C’era una volta la destra stracciona

LA DESTRA INDIGNATA PER LA BARCA DI D’ALEMA
SI ECCITA PER LA PISCINA DI GIORGIA
C’era una volta la destra stracciona, che si vantava della propria povertà. Una destra che si indignava di fronte alle immagini di Massimo D’Alema sulla sua barca a vela e, mentre c’era, criticava anche le scarpe del leader della sinistra: troppo costose, fatte a mano, in pelle. Una ostentazione che stonava con lo stile sobrio che caratterizzava i vertici missini prima, aennini dopo e della destra fluida di governo ora.

Indubbiamente uno stile incentrato su sobrietà e non ostentazione. Come nel caso della casa di Montecarlo, ereditata dal partito e finita, guarda caso, nella disponibilità del cognato di Fini. Un caso, certo. Un caso isolato. O forse no. Perché l’allieva prediletta di Fini, assurta alla presidenza del consiglio, ha deciso che anche lei doveva essere premiata. E si è fatta, in Roma, una villa con piscina. Legittimo, ovviamente, ciascuno con i propri soldi fa ciò che vuole. E la differenza con la vicenda di Montecarlo è abissale.
Però è molto meno netta la differenza con la barca di D’Alema, tra l’altro molto meno costosa rispetto alla villa meloniana con 18 stanze. Perché l’ex capo del governo non poteva indossare scarpe di alto prezzo e l’attuale presidente del consiglio può indossare capi firmati e costosi?

Sarà l’effetto Berlusconi. Dopo aver frequentato, per anni, le residenze del leader di Forza Italia è scattata l’emulazione. E poi si può forse negare ad una bambina il diritto ad una piscina privata a Roma? Certo, d’ora in poi l’immagine di Giorgia come “donna del popolo” ne risentirà un pochino. Ma i suoi fedeli saranno pronti a difenderla spiegando che fa il bagno in acqua e non nel latte d’asina. E si può chiedere al ministro delle cerimonie partenopee chi era il personaggio che si immergeva nel latte: Leonardo da Vinci? Achille? Paolina Bonaparte?
