Non c’è da meravigliarsi se tutti gli ambienti siano frequentati da beoti

Morte dei Templari Geoffrey de Charnay e Jacques de Molay. Miniatura conservata alla British Library

LA CALUNNIA CONTRO I NON VACCINATI ARRIVA AL GROTTESCO


Probabilmente tutte le distopie sul mondo futuro che si sono accavallate durante il secolo scorso, non avrebbero potuto immaginare la peculiare miscela di stupidità, malafede e vuoto intellettuale che è il risultato finale del sistema affermatosi nell’ultimo mezzo secolo e della sua antropologia che esaltando apparentemente le ribellioni individuali ha finito per imporre la psicologia del gregge. Così non c’è da meravigliarsi se tutti gli ambienti siano frequentati da beoti, ovvero da chierici del culto del Grande Reset, che si sentono scossi da qualsiasi deviazione rispetto al discorso pubblico del potere. Si arriva a vette di idiozia che non pensavo si potessero raggiungere, eppure… sì un gruppo di imbecilli che fanno i “ricercatori” presso la Temerty Faculty of Medicine dell’Università di Toronto in Canada, ha prodotto uno studio nel quale si sostiene la bizzarra opinione  che non essere vaccinati è un indicatore di assunzione di rischi psicologici e incoscienza tanto che i non vaccinati potrebbero essere più soggetti ad incidenti automobilistici: gli autori, Donald A. Redelmeier,  Jonathan Wang, e Deva Thiruchelvam Msc sostengono che i dati relativi agli incidenti stradali in cui una o più persone sono ricoverate in ospedale per lesioni mostrano una correlazione tra stato di vaccinazione e incidenti automobilistici.

Come si è arrivati a questa conclusione? Attraverso quella che non è più nemmeno scienza spazzatura, ma merda pura, discorso da ubriachi nel bar, costruito con un certo format che ne nasconde la vacuità e la falsità. Innanzitutto, gli stessi autori devono riconoscere che una porzione molto più ampia di persone non vaccinate era più giovane, di età compresa tra 18 e 39 anni. Questo ha perfettamente senso, poiché la stragrande maggioranza dei giovani ha un rischio di mortalità vicino allo zero a causa del covid: perché ricorrere a un vaccino per un virus che non rappresenta una minaccia per sé e che comunque non impedisce la trasmissione a coloro che ti circondano? Inoltre, i giovani hanno anche statisticamente maggiori probabilità di incappare in incidenti automobilistici in virtù dell’età e dell’inesperienza. In secondo luogo, un altro problema con lo studio è la completa mancanza di revisione tra pari e l’impossibilità di un’analisi indipendente dei dati fondamentali. Il gruppo afferma di aver utilizzato dati medici governativi crittografati che non sono disponibili al pubblico (piuttosto comodo, vero?) così che solo qualche funzionario statale potrebbe avervi accesso, ma non altri ricercatori che potrebbero facilmente smascherare questo studio come truffaldino

Che senso ha tutto questo? Beh, in primo luogo criminalizzare i non vaccinati dipingendoli come adolescenti pericolosi che forse – come accade per le assicurazioni auto in Nordamerica – dovrebbero pagare di più anche le assicurazioni sanitarie nonostante il fatto che proprio la vaccinazione anti covid sia causa di un’infinità di stati patologici come propri dati assicurativi testimoniano. Ma ha anche un senso politico come si può facilmente dedurre dalla Temerty Faculty of Medicine dove questo abominevole pasticcio è stato confezionato: tale facoltà e sezione dell’università di Toronto è stata creata con una donazione di 250 milioni di dollari da James C. Temerty e dalla Temerty Foundation nel 2020. Il denaro è stato destinato a varie aree dell’università, ma gran parte è andata direttamente a progetti di ricerca sul Covid-19. Ancora più singolare è che il miliardario in questione ha in realtà origine ucraine e stretti contatti con la sua terra di origine: ha donato 5 milioni di dollari all’Università cattolica ucraina di Leopoli e 1,2 milioni per lo studio specifico delle relazioni interreligiose ebraico-ucraine. Temerty siede anche nel comitato consultivo dell’Atlantic Council, un think tank globalista di Washington DC con molti degli stessi obiettivi ideologici promossi dal World Economic Forum. Infatti, i membri dell’Atlantic Council sono spesso invitati a parlare alle funzioni del Wef e nientemeno che Klaus Schwab è stato il primo a ricevere il “Global Citizen Award” dell’Atlantic Council diversi anni fa. Qualcuno nell’industria dei vaccini ha uno stretto rapporto con il Consiglio Atlantico? Certo. Albert Bourla,  presidente e amministratore delegato di Pfizer.(1) Egli viene invitato spesso a parlare agli eventi dell’Atlantic Council e proprio l’anno scorso ha ricevuto il Global Citizen Award del consiglio. Come abbiamo potuto constatare in questi ultimi anni, la metodologia dei think tank globalisti consiste nell’usare la filantropia (grandi somme di denaro deducibili dalle tasse) come mezzo per controllare la società influenzando o corrompendo) il 10% più influente nelle professioni e nelle accademie. Se si possono comprare le persone che gestiscono le università e quelle in camice da laboratorio, allora si può possedere la narrativa e controllare il restante 90% delle persone che semplicemente “rimandano agli esperti” senza fare le loro ricerche.

Ecco come può nascere uno studio grottesco prodotto da un ambiente con strettissimi legami con le distopie resettarie, con le psico-pandemie, con le guerre e l’impoverimento delle persone. Si potrebbe dire, usando la stessa logica della ricerca di cui abbiamo parlato, che chi ha lo zampino in una di queste cose ce l’ha anche nell’altro e che chi vuole vaccinare tutti è abbastanza irresponsabile e scriteriato da soffiare sui venti di guerra.

Redazione

 

 

 

Note:

(1)

Albert Bourla

Bourla, ceo di Pfizer, rifiuta di testimoniare al Parlamento Ue sui contratti per i vaccini Covid firmati con von der Leyen

https://www.italiaoggi.it/news/bourla-ceo-di-pfizer-rifiuta-di-testimoniare-al-parlamento-ue-sui-contratti-per-i-vaccini-covid-firmati-2578689

 

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