”Dunque la causa di questo tremendo conflitto sarebbe in quel marchio criminale: “La destra”
LA FOLLE SPIEGAZIONE DEL CONFLITTO IN ISRAELE
In Israele e in Palestina la causa profonda della guerra, del terrore, delle stragi è unica e ideologica in chiave etnica: è colpa della destra. Questo pensiero implicito che percorre osservatori, politici e media nostrani, è stato reso esplicito l’altro giorno da uno spettatore. Ero in un programma di Raitre, Quante storie, a presentare la mia biografia di Giambattista Vico, e un ascoltatore mi ha rivolto la seguente domanda: cosa accomuna il movimento di destra di Hamas al governo di destra d’Israele? La domanda conteneva in sé la risposta, anzi il dogma, suggerito dallo stesso spettatore: ma è la destra, perbacco. Insomma, la causa di questo tremendo conflitto sarebbe in quel marchio criminale, la destra.
Poi ti guardi in giro e vedi che a esultare per l’azione terroristica di Hamas in passato e ora sono le frange della sinistra radicale, le stesse che tifano per gli scafisti ed esultano per l’arrivo di clandestini. E sai che a parte gli estremismi, la causa palestinese contro Israele fu abbracciata per tre quarti dalla sinistra radicale europea, e per il restante quarto da una frazione della destra e con realismo da alcuni leader politici nostrani come Bettino Craxi, all’epoca dialogante con Arafat. In Israele, invece, si, c’è un premier discusso che rappresenta la linea dei “falchi” e si colloca a destra.
Non voglio ricostruire le radici storiche di quel che ora sta esplodendo, le responsabilità vicine e remote di quanto sta avvenendo. Mi limito a osservare che è falsa, assurda e disonesta la chiave di lettura semplicistica che affiora in ogni conflitto. E che è stata applicata anche alla guerra in Ucraina: l’invasore Putin, ex-dirigente comunista sovietico, è stato bollato come fascista e nazista, così come la difesa dell’Ucraina è in parte nelle mani di battaglioni nazisti. E allora non capisci più la natura dei conflitti, sono tutti derby interni alla destra, che coincide con l’estrema destra, che coincide col fascismo, che coincide col nazismo. In Israele come in Ucraina e ovunque.
Il problema è che chiunque varca il portone del Male, viene classificato in quel modo, si trasforma in quel tipo di mostro. È dai tempi di Stalin, anzi da molto prima. Anche il più comunista tra i comunisti appena viene riconosciuto come artefice di massacri e deportazioni, viene nominato ad honorem come “nazifascista”; anche colui che ha combattuto fino alla fine contro il nazismo, come Stalin, passa per uno di loro, un continuatore di Hitler sotto mentite spoglie. Ma è un meccanismo che si ripete da quando esistono i rivoluzionari, giacobini e terroristi, quindi da prima che nascesse il comunismo e poi il nazismo. Perché lo schema manicheo, che è poi l’applicazione del terrore anche alle idee e alle menti, prevede che il compagno di ieri, se non si attiene alla linea dominante, diventi di colpo il servo della reazione, l’agente delle forze oscure del Maligno poi battezzato fascista. È uno schema implacabile ancora in vigore. Poi non ti spieghi l’evento più sanguinoso della storia del mondo, la rivoluzione culturale di Mao, i regimi fanatici di PolPot e Hochimin, i terroristi nel nome di Marx e di Lenin, gli orrori del comunismo anche prima e dopo Stalin, e altre irruzioni del Male radicale nella storia del mondo, a volte perfino ad opera di democrazie liberali: l’estensione delle guerre alle popolazioni civili, i bombardamenti e le distruzioni di intere città, le stragi di inermi…
E non ti spieghi il paradosso recente che una democrazia incline alle guerre come quella americana, non abbia fatto guerra solo nel tempo del suo presidente ritenuto più estremista e bellicoso, Donald Trump; così come è un mistero che il Presidente più democratico e umanitario come John F. Kennedy abbia intrapreso guerre e scontri mondiali che siano stati invece spenti dal reazionario e destrorso Richard Nixon… A volte i “realisti” correggono le pericolose follie degli “idealisti”.
Il campionario sarebbe lungo. A destra, è vero, trova posto un’etica militare, e la fiera difesa dei propri confini, della propria terra; ma la guerra totale dei nostri anni, quella che coinvolge le popolazioni civili, che massacra innocenti, che non distingue più tra combattenti e civili, non rientra nei suoi orizzonti. Piuttosto è la fuoruscita dall’idea della guerra giusta per entrare nella guerra finale, che comporta non la sconfitta ma l’eliminazione del nemico, il processo e la sua condanna anche dopo aver vinto la guerra; la convinzione di rappresentare il Bene rispetto al Male, e dunque di considerare il nemico non il mio avversario ma il nemico dell’umanità, da estirpare. Tutto il contrario dell’etica guerriera e della guerra come l’aveva configurata un acuto e controverso giurista, molto “di destra”, Carl Schmitt.
Invece, dimenticando la storia, la realtà, le idee che mossero il mondo, si arriva a questa semplificazione truce e banale, per cui ogni presenza del male sulla faccia della terra è attribuita al Nemico Assoluto e Permanente, la Destra. Non mi lascerò prendere dal riflesso condizionato di applicare lo stesso schema a rovescio, e concludere che ogni male provenga dalla Sinistra. Dirò invece che le vecchie, rancide categorie politiche e ideologiche mal sopportano il peso della realtà, così complessa, così variegata, irriducibile a formulette e facili esorcismi. Toglietevi i paraocchi, la chiave della brutalità dei conflitti è nell’idea che non si debba semplicemente difendere la propria sopravvivenza, i propri territori, la propria sovranità ma che si debba arrivare all’eliminazione totale del nemico. Di fronte a questi deliri da soluzione finale l’unica via non è il messaggio di pace, e non basta nemmeno il negoziato di pace, pur auspicabile: occorre l’imperio di una forza super partes, magari multinazionale, in grado di imporre la pace, la convivenza, a garanzia per entrambi i popoli, le patrie, gli stati. È la via più difficile ma l’unica in grado di risolvere il conflitto. Chi pretende di sradicare il male dalla terra, concorre a propagarlo.
La Verità – 11 ottobre 2023
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