L’Iliade è la sintesi di tutti gli archetipi della nostra civiltà 

LA BILANCIA DI ZEUS


Nell’Iliade – non solo uno, stupendo, poema, ma sintesi di tutti gli archetipi della nostra civiltà – gli Dei scendono in battaglia. Affiancando Achei o Troiani nella piana tra Xanto e Scamandro.

Perché anche gli Dei si schierano. Prendono le parti dei due contendenti.

Achille trascina il corpo senza vita di Ettore. Affresco del XIX secolo nel palazzo dell’Achilleion a Corfù, Grecia

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno solo resta. Zeus, il Padre. Che si mantiene, diremmo oggi, neutrale. O, più esattamente, al di sopra delle parti. E, con la sua bilancia, soppesa le sorti dei contendenti. Perché neppure a lui è dato il determinare le sorti degli uomini. Il Fato trascende il potere degli Dei stessi. A Zeus il compito di… pesarlo.

L’Iliade, dicevo, è la sintesi di tutti i principali archetipi della nostra civiltà. E l’immagine di Zeus, che pesa le sorti sulla bilancia, rappresenta perfettamente un momento di, profonda, crisi globale come quello che stiamo vivendo.

Momento di transizione e trasformazione. Di squilibri e conflitti. E, come sempre avviene, di ricerca di nuovi equilibri.

Omero, autore dell’Iliade, il più famoso poema epico di tutti i tempi. Busto della collezione Farnese. Museo archeologico nazionale, Napoli​. Foto: Scala, Firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricerca dolorosa, violenta, conflittuale. Come tutte le stagioni e le epoche di passaggio.

E molti sono i conflitti, le guerre oggi in corso. Ancora più quelle latenti. Gli incendi che potrebbero divampare da un momento all’altro.

La ricerca di nuovi assetti passa non solo tra il, tradizionale, scontro tra Ovest ed Est, ma attraverso un intrico di tensioni regionali, con una molteplicità di attori.

L’Ucraina, Gaza, il Medio Oriente allargato… l’Iran e la Mezza Luna sciita contro le autocrazie sunnite.

L’Africa subsahariana che si affranca dalle ultime vestigia del colonialismo. E tende sempre più ad emergere come nuovo, grande, soggetto geopolitico.

Il Taj Mahal

 

 

 

 

 

 

 

E, naturalmente, la Cina. Il confronto con Washington per il Pacifico. I grandi giochi nell’Oceano Indiano. Dehli che sta crescendo non solo per peso economico, ma anche strategico.

E, naturalmente, la crisi senza fine della Vecchia Europa, sempre più isolata e arroccata nell’illusione di essere ancora il centro del mondo. È governata da oligarchie burocratiche totalmente autoreferenziali. E aliene dalla realtà del mondo.

Mentre Washington, o meglio l’America è vicina ad un cambiamento epocale. Che potrebbe trasformare radicalmente la sua politica. Od anche portare alla disgregazione del, complesso, mosaico degli States. Con istanze populiste e isolazioniste, che sfidano le élite del mondialismo finanziario. Mentre il “giardino di casa”, l’America Latina, ribolle di mai totalmente sopiti fremiti rivoluzionari.

Ricerca di nuovi equilibri. In presenza anche di una Rivoluzione tecnologica, quella della AI, che fa impallidire le, vecchie Rivoluzioni Industriali. E sta sconvolgendo il mondo dell’economia.

Ricerca di soluzioni, anche, forse soprattutto, attraverso il recupero di radici e tradizioni. Di specifiche aree geoculturali, che vanno al di là dei confini degli odierni Stati. Come le Alpi, le nostre Alpi, che collegano il mondo latino con quello tedesco e quello slavo. Rappresentando la vera spina dorsale dell’Europa.

Di tutto questo si parlerà – con analisti geopolitici, economisti, diplomatici, giornalisti, accademici italiani e stranieri – tra il 19 e 21 luglio a Montagnaga, sull’Altopiano di Baselga di Pinè, sopra Trento, nel XXI WKS della Fondazione “Nodo di Gordio”.

Intitolato, appunto, “La bilancia di Zeus. Equilibri e squilibri in un Mondo pericoloso”.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controllate anche

«PAROLE, PAROLE, PAROLE..»

Le parole sono gratuite, ma conoscerle davvero ha un costo …