovvero rotte commerciali e, oggi, anche giacimenti marini. In certo qual modo il, potenziale, ossigeno del globo.
E chi controlla l’ossigeno può, anche, tagliarlo. E soffocare gli altri. Tutti gli altri, per quanto forti ed in armi essi siano.
