Compact, ovviamente, non dice nulla in Italia
LA GERMANIA CHIUDE IL MAGAZINE E LA TV COMPACT
NEL SILENZIO DEI GIORNALISTI ITALIANI E DELLE DESTRE FLUIDE
Compact, ovviamente, non dice nulla in Italia. Eppure, il caso del giornale tedesco, e della parallela Compact TV, avrebbe dovuto scatenare le proteste dell’ordine dei giornalisti e di tutti coloro che strillano sull’attentato alla libertà di stampa ogni volta che un esponente del governo Meloni osa esprimere un parere non entusiasta su un servizio della gauche in redazione.
Compact, invece, non ha dovuto subire un commento negativo. Semplicemente è stato spazzato via per ordine del ministero dell’interno. Tutti i beni, i documenti, gli archivi ed il materiale tecnico del giornale e della TV sono stati confiscati. Chiusi i profili social, vietato ai responsabili di Compact di creare altri giornali con nomi diversi.
Non è proprio una dimostrazione di rispetto della libertà di stampa e di informazione da parte del governo malguidato da Olaf Scholz. Eppure, non una parola si è alzata da parte dei giornalisti italiani per difendere i colleghi censurati. E passi per la gauche in redazione, passi per la gauche intello. Ma la destra fluida di governo? Ma le destre più o meno critiche?
Gli eletti a Bruxelles non hanno trovato nulla di meglio che nascondersi dietro un silenzio vile ed ipocrita.
Per tranquillizzare i rinnegatori di professione in cambio di poltrone, è meglio chiarire che, per Compact, non si è neppure usata l’accusa di nazismo, fascismo, razzismo che avrebbe giustificato ogni censura agli occhi dei politicamente corretti di destra e sinistra. Macché: è bastata l’accusa di essere stati scettici sulla vicenda Covid e di essere considerati filo putiniani.
Dunque, per la democratica stampa italiana basta e avanza per intervenire con sequestri, censure, chiusure. E la destra fluida è troppo impegnata a tagliar nastri ed a genuflettersi di fronte al centrosinistra europeo per osare difendere la libertà di informazione. E poi può essere un precedente estremamente utile: oggi si chiudono i giornali con l’accusa di essere filo putiniani, domani si possono chiudere le testate che osano mostrare le pose buffe del presidente del consiglio. Non a caso l’argentino Milei, tanto amico di Giorgia, ha deciso che alle conferenze stampa alla Casa Rosada potranno partecipare solo i giornalisti che piacciono al presidente. Gli altri fuori. In Spagna è invece il socialista Sanchez che vuole destinare i finanziamenti pubblici solo ai media che non lo attaccano. Colpirne uno per educarne cento.