”Non è stata la settimana perfetta per i Ferragnez
LA CURIOSA IDEA DI BENEFICENZA ED EMPATIA DEI FERRAGNEZ
Non è stata la settimana perfetta per i Ferragnez. Lei, la diva, condannata dell’Antitrust a pagare 1 milione di euro per lo scandalo dei pandori per la finta beneficenza. Lui, la palla al piede, sorpreso mentre si dichiarava d’accordo con le ciniche dichiarazioni del magistrato Davigo a proposito dei suicidi di chi è sotto inchiesta.(1) Ovviamente tutti i riflettori sono puntati su Chiara Ferragni, l’elemento trainante della società per azioni rappresentata dalla coppia.
La vicenda del pandoro Balocco non è finita. Sia l’influencer che l’azienda annunciano ricorsi. La Balocco, perlomeno, 50mila euro li aveva davvero regalati ad un ospedale torinese. Ma lei, la diva, si è limitata ad incassare ciò che i manager dell’azienda dolciaria hanno definito “un cachet esorbitante”. Colpa loro, indubbiamente. Nessuno li obbligava a rivolgersi ad una persona che, nell’occasione, ha drenato tutti gli eventuali utili della vendita solidale dei pandori.
Colpa anche, e soprattutto, di chi si ostina a seguire personaggi di tale fatta, garantendo alla ditta Ferragnez introiti “esorbitanti” per prodotti con il loro marchio o semplicemente sponsorizzati dal duo. (il patrimonio di Chiara Ferragni sarebbe di 40 milioni di dollari)
Quanto al secondo dei due, il sedicente cantante e chissà cos’altro, ha intervistato Davigo e lo ha fatto parlare di Gardini e del suicidio dell’imprenditore finito nella macchina di distruzione di Mani pulite. Il suicidio è un dramma per decine di persone che erano vicine alla vittima: famigliari, amici, conoscenti. Un dramma in ogni caso. Ma per Davigo il problema è che, con il suicidio, viene a mancare una fonte di informazioni e di prove. Cinismo fastidioso, per usare un eufemismo, ma non proprio una novità per il personaggio. E, di fronte a questo atteggiamento, Fedez concorda: “certo”. Il morto? La famiglia? Gli amici? E chissenefrega.
Per i Ferragnez contano solo i soldi. Non i bambini di un ospedale o un imprenditore che si uccide. Un imprenditore come loro? No, uno che faceva impresa davvero. Che non si arricchiva con “introiti esorbitanti” per una finta iniziativa solidale.
Approfondimenti del Blog
(1)
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«Ma certo che dispiace» però «prima di tutto, se uno decide di suicidarsi lo perdi come possibile fonte di informazioni».