Dai e dai, alla fine il giocattolo si è rotto
LA GLOBALIZZAZIONE SI È ROTTA
Dai e dai, alla fine il giocattolo si è rotto. La globalizzazione, intendo. Che, ora appare chiaro, altro non era che un balocco, nelle mani di poteri finanziari che ne traevano enormi vantaggi. A spese dei… babbani, per usare il linguaggio di Harry Potter. Ovvero… noi tutti.
Ma, ora, la globalizzazione si è rotta. E appare, solo, un pallido fantasma che va svanendo all’orizzonte.
O meglio, un gruppo, un manipolo di fantasmi.
Chi si ricorda più, o anche solo nomina Karl Popper? Svanito dai radar culturali… eppure era lui il Filosofo del sogno globalista. Con la sua “La società aperta e i suoi nemici”, citata in ogni salsa. E, per inciso, ben poco letta.
Ormai è tornato nell’ambito, e nelle dimensioni, che gli spettano. Un filosofo della scienza. Importante, certo… ma non il Maestro dei nuovi tempi. Non un Aristotele o un Tommaso d’Aquino, per intendersi.
E il sogno di un mondo senza confini?
Quella in Ucraina è, in primo luogo, una guerra per definire i confini nazionali. Roba da XVIII secolo, da Guerre di Successione.
E la circolazione, libera, delle idee? Mai si è vista, nel passato, un’epoca dominata da una censura occhiuta e pervasiva come l’attuale. Lo sperimentiamo ogni giorno di più, anche, anzi soprattutto, nel nostro democratico Occidente. Per parlare solo di casa nostra.
La circolazione delle merci?
Sanzioni. Contro paesi e contro aziende. Sanzioni come strumento usuale, e non eccezionale, di politica internazionale. E, strano paradosso, promulgate, propugnate, utilizzate proprio da chi si proclamava, e continua a proclamarsi, alfiere della Globalizzazione.
Un elenco incompleto.
Sanzioni alla Corea del Nord. E all’Iran. Roba vecchia si dirà. E, poi, sono… Stati canaglia.
Già, ma l’elenco si sta spaventosamente allungando negli ultimi mesi.
Sanzioni alla Siria di Assad. Sanzioni alla Russia. E alla Bielorussia. Sanzioni ad aziende cinesi che con la Russia commerciano.
E minaccia di sanzioni all’India. Per le sue relazioni commerciali con Teheran.
Senza dimenticare Cuba, il Nicaragua…
Per non parlare delle sanzioni interne alla UE contro l’Ungheria e la Slovacchia. Le chiamano diversamente, procedure di infrazione o altro… ma sono la stessa cosa…
Tutti Stati Canaglia?
E se anche fosse… questo non significherebbe che i parametri dell’Occidente Collettivo valgono, ormai, solo per una porzione, sempre più limitata, del mondo?
E, soprattutto, viene a sancire una cosa ben precisa. La globalizzazione, come libera circolazione di idee, uomini, informazioni, merci e capitali non esiste più. Sempre ammesso che mai, davvero, sia esistita, e non fosse solo un’invenzione propagandistica. Per giustificare l’unipolarismo, ovvero l’egemonia assoluta di Washington.
Così, mentre ogni flusso anche di informazioni viene interrotto, in un mondo diviso in blocchi contrapposti, i fantasmi della globalizzazione si allontanano verso un, indefinito, tramonto.
Al suono del sax del vecchio Bill Clinton.
Ida Clo'
2 Luglio 2024 a 21:17
Come comprendere il Davos estivo in Cina?
Riccardo Alberto Quattrini
3 Luglio 2024 a 12:25
Non ci piacciono commenti “bonsai” che si espongano con più chiarezza